LEGGE CASA”, SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

AGGIORNAMENTO E MONITORAGGIO DELLA LEGGE CASA

La Legge Casa, a tre anni dalla sua applicazione, ha registrato quasi mille interventi sul territorio, per circa 26 mila metri cubi di nuove unità immobiliari, stimabili in circa 130 alloggi di superficie pari a 70 metri quadrati. Si tratta per lo più di interventi relativi all’incremento del 20 per cento del volume di unità immobiliari esistenti, riferibili all’articolo 2 della legge, che da un lato rispondono a esigenze di adeguamento e miglioramento del patrimonio edilizio e dall’altro lato consentono di risparmiare suolo libero. La possibilità di densificare l’abitato esistente previsto dalla legge, contribuisce alla riduzione della pressione sulle aree non edificate, in quanto la domanda di abitazione trova nuovi canali di accoglimento.

 

Aggiornamento e monitoraggio della Legge casa »

 

Il monitoraggio degli interventi ha messo in evidenza l’importanza di attuare il bilancio dei materiali inerti e da demolizione, prodotti nell’ambito dell’applicazione della Legge Casa; pertanto è stata resa obbligatoria, con l’approvazione della deliberazione di Giunta regionale 514/2012, la compilazione informatica della Scheda di bilancio di produzione inerti.

Relativamente alla valutazione di sostenibilità ambientale, da effettuarsi all’interno delle pratiche di Legge Casa che lo richiedono, si evidenzia che nella maggioranza dei casi è stata raggiunta la classe di sostenibilità Bsa, che attesta una buona qualità ambientale.

Sul tema della bioedilizia, l’Assessorato del territorio e ambiente, in collaborazione con la Chambre - Camera valdostana delle Imprese e delle Professioni, ha promosso per le giornate di giovedì 13  e di venerdì 14 settembre, il Convegno internazionale Costruire sostenibile nel contesto alpino: normative e sistemi di certificazione. Il Convegno, patrocinato da Ordini e Collegi professionali della Regione, a cui hanno partecipato diversi relatori, esperti nazionali e internazionali di sistemi di certificazione e di tematiche legate alla sostenibilità ambientale, ha fornito inoltre l’occasione per valutare l’opportunità di sviluppare questo ambito normativo anche nella nostra realtà. È stata approfondita la tematica dei sistemi di certificazione ambientale, delle loro normative e dei loro regolamenti, dando spazio alle testimonianze e alle esperienze di imprese locali, ponendo l’attenzione su alcuni casi-studio legati al contesto alpino.

 

LE NUOVE LINEE GUIDA DELLA LEGGE CASA

Dopo le modificazioni apportate nel 2011 alla legge regionale 24/2009, la cosiddetta Legge Casa, a marzo la Giunta regionale ha approvato, con la deliberazione n. 514, le Nuove disposizioni attuative della lr 24/2009, un testo che riordina la materia contenuta nelle precedenti deliberazioni attuative del 2010 e ne adegua i contenuti alle novità introdotte dalle modificazioni apportate al testo di legge. In questo modo, l’applicazione della Legge Casa è facilitata dall’univocità del testo applicativo e da una formulazione più confacente alle esigenze emerse nell’applicazione della norma.

 

LE MODIFICAZIONI DELLA LEGGE URBANISTICA REGIONALE (LA LEGGE 6 APRILE 1998, N. 11)

Un nuovo traguardo per l’attuazione del programma di legislatura è stato raggiunto con l’approvazione della legge regionale 12 giugno 2012, n. 17, entrata in vigore il 25 luglio scorso. La norma introduce importanti modificazioni alla legge urbanistica regionale, la legge regionale 6 aprile 1998, n. 11, e ad altre norme aventi effetti sull’attività edilizia, quali quelle riguardanti i tetti in lose ed i benefici economici erogati per la loro costruzione.

Con questo intervento normativo si è impressa un’accelerazione al processo di adeguamento dei piani regolatori comunali alla normativa urbanistica e al Piano Territoriale Paesistico (il PTP).

