ALTA MONTANGNA E PASCOLI
I monti che ci stanno attorno non sono solo i nostri confini: essi entrano in profondo rapporto con tutto il territorio e presidiano il delicato sistema di equilibri lo che governa.
MONTAGNES VALDÔTAINES
di Flaminia Montanari
Il Monte Cervino visto dalla cima della Punta Tersiva.Il non indifferente sforzo (tanto in termini tecnici che economici) richiesto alle Amministrazioni locali per l'adeguamento del loro piano regolatore al Piano Territoriale Paesistico ha fatto sì che tutta l'attenzione e le risorse siano state rivolte in questo periodo verso tutti quegli approfondimenti normativi e quei documenti di analisi che sono indispensabile strumento a supporto delle scelte. A fronte della mole e complessità tecnica di questo lavoro e di tutti gli adempimenti formali che esso comporta, può quasi sembrare a volte che diventi di secondaria importanza il contenuto delle scelte stesse, tale è la preoccupazione di tecnici ed Amministratori di rientrare nell'intricato quadro di norme e parametri fissati dalle leggi.
Ma al di là degli aspetti più specificamente tecnici che presiedono alla sua stesura, un piano regolatore rappresenta uno strumento con cui in qualche modo andiamo a "disegnare il nostro futuro": un modo cioè per fissare, attraverso le destinazioni e le modalità d'uso del territorio, le regole entro cui ogni comunità locale - e di conseguenza ciascuno di noi - dovrà immaginare e inserire le sue iniziative, cogliere e costruire le sue occasioni di vita e di lavoro.
Per questi motivi sarebbe molto importante che la discussione sui contenuti dei PRGC, invece che ristretta all'ambito dei tecnici, fosse quanto più è possibile allargata a tutti i cittadini; ma questo richiederebbe anche, da parte dei cittadini stessi, una comprensione dei problemi del territorio su cui vivono, senza di cui la partecipazione alla redazione del piano diventerebbe soltanto - come spesso è di fatto - una pressione sugli Amministratori per indirizzare la scelta della destinazione d'uso dei singoli mappali di proprietà. Una reale partecipazione dei cittadini alle scelte non può invece prescindere dalla nozione - ahimè ormai persa e tacciata di visione illuministica - di "bene comune".
Per questo motivo abbiamo deciso di utilizzare i prossimi quattro numeri della rivista per parlare dei sei ambiti che il Piano Territoriale Paesistico definisce "sistemi territoriali". Un sistema è un insieme di elementi e azioni tra loro interconnessi in maniera tale che una variazione dell'uno si riflette - in tempi più o meno lunghi a seconda dei casi - su tutti gli altri; le relazioni che legano questi elementi infatti, pur non essendo fisse, si definiscono tipicamente come processi di feed-back, cioè di risposta di autoregolazione in rapporto al cambiamento intervenuto. Un esempio tipico è quello della catena alimentare: la diminuzione di una specie (a motivo della distruzione da parte dell'uomo, dell'ambiente inquinato o comunque cambiato in maniera sfavorevole a quella specie o a causa di un eccesso di predatori) determina una diminuzione di cibo disponibile per i predatori stessi di quella specie, che quindi non avendo cibo a sufficienza sono destinati a diminuire; a loro volta i predatori dei predatori, essendo diminuita la loro riserva alimentare e invariata la loro necessità, la saccheggeranno maggiormente determinandone una drastica diminuzione; la popolazione inizialmente falcidiata avrà a questo punto meno predatori, ed avrà quindi la possibilità di moltiplicarsi riproducendo così una nuova condizione di equilibrio. Questo tipo di processo può riprodursi infinite volte, fino a che la situazione di squilibrio non passa determinati limiti di non-ritorno: ad esempio una specie viene totalmente distrutta. In questo caso si determina un "buco" nella catena alimentare, e da questa "smagliatura" possono originarsi squilibri a catena che determinano un nuovo assetto di equilibrio, nella maggior parte dei casi più semplificato e quindi più precario. La complessità di un sistema ne costituisce in effetti la ricchezza: quanti più elementi e quante più relazioni intervengono in un sistema, tanto più vari possono essere gli assestamenti e gli equilibri che si determinano al suo interno, e di conseguenza anche le sue capacità di ripresa, di trasformazione e di sviluppo in conseguenza di eventuali variazioni.
Partendo da questo concetto andremo perciò ad esaminare alcuni degli aspetti della complessità dei sei sistemi individuati dal PTP:

- il sistema delle aree naturali;
- il sistema dei pascoli;
- il sistema boschivo;
- il sistema fluviale;
- il sistema insediativo tradizionale;
- il sistema urbano di fondovalle.

A questi sistemi corrispondono, nel PTP, degli indirizzi di gestione volti a salvaguardare appunto quella integrità della complessità delle loro relazioni interne che ne costituisce da un lato il pregio e dall'altro la loro stessa possibilità di mantenimento - cioè appunto quella capacità di ricostituzione di equilibri capace di garantire il sistema dal degrado. Paradossalmente i sistemi, che costituiscono l'aspetto più qualificante dei contenuti del PTP, dal momento che sono investiti solo da "indirizzi" senza una precisa imposizione normativa (e come normare, d'altronde, processi di tale complessità?) vengono in genere considerati poco rilevanti dalle Amministrazioni Comunali agli effetti delle scelte pianificatorie; ed è per questo motivo che riteniamo utile proporre alcuni spunti di riflessione che, a partire proprio dai sitemi territoriali, ci aiutino a mettere in discussione e valutare quali ripercussioni le nostre decisioni, anche quando apparentemente puntuali, possano avere su di un ambito territoriale più largo.
Questo primo numero si occupa di due sistemi, quello dell'alta montagna e quello dei pascoli, che abbiamo abbinato perché, pur con usi molto dissimili e a volte in contrapposizione, non possono essere divisi nella considerazione pianificatoria - proprio perché è necessario che comprendiamo che l'uso del territorio non è solo quello antropico, ma che nella gestione degli equilibri territoriali anche ciò che l'uomo apparentemente non tocca ha una importanza sull'intero assetto territoriale e merita quindi una sua specifica considerazione.
   
Pagina a cura dell'Assessorato territorio, ambiente e opere pubbliche © 2024 Regione Autonoma Valle d'Aosta
Condizioni di utilizzo | Crediti | Contatti | Segnala un errore