RECENSIONI
RECENSIONI

La Revue de géographie alpine, tome 93, n.4, décembre 2005, ed. Armand Colin.
La Revue de Géographie Alpine publie, sous la direction de C. Janin et A. Fleury, un second numéro consacré aux agricultures périurbaines. Pendant longtemps, ville et campagne ont été abordées séparément, opposées jusque dans leur essence, la campagne étant considérée comme la figure de la nature et la ville comme celle de l'artetact. Aujourd'hui, les espaces naturels, agricoles et forestiers font partie intégrante de la città diffusa qui se constitue à l'échelle de très vastes territoires. Il n'est donc plus possible de rejeter l'activité agricole à l'extérieur des zones habités, car l'agriculture a une place et un rôle à jouer dans la construction de l'identité de la ville qui se construit sous nos yeux.
Pour rendre compte du nouveau rôle des agricultures périurbaines, la Revue de Géographie Alpin présente des recherches menées dans le cadre du GIS Alpes du Nord, un groupement scientifique qui réunit des centres de recherches du Ministère de l'Agriculture, l'Université de Savoie, la profession agricole et les Départements de l'Isère, de la Savoie et de la Haute-Savoie. Les terrains d'études traités sont le Sillon Alpin (vallée de l'Arve en Haute-Savoie, vallée de l'Isère entre Chambéry et Grenoble). Un article est consacré à l'arboriculture et au maraîchage dans le Valais suisse.

Guardare da terra. Immagini da un territorio in trasformazione. La Valle d'Aosta e le sue rappresentazioni, a cura di Pietro Celesia, Roberto Dini, Gianpaolo Ducly e Fabio Fracellio, Tipografia Valdostana 2006.
Sempre più vere appaiono oggi, nella società delle immagini, le rappresentazioni che abbiamo della realtà. Spesso distanti da essa, le rappresentazioni sembrano avere vita propria, si sovrappongono alla realtà alterando la percezione di ciò che vediamo. Hanno una forza irresistibile, sono vincoli cognitivi nella visione di ciò che ci circonda. Lo studio delle rappresentazioni mentali è complesso, occorre tenere conto di aspetti affettivi, culturali, sociali, simbolici, ma anche storici ed economici.
Se l'uso del territorio è cambiato nel tempo, più fissa è rimasta la sua immagine, la rappresentazione che conserviamo nelle nostre menti: l'ambiente alpino lo immaginiamo incontaminato, silenzioso e pittoresco, abitato da montanari zelanti e custodi di un ambiente immacolato.
Il rischio di prendere per vera questa immagine da cartolina - spesso di un paesaggio turistico in vendita - è quello di stare a guardare il territorio senza intervenire attivamente per guidare le trasformazioni che la vita contemporanea impone.
Il libro "Guardare da terra" ha questo obiettivo, sicuramente centrato: insegna ad osservare il territorio senza le lenti della retorica o della semplice nostalgia verso il passato. Le rappresentazioni passano in secondo piano per lasciare spazio ad una lucida visione della realtà contemporanea. Il libro è una fotografia - anzi un insieme di fotografie - del paesaggio valdostano attuale: c'è il filo rosso della continuità, ma sono evidenziati anche gli elementi che passo dopo passo hanno interrotto bruscamente quell'armonia che i sistemi insediativi tradizionali avevano.
"Quello che avete tra le mani è un lavoro nuovo per la Valle d'Aosta - spiega l'assessore Alberto Cerise - la velocità con cui i processi di trasformazione incidono sul territorio mostra la necessità di documentare, interpretare e quindi riorientare con tempestività le dinamiche dello sviluppo prestando particolare riguardo al modo con cui queste interagiscono con le valenze ambientali e culturali della Valle".
Scritto a più mani da un gruppo di giovani e audaci ricercatori, il libro contiene inoltre diversi contributi che aggiungono considerazioni ad uno sguardo che confronta passato e presente: Umberto Janin Rivolin approfondisce la questione relativa alla produzione tecnica dell'immaginario territoriale, Antonio De Rossi tratta delle molte facce del paesaggio valdostano e dei suoi stereotipi, Marco Cuaz annoda l'identità collettiva al territorio. L'approccio metodologico, gli strumenti di analisi, le tecniche di ripresa, costituiscono il corpus centrale del libro, e l'osservazione del territorio valdostano è suddivisa in quattro sezioni: la piana di Aosta, il fondovalle, la media e l'alta montagna.
In chiusura si trovano ancora approfondimenti di Claudine Remacle sui villaggi "senz'anima", di Luca Mercalli sulla termodinamica dell'estetica e di Enrico Camanni che accosta il paesaggio lavorato a quello desiderato.
Può apparire scomodo, questo libro, perché ci costringe a vedere la realtà per quello che è, liberandoci da ogni costruzione intellettuale. Ma è solo partendo dall'onesta presa di coscienza di come effettivamente si presenta il nostro territorio, che possiamo iniziare a tutelarlo davvero.
Chi fosse interessato ad avere copia della pubblicazione può farne richiesta all'Assessore al Territorio, Ambiente e Opere Pubbliche.
 
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