TERRITORIO E IMPRESA
Il tipo di impresa o attività imprenditoriale in Valle d’Aosta deve privilegiare soprattutto le potenzialità offerte da un ambiente spesso incontaminato, quindi salubre, genuino, di grande attrattiva.
PRODURRE E VENDERE
di Maurizio Revil
Viticoltura a La Salle.Il panorama attuale, che vede le grandi imprese ricercare competitività su un mercato sempre più globale con azioni di grandi investimenti e spesso di riduzione di dipendenti, spinge i responsabili delle politiche comunitarie, nazionali e locali a favorire il mantenimento, il recupero e la nascita di piccole e medie imprese e di attività artigianali sempre più legate al territorio ed alle tradizioni locali.
Infatti le piccole e medie imprese e le attività artigianali riescono, meglio di altre attività imprenditoriali, a proteggere in modo più efficace il lavoro, a causa, tra l’altro, delle strutture più snelle, della maggiore rapidità nelle decisioni, e dell’adeguamento più sollecito alle richieste del mercato.
In quest’ottica è indispensabile sensibilizzare la popolazione valdostana nei confronti di una lettura economica del proprio territorio e di una valorizzazione della logica di impresa intesa come apprezzamento di quella imprenditorialità che a tutti i livelli ha un’azione positiva sullo sviluppo economico della regione.
Produzione della Fontina a Valgrisenche.Il tipo di impresa o attività imprenditoriale in Valle d’Aosta deve privilegiare soprattutto le potenzialità offerte da un ambiente spesso incontaminato, quindi salubre, genuino, di grande attrattiva. Queste caratteristiche sono comuni a tutte le cosiddette zone di montagna, ed è proprio in questi luoghi che la sensibilizzazione verso attività e prodotti di una qualità superiore e con un forte legame col territorio e la tradizione sono richiesti e corrispondono all’unico mezzo possibile di sviluppo per medie e piccole imprese e per le attività artigianali.
Partiamo allora dall’attività artigianale che trae origini dalle lavorazioni relative alle cosiddette arti e mestieri del passato che in una bottega e con l’aiuto di un ridotto personale riusciva a produrre beni ed opere di sicuro valore funzionale e non di rado anche artistico.
Oggi l’attività artigianale è diversificata nei nuovi settori che la società di oggi richiede e sfrutta le più moderne tecnologie, ma conserva del passato la ridotta dimensione e spesso ancora la cura del particolare quasi legata a quella che una volta era l’unicità del manufatto.

