Marmitte dei Giganti

Le marmitte dei giganti presenti a Bard sono forme fossili modellate in compatti gneiss dall’azione abrasiva esercitata delle acque cariche di detriti (evorsione) che scorrevano o alla fronte del ghiacciaio ormai in fase regressiva o in ambiente subglaciale. Sul fondo della marmitta ( 4 m di diametro per 7 di profondità), situata sulla sommità del dosso, si intravedono i ciottoli trasportati dalle acque del torrente glaciale. La marmitta sotto il forte sebbene di diametro inferiore rispetto alla prima presenta una forma più regolare ed molto suggestiva poiché per buona parte dell’anno è colma di acqua.

 

 

 

 

I ciottoli trasportati dalle acque del torrente subglaciale, a causa del moto turbolento e per effetto dei processi meccanici esercitati dai continui urti, si comportano come trapani creando delle cavità che via via vengono ingrandite ed approfondite.

 

Alcune marmitte anziché essere circolari sembrano sezionate a metà: sono marmitte emisferiche, formatesi in seguito all’azione erosiva dell’acqua nell’interfaccia ghiacciaio - parete rocciosa (zona della Bistecca).

 

LE LEGGENDE Da secoli le marmitte di Bard vengono chiamate “Olles des Sarasins”; la leggenda narra che i Saraceni le avrebbero scavate con l’aiuto di Satana per nascondere il bottino depredato ai viandanti. Nell’800 lo studioso di storia valdostana Promis accettò questa leggenda apportandovi una variante: sostituì i Saraceni con i Salassi che, non essendo predoni, avrebbero utilizzato le “Olles” per immagazzinare il grano proveniente dalla vicina Pianura canavesana. Le marmitte quindi sarebbero state per i Salassi dei silos, i cui coperchi sarebbero stati i ciottoli ancor oggi visibili sul fondo! 



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