La frana

La frana storica di Bard

 

 

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La frana storica di Bard è tipologicamente riconducibile ad un crollo in massa. La massa franata, il cui volume venne stimato in 160.000 mc, è costituita da grandi blocchi rocciosi gneissici di forma cubica e prismatica. L’accumulo di frana oggi visibile conserva ancora una notevole evidenza, sebbene sia stato oggetto di notevole rimaneggiamento per lo sgombero della strada e per lo sfruttamento del materiale lapideo a scopo edilizio. Le cause dell’evento sono imputabili principalmente a fattori predisponenti quali la fratturazione della roccia e fisici quali il crioclastismo e termoclastismo; non è da sottovalutare anche la sismicità della zona: pare infatti che piccole scosse possano aver avuto un ruolo importante come fattore innescante. L’evento del 1912 è la testimonianza più recente di un’attività di frana certamente più antica che interessa non solo il sito segnalato, ma una fascia più estesa, come denuncia la diffusa presenza di blocchi rocciosi alla base del versante riconoscibili per la superficie più scura alterata nel tempo.

UN TORRENTE CON DUE NOMI Secondo gli abitanti di Bard il nome del torrente che scorre in corrispondenza della frana è legato ad una storia curiosa. Si narra, infatti, che durante il passaggio delle truppe napoleoniche (inizio 1800) lungo il sentiero, ora dismesso, che costeggiava il versante sulla sinistra orografica, due cavalli carichi d’argento caddero proprio nel torrente disperdendo così tutto il loro prezioso carico. Da quel giorno la parte inferiore del torrente Valgenet porta il nome “Rio Argentere".

La cappella del Liéron, sorta su un antico tempio pagano denominato Hierons, fu dedicata in epoca cristiana (IV sec.) alla Santa Vergine, Madonna delle Nevi. La frana seppellì la cappella di cui oggi restano solo alcune immagini; la statua della Vergine risalente al XVI sec. in essa contenuta, fu tratta in salvo alle prime avvisaglie di instabilità. 



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