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Interventi di bonifica del versante ovest del Mont de La Saxe a monte della SS 26 in Comune di Courmayeur.

Il tratto di Strada Statale n. 26 alla progressiva chilometrica 6,900 è stato oggetto di almeno 4 fenomeni di crollo a partire dal 2 gennaio 2011, quando si è verificato il primo e, purtroppo mortale, evento (Foto n. 1). Subito dopo era stata realizzata una bonifica superficiale dell’area interessata dal crollo che aveva consentito ad Anas la riapertura della strada, ma il crollo del 13 aprile ha determinato la nuova e definitiva chiusura al traffico in attesa che fossero realizzati interventi di protezione più consistenti.
Il Comune di Courmayeur e l’Anas, hanno richiesto quindi alle strutture regionali competenti in materia geologica un supporto specialistico finalizzato a definire le condizioni di pericolosità della parete rocciosa. Quando le condizioni meteo lo hanno permesso, è stato realizzato un rilievo geostrutturale della parete da parte della Società Imageo s.r.l. di Torino e un’attività di modellazione dei fenomeni di caduta massi da parte del Dipartimento di Scienze geologiche e geotecnologie dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, oltre a ripetute verifiche in parete dello stato della stessa.
Tutte queste attività hanno permesso di rilevare la presenza in parete di numerosi volumi lapidei, di dimensioni variabili, caratterizzati da elevata instabilità, che avrebbero potuto generare fenomeni gravitativi di tipo caduta blocchi e frane, anche a seguito di modeste sollecitazioni, come ad esempio quelle causate dal passaggio di animali selvatici (Figura n. 1).
L’Assessorato delle opere pubbliche, di concerto con il Comune e l’Anas, ha quindi predisposto un’operazione di bonifica e disgaggio delle porzioni ritenute ad elevatissima propensione al crollo per caratteristiche geostrutturali da rilevare puntualmente in parete, con il concreto rischio però di causare danni ai fabbricati presenti al di sotto della strada statale.
Il Comune ha quindi provveduto ad organizzare l’evacuazione temporanea di 35 nuclei familiari (per complessive 104 persone e 27 edifici interessati) e di 35 attività produttive, assicurando l’ospitalità in due residence e cercando di venire incontro alle esigenze di alcuni artigiani per poter garantire un minimo di continuità lavorativa. E’ stato inoltre necessario chiudere al traffico anche la strada comunale che costituiva la variante alla S.S. 26 isolando, di fatto, la frazione Entreves e quelle della Val Ferret. Al disagio si è sopperito parzialmente utilizzando l’autostrada del Monte Bianco e una serie di servizi sostitutivi per le scuole e i privati.
In considerazione dei possibili danni alle infrastrutture sottostanti, sono stati realizzati, a partire dal 22 agosto, a seguito dell’approvazione dell’intervento da parte della Giunta regionale con la deliberazione n. 1934 del 19 agosto 2011, interventi di mitigazione (300 metri di rilevati in terra alti più di 7 metri, 240 metri di barriere paramassi alte 6 metri, un cuscinetto in terra sulla strada lungo 110 metri e spesso 3 metri) (Figura n. 3).
A partire da lunedì 3 ottobre sono iniziate le operazioni di disgaggio e bonifica della parete rocciosa che si sono concluse definitivamente l’11 novembre con il distacco di diverse centinaia di metri cubi di roccia, mentre la riapertura al transito della S.S. 26 è avvenuta ai primi di dicembre.
Tutte le diverse fasi dell’intervento di bonifica sono state oggetto di specifici incontri settimanali con gli evacuati e il Comune ha attivato un servizio capillare di informazione ai cittadini, rendendo anche disponibile sul sito Internet un rapporto quotidiano sull’andamento dei lavori con immagini e filmati. I danni sulle abitazioni sono stati molto contenuti e solo un fabbricato regionale in disuso ha subito lesioni consistenti, anche perché le opere di protezione realizzate hanno svolto in modo molto efficace il loro compito.
I lavori di protezione e mitigazione del rischio non si concluderanno con la bonifica, ma sarà necessario procedere, da parte di Anas, con la progettazione di opere di protezione definitive che tengano conto del miglioramento delle condizioni di sicurezza conseguito grazie alle operazioni già realizzate, oltre che realizzare interventi mirati di placcaggio in parete di alcune masse rocciose.
I costi complessivi dell’intervento di bonifica sono pari a 2 milioni 150 mila euro.

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