La norma interviene infatti sull’iter procedurale delle varianti sostanziali dei PRG, introducendo tempi definiti nelle fasi di predisposizione dei relativi testi di piano al fine di favorire la conclusione del processo di adeguamento dei PRG al PTP. Si è provveduto, pertanto, a fissare una scadenza, con penalità in caso di non rispetto dei tempi, per la presentazione della bozza di piano e tra la valutazione della bozza e l’adozione del testo preliminare; si è inoltre stabilito un termine entro il quale i Comuni devono pronunciarsi sulle osservazioni formulate da chi abbia interesse.

In ossequio agli obiettivi generali di snellimento dell’azione amministrativa, sono state apportate modificazioni volte sia a ridurre i tempi sia a semplificare le procedure di approvazione dei regolamenti edilizi comunali ed è stata attribuita ai Comuni la facoltà, e non più l’obbligo, di istituire la commissione edilizia, sia in forma singola che associata.

In analogia a quanto previsto dalla normativa statale vigente in materia, sono stati quindi introdotti, in luogo della concessione edilizia e della denuncia di inizio dell’attività, il permesso di costruire, la segnalazione certificata di inizio attività edilizia (SCIA edilizia) e la comunicazione di varianti in corso d’opera.

Modificazioni sono state apportate anche alla disciplina dei PUD e, in particolare, è stata introdotta la possibilità di prorogarne la validità decennale per un massimo di ulteriori cinque anni.

Per quanto attiene alla disciplina degli ambiti inedificabili, si ricorda in particolare la sostituzione dell’articolo 38 della legge regionale 11/1998, per chiarire le competenze dei Comuni in presenza di aree a rischio di inondazione, frana e valanga e per la tutela delle zone umide.

Il testo di legge ha inoltre stabilito la predisposizione di alcune deliberazioni attuative cui si è già iniziato a provvedere, come evidenziato ai paragrafi seguenti, anche attraverso un costruttivo confronto con il Consiglio permanente degli enti locali e con gli Ordini professionali interessati.

 

LE DELIBERE APPLICATIVE DELLA LEGGE URBANISTICA REGIONALE

Criteri per la costruzione di piccole strutture pertinenziali

Con la deliberazione n. 1810 del 6 settembre 2012, la Giunta regionale ha approvato i criteri e le modalità per la realizzazione di strutture pertinenziali a servizio della residenza e delle attività agricole, anche non professionali, come richiesto dal testo della legge regionale 11/1998 entrato in vigore dal 25 luglio 2012. L’intento è stato quello di riempire un vuoto normativo e di definire tipologie costruttive e regole per l’inserimento attento di tali strutture nel paesaggio.

Due sono le discipline definite:

La prima riguarda i beni strumentali a servizio di fondi coltivati nelle zone agricole (zone territoriali di tipo E), aventi dimensioni inferiori a 20 metri quadrati, per la cui realizzazione la legge 11/1998 ha escluso la necessità di ottenere il parere di razionalità dall’Amministrazione regionale; in questo caso sono interessati i proprietari di terreni agricoli coltivati in proprio o in affitto.

La seconda disciplina concerne le strutture pertinenziali a servizio degli edifici esistenti nei centri storici (zone A) e di quelli residenziali nelle zone agricole (zone E), destinate al ricovero di attrezzi o al ricovero per la legna o suoi derivati, per le quali è stabilita una superficie non superiore a 10 metri quadrati.

La deliberazione descrive le strutture e stabilisce le condizioni per la loro realizzazione, gli usi cui sono destinate e le tipologie costruttive da rispettare. Il titolo abilitativo richiesto per entrambe i tipi di edificazione è la SCIA edilizia.

Indirizzi applicativi della nuova legge urbanistica

L’ampiezza e complessità delle recenti modifiche apportate alla legge regionale 11/1998 hanno suggerito alla Giunta regionale, (con la Deliberazione del 5 ottobre 2012, n. 1949) di approvare alcuni indirizzi applicativi della norma, rivolti prevalentemente agli enti locali.

