ALTA MONTAGNA E PASCOLI
Il progetto Gloria: uno studio che mette in luce gli stretti rapporti tra i cambiamenti climaticici e la variabilità vegetazionale.
VEGETAZIONE E CAMBIAMENTO DEL CLIMA
di Andrea Mammoliti-Mochet
Il quadrato permanente 1m x 1m.Effetti dei cambiamenti climatici sulla vegetazione di alta quota

Le modificazioni del clima, siano esse indotte dall'attività antropica oppure insite nella normale variabilità ambientale, interessano tutti gli ambienti terrestri: tuttavia in alta montagna il riscaldamento dell'atmosfera produce effetti più evidenti di quelli rilevabili alle quote più basse.
Oltre alle zone glacializzate, i settori montani ritenuti più sensibili ai cambiamenti climatici sono posti tra il limite superiore del bosco e il piano nivale: in questa fascia altitudinale, aumenta notevolmente l'influenza della temperatura sui vegetali, i gradienti ecologici diventano molto marcati e gli ecotoni sono spesso concentrati. Di conseguenza, all'aumentare della quota, le modificazioni del clima sulla vegetazione possono essere rilevate abbastanza facilmente, rendendo possibili indagini più rapide e su zone relativamente piccole. Per di più, molte specie montane sono longeve e possono reagire anche alle variazioni termiche sul medio periodo.

Il progetto GLORIA in Valle d'Aosta

Area sommitale 1, piano subalpino superiore (Parco Regionale Mont Avic).Su scala globale, gli ecosistemi montani rappresentano l'unica unità biogeografica terrestre distribuita su tutto il pianeta: monitorare i loro equilibri naturali permette di caratterizzare le tendenze in atto anche a quote più basse.

A partire dal 2001, ARPA Valle d'Aosta partecipa ufficialmente al progetto denominato GLORIA (Global Observation Research Initiative in Alpine Environments), la cui finalità principale è il monitoraggio degli effetti dei cambiamenti climatici sulla vegetazione di alta montagna in Europa. Il progetto è coordinato dell'Istituto di Ecologia e Biologia della Conservazione dell'Università di Vienna, diretto dal prof. Georg Grabherr. Attualmente il monitoraggio coinvolge 20 aree campione (target regions) distribuite in diverse zone climatiche dalla Scozia agli Urali, dalla Sierra Nevada al nord della Svezia.

Gli effetti del cambiamento climatico maggiormente attesi in ambiente montano sono l'estinzione di specie criofile e la migrazione di specie termofile verso quote superiori. In dettaglio sono state definite diverse ipotesi di ricerca che prevedono di:
o definire i modelli di ricchezza specifica, abbondanza e vegetazione lungo il gradiente altitudinale in diverse regioni alpine;
- quantificare i principali effetti diretti e indiretti dei fattori climatici su questi ambienti;
- stimare l'effettivo rischio di estinzione di specie, gruppi di specie e forme funzionali per effetto del cambiamento climatico;
- stimare la perdita di biodiversità vegetale nell'arco temporale reinventariando ogni 5-10 anni i siti indagati;
- effettuare correlazioni tra diverse aree montuose in diverse zone climatiche.

A livello locale, la ricerca si concentra sulla valutazione della ricchezza specifica all'interno dell'area di studio e sulle condizioni di copertura, abbondanza, struttura e composizione della vegetazione. Inoltre sono valutate la variabilità altitudinale e latitudinale di tali componenti verificando anche l'esistenza di specie o gruppi di specie che possono svolgere il ruolo di indicatore del cambiamento climatico (ad es. endemismi).

Tutte le analisi da effettuare all'interno delle target regions sono accuratamente dettagliate all'interno di un apposito protocollo di terreno: tale documento prevede anche la collocazione di mini data logger, che registrano in continuo la temperatura per oltre 3 anni. L'utilizzo di tali sensori permette di correlare le variazioni dei popolamenti vegetali al variare del fattore termico, oltre a rendere possibile il confronto tra rilievi a diversa quota e tra diverse regioni montuose interessate da variazioni climatiche di lungo termine.