Imprese agricole e prodotti tipici

Fiera di Sant’Orso.Una forte relazione tra territorio montano ed impresa è verificabile nelle imprese che operano nel settore agricolo. Questo comparto, in Valle d’Aosta e in molte altre aree svantaggiate, sta attraversando un periodo di crisi, dovuto soprattutto alla mancanza di continuità nelle aziende agricole e all’abbandono dell’attività da parte dei piccoli agricoltori. In Valle d’Aosta il legame tra agricoltura e territorio è fondamentale per due aspetti: il primo riguarda la salvaguardia del territorio intesa come mantenimento delle zone coltivate impedendo l’avanzata dei boschi verso i centri abitati, riducendo il pericolo di erosioni e smottamenti nei periodi estivi e di valanghe in inverno e mantenendo una certa biodiversità. In secondo luogo l’agricoltura occupa un ruolo importante quale settore trainante per il turismo; nelle aree montane, da sempre, il connubio agricoltura e turismo ha attirato dalle vicine metropoli numerose persone in cerca di tranquillità, di contatto con la natura, di bellezze paesaggistiche e aria pura, caratteristiche che sono inscindibili da una attività agricola costante e ben condotta.
Possiamo considerare quindi l’agricoltura come la base per numerose medie e piccole imprese delle aree montane. Ad oggi numerosi interventi possono contribuire ad accrescere questo comparto, ma una accurata analisi, considerando anche le richieste di mercato, conduce ad un unico obiettivo che è quello di valorizzare le produzioni agricole locali.
Vanno tutelate ed adeguatamente valorizzate le produzioni agricole tipiche locali, puntando su prodotti naturali di alta qualità, derivanti da lotta integrata o da agricoltura biologica, che riescano a conquistare una visibilità di larga scala e che siano riconoscibili con un marchio di qualità comune per tutta la regione o semplicemente caratteristico di una determinata zona. Tale valorizzazione potrà anche essere attuata attraverso realtà cooperativistiche locali, essenziali per il sostegno e lo sviluppo delle piccole produzioni, capaci di svolgere un ruolo importante per lo sviluppo montano.
Importante risulta essere anche un sistema integrato capace di valorizzare la diffusione dei prodotti tipici, l’offerta turistica, l’artigianato locale e la contemporanea conoscenza delle ricchezze ambientali.
Rispetto alle prospettive di sviluppo di nuove produzioni è necessario esporre alcune considerazioni. In primo luogo, l’agricoltura di montagna dipende, ancora più di quella convenzionale, dalla morfologia del territorio: se ciò costituisce un limite alle coltivazioni potenzialmente redditizie, può anche rappresentare una risorsa nella valorizzazione di prodotti tradizionali e/o tipici di ciascuna area.
Fatte tali precisazioni, i prodotti tipici della tradizione valdostana rappresentano senza dubbio una realtà in espansione, tanto per i prodotti freschi quanto per quelli conservati o trasformati adattabili alla varietà di territori che compongono la regione. Accanto ai prodotti che possiamo definire più rappresentativi della Valle (fontina, vino, mele) esistono però delle potenzialità ancora poco sfruttate, molte delle quali offrono il vantaggio di essere prodotti tradizionali delle aree di montagna, zone di maggior pregio ambientale, ma oggi in crisi economica e sociale e quindi con ampi terreni disponibili e dove nuove possibilità imprenditoriali potrebbero contribuire a contrastare il fenomeno dell’invecchiamento della categoria degli imprenditori agricoli e a mantenere popolazione in montagna.
In questo campo spiccano il latte ed i derivati (diversi dalla fontina). Se il consumo di latte fresco è largamente diffuso in tutta la regione, il mercato propone ancora poco prodotto derivante dalle aziende zootecniche locali.
Inoltre, i derivati del latte, soprattutto i formaggi, offrono la possibilità di integrare al prodotto finito il valore aggiunto della tipicità, con l’utilizzazione o la riscoperta dei prodotti e delle lavorazioni tradizionali. Si tratta di un mercato di alta qualità e dall’elevato valore aggiunto.
Parallelamente esiste la possibilità di sfruttare altre produzioni legate alla montagna, quali, ad esempio, piccoli frutti, miele, funghi, erbe officinali e aromatiche, esempi delle quali esistono già in Valle d’Aosta, ma la cui espansione è ancora quantitativamente limitata.
Da notare, inoltre, che l’agricoltura in aree svantaggiate (quali quelle classificate come montane) godono di importanti contributi di fonte europea che coprono gran parte dei costi di insediamento, acquisto materiali e ristrutturazione degli edifici ad uso agricolo.
Benché il settore della trasformazione dei prodotti alimentari sia il campo dove più elevata è la concorrenza, data la continua espansione del mercato le prospettive di sviluppo occupazionale appaiono comunque favorevoli.
Le aziende di trasformazione rappresentano un anello fondamentale della catena di alcuni prodotti tipici. Da notare che, se fino ad alcuni anni fa in Valle d’Aosta prevalevano realtà miste artigianali di produzione-trasformazione, è ormai in atto una tendenza alla specializzazione in imprese di trasformazione strutturate più o meno industrialmente che rappresentano con ogni probabilità il futuro del settore.
Continuerà ad esistere indubbiamente uno spazio per attività di trasformazione di tipo artigianale nei casi in cui questa si configuri come integrata ad attività turistiche (ad esempio l’agriturismo) e si concentri sul connubio con la tipicità locale dei prodotti.
L’attività di trasformazione, specie se con forti legami con il territorio e i prodotti locali, è in grado di unire la qualità della produzione con il valore aggiunto dato dalla tipicità e dalla tradizione. Particolarmente importanti, date la configurazione e la storia delle aree che compongono la Valle d’Aosta, potrebbero essere i formaggi di alta qualità, i vini autoctoni e non, i prodotti ortofrutticoli e anche produzioni minori quali: funghi, frutti di bosco, erbe aromatiche, ecc. che possono essere facilmente lavorati in conserve, marmellate, liquori, ecc.
Il processo di distribuzione può essere suddiviso in due livelli. Il primo riguarda il collegamento tra produttori e trasformatori e, nel caso del prodotto fresco, tra produttori e rivendite finali. Esso appare particolarmente carente in Valle d’Aosta, dove sono molto limitate le forme di intermediazione tra produttori, perlopiù di modesta dimensione, e mercato.
Il secondo livello riguarda invece la distribuzione al cliente finale, la quale utilizza principalmente due canali: gli alimentari di paese e i supermercati. Mentre gli alimentari rappresentano il modo normale di distribuzione dei prodotti locali, i supermercati stanno considerando anche questo settore, introducendo sempre di più nei punti vendita sia reparti di prodotti tipici freschi sia prodotti trasformati e conservati.
Una delle carenze maggiori della catena produttore-consumatore relativa ai prodotti tipici valdostani riguarda le fasi intermedie della distribuzione. In particolare, appare difficile il contatto sia tra produttori e distributori finali sia tra produttori e trasformatori, al punto che alcune importanti realtà in questo campo preferiscono rifornirsi fuori regione. Ciò anche a causa dell’elevata frammentazione dimensionale dei produttori e della loro scarsa propensione ad organizzarsi in associazioni o consorzi.
Rimane importante la funzione dei mercatini che, oltre ad attrarre persone già fermamente interessate ai prodotti tipici, possono rappresentare un punto di incontro importante fra la produzione di prodotti tipici valdostani ed un pubblico di potenziali clienti, soprattutto quando l’iniziativa si inserisce, come spesso capita, all’interno di manifestazioni di promozione turistica, festa di paese, ecc.