Gli indirizzi riguardano particolari aspetti relativi agli ambiti inedificabili e al vincolo idrogeologico e alle nuove procedure per il rilascio dei titoli abilitativi per l’attività edilizia (permesso di costruire e SCIA).

Revisione del Regolamento edilizio tipo

È stato predisposto, a oltre dieci anni dall’approvazione del precedente, il nuovo Regolamento edilizio tipo. Mentre il testo modificato della legge regionale 11/1998 introduce una netta semplificazione nelle procedure di approvazione del regolamento edilizio tipo regionale e delle modifiche (parziali o integrali) ai regolamenti edilizi comunali, il nuovo Regolamento edilizio tipo aggiorna il testo previgente in relazione alle innovazioni legislative e normative, facilitandone l’utilizzo da parte dei Comuni e, al tempo stesso, proponendo uno strumento più dinamico, in grado di rispondere alle necessità di rapido adeguamento alle normative di settore in continua evoluzione.

Le principali novità riguardano la riduzione dei contenuti obbligatori dei regolamenti edilizi comunali, limitandoli agli aspetti riguardanti: la commissione edilizia, quando isitituita dal Comune; gli adempimenti inerenti ai titoli abilitativi edilizi e alla legittimazione delle trasformazioni edilizie o urbanistiche del territorio; i parametri e gli indici edilizi, i tipi di intervento edilizio o urbanistico. Pur avendo mantenuto la struttura del testo, è stato ridotto il numero degli articoli e sono stati esclusi argomenti derivanti da specifiche norme di settore che disciplinano già compiutamente la materia non necessitando pertanto di integrazione da parte del regolamento edilizio.

 

ISTRUTTORIE DEI PIANI REGOLATORI COMUNALI

Nel corso dell’anno sono state approvate dalla Giunta regionale in via definitiva 5 varianti sostanziali generali di piani regolatori comunali in adeguamento al Piano Territoriale Paesisitico (PTP) e alla legge regionale 11/1998 e 2 testi definitivi sono in fase di conclusione dell’istruttoria; 11 sono state le bozze valutate o in fase valutazione e 6 i comuni affiancati dalle strutture regionali competenti per la predisposizione della bozza. Inoltre, 53 sono le varianti non sostanziali esaminate.

Sono inoltre state valutate 5 deroghe agli strumenti urbanistici o al PTP e 8 modifiche ai regolamenti edilizi; 8 sono state le intese stipulate tra Stato e Regione per la realizzazione di opere pubbliche di interesse statale, principalmente interventi su infrastrutture statali.

 

SCT - SISTEMA DELLE CONOSCENZE TERRITORIALI E AGENDA DIGITALE

Nel corso dell’anno è stata sviluppata la progettazione del sistema informativo web per la gestione dei principali procedimenti tecnici e amministrativi di competenza della struttura dirigenziale, mediante l'integrazione con il Sistema delle conoscenze territoriali (SCT). Si tratta di una modalità molto innovativa che sfrutta le potenzialità del web per la pubblica amministrazione configurandosi come un modello per l’applicazione ad altre strutture e che diventerà operativa nei primi mesi del 2013. Inoltre è stata predisposta una bozza di deliberazione attuativa dell’articolo 95bis della legge regionale 11/1998 volta a disciplinare modalità di trasmissione in formato digitale dei dati e delle informazioni relativi alla pianificazione regionale e comunale.

 

PARTECIPAZIONE A TAVOLI DI LAVORO NAZIONALE ED EUROPEI

L’Assessorato partecipa dal 2011 al Comitato nazionale del di Cooperazione Territoriale Europea ESPON 2013, volto a sostenere la coesione territoriale e a valorizzare la cooperazione tra territori e regioni d’Europa attraverso il sostegno alla ricerca applicata nel settore della pianificazione e la predisposizione di piattaforme e strumenti per lo sviluppo locale.

L’Assessorato partecipa inoltre al Tavolo interregionale per lo Sviluppo Territoriale Sostenibile della macroregione padano – alpina – marittima che ha concentrato i lavori dell’anno in corso sui temi del consumo di suolo e del paesaggio.