Assessore Territorio e Ambiente

MANUELA ZUBLENA

Nel corso del 2012, l’attività dell’Assessorato si è focalizzata su uno degli argomenti ambientali attualmente più interessanti e al contempo controverso, la gestione dei rifiuti. In questo ambito, dopo un lungo percorso di analisi e valutazioni avviato già nel 2005, nel 2010 l’Amministrazione regionale aveva optato per il trattamento a caldo, con l’avvallo di tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio regionale. Come ben sapete, nel novembre di quest’anno, attraverso un referendum, la volontà popolare ha invece annullato le scelte attuate.

Ritengo che l’esito referendario, pur evidentemente nel totale rispetto della scelta dell’elettorato, abbia rappresentato una rinuncia a guardare con ambizione al futuro, a puntare con fiducia e convinzione sull’innovazione tecnologica, a lavorare per un’esperienza di eccellenza nella nostra regione e a sentirsi, anche in questo campo, parte dell’Europa più avanzata. Ha prevalso purtroppo una diffusa paura della tecnologia, un attaccamento al passato piuttosto che uno slancio convinto verso il futuro, alimentato da una campagna di tipo politico che ha con evidenza cavalcato un argomento molto sensibile.

Nei fatti, si è optato per una “non scelta”, che però rischia di generare – ahimé – una situazione potenziale di emergenza. Dovremo riavviare ora l’intero percorso per definire un nuovo programma e una nuova prospettiva. Parallelamente, l’Assessorato continuerà, come ha fatto durante tutto l’anno, il suo piano per la riduzione e il riciclo dei rifiuti in Valle d’Aosta, che rimane un’azione prioritaria.

Accanto al tema dei rifiuti, importante è stato l’impegno dell’Assessorato per una concretizzazione in tutti i settori di attività, dei principi di gestione sostenibile delle risorse naturali, nell’obiettivo di garantire la tutela dell’ambiente e l’equilibro con le pressioni antropiche. La Pianificazione territoriale è da questo punto di vista una delle azioni più incisive soprattutto nel lungo periodo, in quanto delinea gli orientamenti di uso del territorio. Per questo, tenuto conto che ad inizio legislatura solo un piano regolatore aveva concluso l’iter di approvazione, un grande impulso è stato dato al processo di adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al PTP, condotto secondo una precisa volontà di limitare l’espansione di aree destinate a potenziale nuova edificazione, consapevoli e convinti del valore che il suolo libero rappresenta in termini ambientali, paesaggistici ed economici. Ad oggi, oltre due terzi dei Comuni hanno uno strumento urbanistico o già adeguato o in corso di valutazione: quest’anno infatti sono stati approvati ulteriori 5 piani nel loro testo definitivo che porta a  23 i piani conclusi, cui a breve se ne aggiungeranno altri 3; insieme  alle 21 bozze di piano già valutate o prossime a concludere l’iter, si può affermare che, in meno di cinque anni, si è ridisegnato significativamente il quadro degli strumenti urbanistici del territorio regionale improntato agli indirizzi del PTP.

Gli studi di impatto ambientale e la Valutazione Ambientale Strategica hanno rappresentato poi ulteriori strumenti per un’analisi più puntuale degli effetti che pianificazioni di settore o specifiche azioni progettuali hanno sul territorio. Anche questa delicata valutazione, svolta spesso in un contesto di contrapposizione tra le parti interessate, è stata condotta con l’obiettivo di trovare un meditato equilibrio per favorire da un lato le attività umane e dall’altro il mantenimento di elevati standard ambientali.

Infine, sempre nell’ambito della gestione delle risorse ambientali, è stato realizzato il Piano regionale delle attività estrattive, che individua i siti per l’approvvigionamento di materiale lapideo, in un’ottica di ripristino ambientale e, in alcuni casi, di vere e propri riqualificazioni.

Per quanto riguarda invece la Legge casa, mi preme sottolineare che, benché la normativa sia nata tra tante polemiche e gli immancabili timori di interessi speculativi, essa ha rappresentato al contrario un’ulteriore opportunità per limitare il consumo di suolo naturale grazie alle opportunità di riuso di edifici esistenti attraverso ottimizzazioni volumetriche. Inoltre, grazie all’inserimento di precisi indirizzi di edilizia sostenibile –  ancorchè  migliorabili e sicuramente rafforzabili –  è stato un vero e proprio strumento in grado di produrre un effettivo miglioramento della qualità dell’edificato. D’altro canto, la legge è stata uno stimolo per sviluppare una nuova progettualità incentrata sui principi di sostenibilità: nuove soluzioni tecnologiche, impiantistiche, nuovi materiali e nuovi elementi architettonici. Questo impulso offerto dalla legge e colto dalle categorie professionali è stato testimoniato dall’interessata partecipazione al convegno sull’edilizia sostenibile, un’occasione di confronto, scambi di conoscenze e soprattutto di valorizzazione di tutte le interessanti esperienze sviluppate sul nostro territorio.

L’impegno dell'Assessorato si è focalizzato sulla ricerca di condizioni di sostenibilità e di mantenimento dell'equilibrio dei sistemi naturali, attraverso azioni di pianificazione territoriale sul lungo periodo, misure correttive legate a problemi ambientali specifici e disposizioni più trasversali, integrate ad altre politiche, operando in vari settori, dall’inquinamento acustico, atmosferico e delle acque, alla gestione dei rifiuti, la protezione del suolo e la lotta al cambiamento climatico.

In prospettiva le politiche ambientali dovranno essere sempre più convinte e incisive le politiche ambientali, soprattutto per la diffusione di una vera e corretta coscienza verso uno sviluppo sostenibile.