homepage

Piano pluriennale di interventi

Piano pluriennale di interventi finalizzati alla realizzazione di opere di protezione dei centri abitati e delle principali infrastrutture da colate di detrito, frane e inondazioni

Nel corso del 2011 la viabilità della regione è stata interessata da una serie di crolli di roccia che hanno evidenziato l’estrema vulnerabilità delle infrastrutture viabili a questo tipo di dissesto con le conseguenti difficoltà gestionali di chiusura al traffico di strade per le quali, quasi sempre, non esistono alternative.
La situazione attuale non appare più critica degli altri anni, ma nel 2011, purtroppo, le conseguenze sono state molto gravi, con una vittima e un ferito grave.
Con la deliberazione della Giunta regionale n. 1934 del 19 agosto 2011 è stata approvata la prima fase del Piano pluriennale di interventi finalizzati alla realizzazione di opere di protezione dei centri abitati e delle principali infrastrutture da colate di detrito, frane e inondazioni. Con la legge finanziaria regionale per il 2011 n. 40/2010 e la successiva legge regionale di assestamento del bilancio n. 16/2011, è stato creato un fondo triennale del valore complessivo di 30,9 milioni di euro, di cui 8,9 milioni di euro per il 2011.
Questo atto costituisce il primo passo per una diversa politica di intervento per la difesa dai rischi idrogeologici.
Si tratta di superare la logica della massima cautela e del rischio zero in montagna per introdurre il concetto del rischio accettabile e sostenibile, sia dal punto di vista sociale che economico.
Per alcune tipologie di rischio, come le inondazioni e le valanghe, è quasi sempre possibile individuare i segnali premonitori dell’evento calamitoso che, mediante un sistema di allertamento come quello del Centro funzionale regionale operativo presso l’Assessorato delle opere pubbliche.
Non sono altrettanto prevedibili i dissesti come i crolli di roccia per i quali è impossibile determinare quantitativamente la probabilità di accadimento del fenomeno. In questo caso si può solo rilevare l'esistenza o meno di situazioni che potenzialmente possono evolvere in crolli, ma non si possono indicare tempi e priorità di accadimento (il catasto regionale dei dissesti ha censito 1604 frane di crollo).
In generale basta pensare che l’82 per cento del territorio valdostano è a rischio di frane, classificato ad elevato rischio per il 44 per cento e a medio rischio per il 38 per cento.
Con questi dati si comprende come sia impossibile controllare tutto e prevenire ogni tipo di dissesto, a meno di non chiudere le vallate della nostra regione. Risulta quindi molto difficile conciliare le esigenze di tutela dai rischi idrogeologici con la possibilità di una normale vita sociale ed economica per coloro che vivono nelle vallate alpine.
Si tratta allora di puntare ad una pianificazione dello sviluppo sociale di un territorio che, partendo dagli obblighi dell’attuale legislazione in materia, improntata alla massima cautela, possa definire adeguate linee di azione che tengano in dovuta considerazione le esigenze delle popolazioni che vivono in montagna.
Si ritiene che questo obiettivo sia raggiungibile definendo dei livelli di rischio idrogeologico accettabili e migliorando progressivamente i livelli di sicurezza del territorio. Questo miglioramento, quando un unico intervento risolutivo non è tecnicamente o economicamente fattibile né temporalmente funzionale, deve poter avvenire anche per fasi successive da realizzarsi nel minor tempo possibile.
La recente deliberazione approvata prevede di avviare il processo di adeguamento della strategia regionale in materia modificando il Programma regionale di previsione e prevenzione dei rischi idrogeologici, già approvato con la deliberazione della Giunta regionale n. 4241del 29 dicembre 2006.
La deliberazione approva anche un piano pluriennale di interventi, previsto dall'art. 19 della legge regionale 40/2010, che permette di fare fronte alle esigenze più urgenti determinatesi a seguito di crolli di roccia con interessamento dei centri abitati e della viabilità regionale e a causa di condizioni meteo avverse, per un importo di spesa di 10 milioni 500 mila euro.
Il Piano pluriennale di interventi definisce anche alcune linee di azione per la gestione delle situazioni di frana e di crollo, in attesa di un successivo aggiornamento del stesso con le nuove indicazioni del Programma regionale di previsione e prevenzione dei rischi idrogeologici.
Le linee di indirizzo, partendo da una valutazione delle condizioni di rischio dell’area interessata dal crollo, individuano alcuni primi interventi da realizzare nel minor tempo possibile per consentire una sensibile riduzione del rischio stesso e permettere, pur in presenza di un certo rischio residuo, che l’eventuale strada coinvolta possa essere riaperta al traffico.
Si cerca in tal modo di limitare al minimo indispensabile l’interruzione dei collegamenti e l’isolamento delle comunità quando gli interventi necessari possono risultare particolarmente onerosi e lunghi.
Tra i primi interventi previsti nel Piano pluriennale, riconducibili a tale metodologia, si evidenziano:

  1. gli interventi di protezione della S.R. di Valgrisenche nei Comuni di Arvier e Valgrisenche per 1,8 milioni di euro quale esempio di miglioramento progressivo delle condizioni di sicurezza nel rispetto della piena transitabilità della strada;
  2. la realizzazione di interventi di disgaggio e bonifica e la predisposizione di barriere e altre opere di protezione dell’abitato e della strada comunale sovrastante la S.S. 26 in località La Saxe del Comune di Courmayeur per circa 2 milioni di euro;
  3. il completamento della viabilità alternativa alla strada regionale n. 28 della Valpelline, con la variante realizzata sulla sponda destra orografica del torrente Buthier, per circa 2 milioni di euro.

Tra gli altri interventi del Piano è finanziata la realizzazione della pista sulla frana del Mont de La Saxe ad Entreves, che permetterà il completamento delle attività di indagine e monitoraggio così da garantire una migliore ricostruzione del sistema di circolazione idrica sotterranea e l’esecuzione di piccoli interventi di consolidamento e riprofilatura necessari per mitigare i principali fenomeni di crollo provenienti dal margine settentrionale del corpo di frana.
Questi principi hanno ispirato nel corso del 2011 anche le linee di intervento dell’Assessorato che hanno condotto, così come previsto dall’art. 8 comma 3 della legge regionale n. 5 del 18 gennaio 2001, all’approvazione del Programma triennale di finanziamento per le annualità 2011-2013 degli interventi di protezione dai rischi idrogeologici realizzati dai Comuni per un ammontare complessivo di 4,414 milioni di euro (deliberazione della Giunta regionale n. 1862 del 05 agosto 2011).