VERTA VALLAYE
La pressione edificatoria nella zona collinare e l'abbandono dell'agricoltura hanno causato l'espansione di boschi e cespuglieti, cui si sta cercando di porre rimedio attraverso una politica di riqualificazione del territorio.
LA COLLINA DI AOSTA
di Chantal Trèves
Aprile 2002: Aosta e la sua collina.Quella che viene normalmente chiamata collina di Aosta è in realtà il tratto che margina la città del versante adret della valle centrale culminante con le Pointes Chalignes. L'altitudine è compresa all'incirca tra 550 e 1.200 m s.l.m., il clima molto arido e l'esposizione pieno sud conferiscono un carattere tipicamente termofilo alla vegetazione, come testimonia la presenza del mandorlo, pianta molto diffusa nell'area mediterranea. Storicamente legato funzionalmente alla città, il settore in passato non era molto edificato, ma estesamente coltivato a prato, vigneto, frutteto e seminativi. Negli ultimi quarant'anni esso è stato invece oggetto di una pressione edificatoria crescente che ha portato alla graduale occupazione della zona di piede e allo sviluppo di un insediamento sparso.
Gli effetti di questo processo sono stati la frammentazione dei fondi e l'abbandono generalizzato delle attività agricole con la conseguente diffusione del cespuglieto e l'espansione del bosco. Si sta così delineando un paesaggio sempre meno strutturato e identitario a favore di un disordine insediativo sconfortante. Conseguenza ancora più grave è l'aumento dei rischi idrogeologici e di incendio. Il Comune di Aosta in questi ultimi anni ha preso atto della situazione di degrado che si è venuta a creare e ha avviato alcune iniziative tese ad individuare le linee di azione più appropriate per contrastare i processi in corso.
L'Amministrazione ha pertanto recentemente affiancato al controllo dell'edificazione una politica di riqualificazione del territorio attraverso lo sviluppo di studi per la valorizzazione delle ricchezze naturali e storiche e per l'individuazione e il controllo dei rischi idrogeologici. Un'indagine territoriale, svolta nel 1997 da un gruppo di professionisti per la definizione di un programma per la riqualificazione della collina, ha evidenziato che ben il 44% del territorio è agricolo, sebbene quasi il 30% di questo sia già abbandonato da tempo. È evidente che l'agricoltura assume in questo contesto il valore strategico di gestore di un territorio altrimenti destinato all'abbandono e al degrado paesaggistico e ambientale. L'amministrazione decide pertanto di portare avanti una serie di azioni concrete che permettano di salvaguardare l'attività agricola sulla collina o di riavviarla, se questa è stata interrotta in termini ancora recuperabili, fornendo ai gestori attuali e potenziali gli strumenti necessari per riprendere le coltivazioni tradizionali ancora redditizie o per avviarne di nuove. Nel 2001 viene messo a punto un progetto che intende fornire una soluzione operativa per il recupero del patrimonio agricolo attraverso il riutilizzo dei terreni produttivi in abbandono o in via di abbandono e l'introduzione di colture ad elevata redditività. La finalità è restituire vitalità e qualificare la presenza umana sul territorio così da ricostruire - o se necessario costruire ex novo - il paesaggio agricolo della collina, elemento essenziale dell'identità dell'intera città. Il progetto di gestione di territorio agricolo intende partire dal riconoscimento delle potenzialità dei terreni per arrivare alle opportunità di commercializzazione dei prodotti e alla definizione delle forme gestionali più idonee per quanto riguarda l'assetto proprietario, i prodotti, la manodopera. L'obiettivo è quello di riutilizzare la massima quantità possibile di terreno abbandonato o in via di abbandono sostenendo gli agricoltori ancora attivi o se necessario costruendo nuove imprese e fornendo loro il sostegno tecnico, la rete di commercializzazione e la rete infrastrutturale di servizio.
L'analisi dei terreni dovrà prendere in conto circa 50 ha di terreno in abbandono, dove potrebbero essere coltivate piante aromatiche e officinali e recuperate vecchie vigne o frutteti; si propone inoltre di definire un programma di gestione più razionale anche per il vigneto e il frutteto ancora utilizzati ma destinati ad essere abbandonati nel giro di pochi anni.
Le modalità di realizzazione del progetto prevedono il coinvolgimento diretto e fin dalle fasi di avvio del Consorzio della Collina e di tutti i proprietari interessati a mantenere i propri fondi in condizioni di efficienza produttiva, sia che li lavorino ancora direttamente sia che ne godano solo i benefici fondiari. L'Institut Agricole Régional assicurerà al progetto il suo supporto tecnico. Il progetto è stato articolato in varie fasi, ognuna con una propria modalità di finanziamento. La prima fase prevede la realizzazione degli studi di fattibilità tecnica ed economica e delle coltivazioni sperimentali e dovrebbe essere finanziata con un Progetto Interreg III A. La seconda fase, finanziata con il Fondo Sociale europeo, comprende la definizione delle modalità più opportune per la costituzione delle imprese, la costituzione vera e propria e la formazione. La terza fase consiste nella messa a punto del progetto esecutivo delle strutture e delle reti di servizio e potrebbe essere finanziata attraverso il Piano di Sviluppo Rurale 2001-2006.
OBIETTIVI PROGETTUALI
1. obiettivi sull'assetto del territorio
- riconversione di appezzamenti agricoli abbandonati;
- riduzione dell'instabilità idrogeologica del settore anche attraverso la ricostruzione di una rete idrica diffusa;
- riqualificazione dell'assetto paesistico della collina di Aosta attraverso la ricerca di tipologie di impianto integrate nell'ambiente;
- recupero e mantenimento del verde periurbano in funzione della qualificazione dell'assetto generale della città.
2. obiettivi socioeconomici
- creazione di nuova occupazione qualificata;
- reinserimento al lavoro e formazione di soggetti appartenenti a fasce deboli;
- spazio produttivo per il tempo libero;
- valorizzazione anche economica del patrimonio fondiario;
- creazione di una struttura economica potenzialmente competitiva sul mercato;
- offerta di prodotti per un mercato (prodotti per l'erboristeria, la cosmesi e la medicina naturale) in piena espansione;
- realizzazione di un progetto per la riconversione delle aree agricole abbandonate esemplare e esportabile in altri contesti;
-diversificazione dell'economia cittadina con il recupero delle attività agricole.

   
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