Aziende biologiche

Che il settore dell'alimentazione biologica sia in espansione in Italia, peraltro con qualche anno di ritardo rispetto al centro e al nord dell'Europa, è fuor di dubbio. Anche in Valle d’Aosta questo settore ha avuto un incremento sostanziale negli ultimi anni. Oggi il mercato dei prodotti biologici è in decisa crescita, anche grazie all’aumento sia della sensibilità ambientale dell'opinione pubblica sia all'incremento numerico delle fasce sociali ad alto reddito, disposte a spese più elevate per la tutela dell’ambiente e della propria salute.
A favore di un ulteriore incremento dell’interesse verso il biologico giocano poi i finanziamenti ottenibili in ambito UE che prevede incentivi specifici per le aziende agricole interessate alle tecniche di produzione biologiche, oltre che misure per le coltivazioni con valore ambientale o situate in aree svantaggiate.
Alla semplice produzione di alimenti bio, è anche possibile affiancare una funzione didattica, rivolta prevalentemente alle scuole. Realtà similari esistono già, soprattutto nell'Italia centrale, e tipicamente offrono ai ragazzi in visita, sia giornaliera sia per periodi più lunghi, la possibilità di osservare e, in qualche misura, di partecipare alle attività quotidiane dell’azienda, valorizzandone la funzione ambientale e di recupero della tradizione. In questi casi, sarebbe opportuno affiancare alla produzione attività di trasformazione di stampo artigianale in modo da poter offrire (e/o vendere) ai visitatori articoli quali marmellate, conserve, ecc.