La scelta dell'area di indagine

L'analisi della vegetazione e le misurazioni della temperatura sono effettuati esplicitamente all'interno di aree sommitali (summit areas) con caratteristiche morfologiche predefinite. Le motivazioni di tale impostazione sono molteplici: in generale, si tratta di siti facilmente definibili e individuabili anche in caso di campionamenti prolungati negli anni e, a differenza di quanto accade sui versanti, le loro condizioni ecologiche non sono molto condizionate dalle aree contigue. Anche dal punto di vista fitosociologico, la composizione specifica degli ambienti sommitali è relativamente tipizzabile e normalmente non è arricchita da apporti specifici da quote superiori: in particolare, la ß-biodiversità (cioè il numero di specie presente in un mosaico di habitat) è elevata per la presenza di molte nicchie ecologiche ravvicinate. Anche l'interferenza di frane e valanghe è in genere trascurabile.

Oltre a ciò le aree sommitali funzionano da trappole per le specie migratrici, provenienti da settori a quote inferiori, che possono sostituire facilmente le specie criofile con scarsa capacità di competizione, soprattutto nel caso di massicci isolati e con un alto numero di endemismi.

La scelta dei rilievi per i campionamenti rende necessaria l'individuazione di zone omogenee dal punto di vista geologico e con una ridotta interferenza antropica (sfalcio, fertilizzazione, calpestio, frequentazione turistica, ecc.).

In Valle d'Aosta sono state individuate complessivamente quattro summit areas di cui tre all'interno del Parco Naturale Mont Avic mentre un quarto rilievo è stato individuato nel comune di Valtournenche.


Organizzazione del campionamento all'interno dell'area sommitale

Il protocollo di terreno di GLORIA definisce diverse porzioni dell'area sommitale dove effettuare un campionamento con diversi livelli di dettaglio:
- i quadrati permanenti di 1m x 1m, all'interno dei quali si effettuano misure di composizione specifica, copertura, abbondanza e frequenza mediante l'utilizzo di un reticolo di 100 celle di 0,1 m x 0,1 m. Sono previsti 4 quadrati permanenti per ognuna delle 4 direzioni cardinali per ogni area sommitale (evidenziati in rosso);
- i settori sommitali, ovvero 4 aree nella porzione di rilievo compresa entro -5 m di dislivello dalla cima e altrettante nella zona di quota compresa tra -5 e -10 m di dislivello dalla cima. All'interno dei settori (evidenziati in grigio) sono stati effettuati l'inventario di tutte le specie presenti, la stima della copertura vegetale e la determinazione dei valori di abbondanza di ogni specie per effettuare un confronto tra la ricchezza specifica di diversi campionamenti ed evidenziare la comparsa di nuove specie.

Conteggio di frequenza delle specie presenti

Di tutte le aree e le sub aree di campionamento è stata raccolta anche una ricca documentazione fotografica fondamentale per effettuare i campionamenti futuri negli stessi identici settori e verificarne le eventuali variazioni.

L'importanza del progetto GLORIA

GLORIA è attualmente l'unica rete di monitoraggio degli effetti dei cambiamenti climatici sulla vegetazione alpina estesa a tutt'Europa, con un piano di indagine di lunga durata e costi contenuti. Le metodiche di campionamento sono standardizzate, condivise e validate ed esiste un unico database centrale che raccoglie i dati per le elaborazioni, in contatto costante con i partner rilevatori. La rappresentatività delle informazioni raccolte permetterà di definire i modelli di biodiversità vegetale in zone montane e le variazioni indotte dal Global change sul medio periodo.

Informazioni dettagliate sul progetto di monitoraggio sono reperibili sul sito web ufficiale all'indirizzo www.gloria.ac.at
   
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