Stati generali dell'agricoltura alpina - Aosta, 10 ottobre 2025

 

Perché convocare gli Stati generali dell’agricoltura alpina?

Nella terminologia odierna, per Stati generali si intende una riunione, protratta generalmente per più giorni, nella quale si discute un tema di rilievo ampliando la platea dei partecipanti, oltre che alle istituzioni preposte, a tutti i soggetti in qualche misura interessati al tema stesso. Ciò al fine di raccogliere un ventaglio di opinioni e di proposte da poter mettere eventualmente a frutto in seguito da parte dei governanti, cui spetta il potere decisionale.

A seguito della lettura dei primi documenti della Commissione europea sulle prospettive politiche per la programmazione 2028/34, ci è parso urgente organizzare un evento ad ampio respiro che mettesse intorno al tavolo non solo le istituzioni europee, nazionali e regionali, ma anche e soprattutto gli agricoltori, gli operatori del settore agroalimentare e i silvicoltori accompagnati dalle loro rappresentanze.

 

Stati generali: un’occasione per fermarsi, confrontarsi e ripartire

Lo “stato” delle cose fotografa la situazione in un dato momento e, come una foto, permette di osservare al tempo stesso il quadro generale e i dettagli. Questa stasi esige il fermarsi e prendersi il tempo per riflettere su quanto si è fatto, su qual è l’oggi che osserviamo e su quanto si potrebbe fare domani.

Un grande evento, quindi, dove poter ascoltare – nella sessione mattutina – gli orientamenti meditati a Bruxelles e quali sono i primi sentiment provocati a livello nazionale, grazie alla partecipazione dei rappresentanti del Ministero all’agricoltura e dei suoi Enti (CREA e ISMEA) e di AGEA, e a livello regionale, grazie alla presenza non solo dei rappresentanti politici e tecnici delle Regioni alpine con le quali la Valle d’Aosta condivide la tutela e la gestione di un importante patrimonio umano, territoriale e culturale, ma di tutte le voci associative che rappresentano il mondo agricolo e forestale operante nella nostra regione.

Si diceva che per “Stati generali” si intende un contesto di partecipazione ampio, un’occasione di ascolto: ebbene, nel pomeriggio questo ascolto è riservato a “chi fa agricoltura” in Valle d’Aosta, cioè agli agricoltori, ai silvicoltori, a chi trasforma e valorizza le materie prime con sapienza, nel solco di una tradizione innovante.

Per dare la parola a quanti vorranno rispondere al nostro invito, in seno al Tavolo delle risorse abbiamo immaginato 4 temi che potessero esprimere al meglio le peculiarità del vivere ed operare in montagna:

- la famiglia rurale, realtà fortunatamente ancora molto presente nelle vallate alpine, sinonimo di cura per l’altro, socialità, presidio, vitalità, garanzia di continuità;

- produrre qualità, non solo in termini di prodotti salubri, sani e sapidi, ma anche rispetto della natura, tradizione, piacere del gusto, riscoperta dei valori attraverso i sapori e i saperi;

- agricoltura e turismo, per riflettere sulle potenzialità offerte ma anche sulle regole da rispettare al fine di godere i reciproci vantaggi di un’esperienza unica, per il turista, e di uno scambio prezioso di informazioni e arricchimento, per l’agricoltore;

- innovare e rinnovare, ricercando gli strumenti e le novità– tecniche e di pensiero – che promuovano evoluzioni senza strappi e approcci sempre aperti al nuovo, a prescindere dall’età.

 

Perché in Valle d’Aosta?

Perchéè la regione alpina più piccola ed interamente montana, che racchiude in sé i 4.000 più alti d’Europa come uno scrigno prezioso nascosto nell’ultima stanza a nord-ovest del corridoio italiano.

Un’iniziativa autonoma che nasce dalla consapevolezza di dover anticipare i tempi per trovarsi preparati quando le nuove regole saranno ufficiali e porteranno le novità che oggi temiamo, ma che potrebbero obbligarci a ripensare il modo di programmare, non solo i fondi europei, ma anche quelli nazionali e regionali.

Vivere in montagna obbliga ad uno sguardo a 360°, perché rischi e meraviglie sono un tutt’uno col paesaggio che potrebbe incantare, e invece deve spronare il camminatore a fronteggiare le nuove sfide: da qui vogliamo partire, avendo ben chiare le risorse a nostra disposizione e i compagni di viaggio.

Sì, perché questo viaggio non può essere affrontato da soli: così come ogni spedizione in alta quota obbliga gli alpinisti a dotarsi di guide esperte ed unirsi in cordata, così anche le nuove sfide della 28/34 vanno studiate per tempo al fine di trovare più soluzioni alternative pur sempre adeguate alla compagine, per le quali il sacrificio venga ricompensato col risultato sperato (la méta).

 

iscrizioni

http://newsondaggi.regione.vda.it/index.php/879811?lang=it

 

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare gli uffici al numero 0165 275408.

 

 

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