Le attività nell’ambito del biologico che sono state descritte, pur risultando promettenti sul medio-lungo periodo presentano aspetti problematici per un neo-imprenditore intenzionato ad entrare nel settore.
In questo caso le barriere all’ingresso sono rappresentate essenzialmente da:
• costi per gli impianti e le attrezzature;
• conoscenza delle tecniche di coltivazione e allevamento piuttosto complessi acquisibili soltanto attraverso l’esperienza;
• difficoltà nella selezione dei fornitori;
• difficoltà di inserirsi nei circuiti distributivi;
• adeguamento alle leggi in materia.
Le aziende che decideranno di dedicarsi alla produzione biologica dovranno quindi concentrare l’attenzione, fin dalla fase di pianificazione preliminare dell’attività, al circuito distributivo che utilizzeranno per la commercializzazione dei propri prodotti.
Particolarmente importante potrebbe rivelarsi la possibilità di stringere contratti con la grande distribuzione commerciale, sempre più interessata all’introduzione di reparti dedicati al biologico nei propri punti vendita.

Aziende agrituristiche

L’azienda agrituristica si configura come un’attività di ricezione e ospitalità esercitata da imprenditori agricoli attraverso l’utilizzazione della propria azienda per attività turistiche e agricole connesse tra di loro, ma la cui parte agricola deve essere la primaria ragione di esistenza dell'impresa.
Per l’impianto di un’azienda agrituristica è necessaria una conoscenza approfondita del territorio e delle sue caratteristiche etnico-culturali. Questo risulta indispensabile nella misura in cui si vuole dare alla propria azienda una dimensione di tipicità locale e quindi porsi come uno strumento di connessione tra l’agricoltura legata al territorio e l’ attività turistica.
Il punto di partenza per l’adeguamento di un’azienda agricola in vista della costruzione di un agriturismo non può che essere il rapporto con il territorio nel quale l’agriturismo si costituisce. È in crescita, infatti, la domanda legata alla conoscenza di tradizioni e culture locali, il desiderio da parte del turista di venire a contatto con la natura e la popolazione locale, con i suoi usi e i suoi costumi.
L’agricoltore che intende realizzare nella propria azienda un agriturismo deve dunque individuare il bacino di clientela al quale intende riferirsi; solo in seguito a ciò egli è in grado di proporre alla clientela una serie omogenea di attività. Queste possono essere le più diverse ed andare dai corsi e laboratori legati alle attività dell’azienda agricola alla tradizione e alla cultura valdostana, dalla pratica sportiva alla cultura ambientale. Corsi di cucina tipica, corsi di degustazione di vini o ancora stage legati alle attività tradizionali valdostane, sono tutte attività in grado di caratterizzare la propria impresa. L’importante è che queste siano coerenti rispetto alle esigenze manifestate dalla clientela.
Strutture agrituristiche che si riferiscono a un mercato indefinito, non riuscendo a definire la propria identità e la propria missione d’impresa, risultano essere poco competitive.
Infine è da sottolineare come scuole e famiglie individuino nell’agriturismo un luogo ideale per soggiornarvi con i bambini. Quello del turismo scolastico è un settore molto interessante per l’agriturismo valdostano in quanto gli permette di promuovere iniziative di carattere culturale: passeggiate, attività sui boschi e sulla natura; è possibile far conoscere ai ragazzi la vita agricola e tutto ciò che riguarda gli animali d'allevamento, con l'insegnamento degli aspetti tipici della cultura e delle tradizioni locali.
In una regione come la Valle d’Aosta, le aziende agrituristiche sono indispensabili per:
• favorire lo sviluppo e il riequilibrio del territorio agricolo;
• agevolare la permanenza dei produttori agricoli nelle zone rurali (soprattutto nelle valli laterali) attraverso il miglioramento delle condizioni di vita e l’incremento dei redditi aziendali;
• valorizzare le strutture economiche e produttive rurali tutelando i caratteri dell’ambiente e le sue risorse;
• valorizzare i prodotti tipici e le coltivazioni biologiche valdostane;
• promuovere e tutelare le tradizioni e le iniziative culturali del mondo rurale e favorire i rapporti fra città e natura;
• il tutto al fine di incrementare le potenzialità dell’offerta turistica valdostana.
   
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