Relazione sanitaria e sociale 1999/2000 - 2001

Le informazioni contenute nella Relazione 1999-2000 riguardano:

  • La Valle d 'Aosta a confronto
  • I dati demografici
  • La famiglia
  • I determinanti della salute
  • La salute riferita
  • Le disabilità
  • Le malattie infettive
  • La mortalità
  • Le politiche sociali
  • Conclusioni

Per l'analisi completa e gli approfondimenti del caso si rimanda al documento originale.

 

Il confronto tra la Valle d'Aosta e il resto del Paese riserva immagini di salute complessivamente rassicuranti, anche se non mancano, come per tutti gli specifici regionali, alcune particolarità di esposizione a rischio dovute a stili di vita e abitudini consolidate che saranno oggetto di future azioni di sorveglianza epidemiologica.

 

I dati demografici documentano un veloce invecchiamento della popolazione valdostana. Negli ultimi 20 si è passati da 142,4 anziani ultra sessantacinquenni ogni 100 bambini da 0 a 4 anni a 146,4. Un valore sicuramente elevato che tuttavia risulta inferiore sia a quello del Piemonte (168,9) che a quello del Nord Italia (153,6) anche se decisamente superiore alla media nazionale (122,2).

Il saldo naturale tra nati e morti, seppure sfavorevole (meno 1,5 persone ogni 1000 residenti ogni anno) non assume i valori negativi del Piemonte (- 3,6) e del Nord Italia (- 2,0) ma è peggiore di quello medio nazionale ( -0,6)

 

Il tasso di natalità è pressoché costante dal 1980, con valori compresi tra 8 e 9 nati vivi per 1.000 abitanti. Si evidenzia invece una riduzione del tasso di fecondità all'interno delle classi di età più giovanili (al di sotto dei 24 anni) che dal 1980 si è ridotto di oltre 4 volte a fronte di una parallela crescita all'interno delle classi più avanzate (30-39 anni) con probabili motivazioni culturali, economiche e sociali che interessano tutta l'Italia.

 

Il fenomeno dell'abortività spontanea non sembra evidenziare variazioni temporali di rilievo, mentre, in contro tendenza rispetto al resto del Nord Italia e della media nazionale, sembra esserci in Valle d'Aosta una lieve ripresa del ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza, che appare più evidente nelle classi più giovani.

 

Il numero medio di componenti una famiglia valdostana è di 2,3 unità, inferiore cioè a tutte le altre aree a confronto: sia alla media nazionale (2,7) sia al Piemonte e all'Italia Nord occidentale (2,5) sia al Nord in generale (2,6). Inoltre, a differenza del Piemonte, dell'Italia Nord occidentale e del Nord in generale, dove a prevalere sono le famiglie composte da 2 e 3 persone, in Valle d'Aosta il modello familiare più frequente è quello monoparentale, cioè composto da un'unica persona, seguito da quello con 2 individui conviventi. La famiglia composta da 4 persone in d'Aosta ha uno scarto negativo rispetto alla media nazionale del 6% e del 3% con il Nord.

 

Ciò che determina una buona o cattiva salute sono in primo luogo i nostri stili di vita, alcuni dei quali veri e propri fattori di rischio.Ai primi posti in Valle d'Aosta si rileva un elevato consumo di alcol, tra i più elevati a livello nazionale. Il 6% delle donne e il 28% degli uomini in Valle d'Aosta ha, secondo la classificazione dell'Istat, un consumo di alcolici "eccessivo". I valori registrati, anche dopo aver tenuto conto delle differenze per età, risultano superiori del 70% sia rispetto a quelli piemontesi, sia a quelli italiani nel caso degli uomini e del 10-15% in più nel caso delle donne. 

Per il fumo, la prevalenza di fumatori, una volta standardizzata per età è inferiore in Valle d'Aosta sia rispetto alla media nazionale che al resto del nord Italia nel caso degli uomini, mentre per le donne non si notano rilevanti differenze rispetto al resto del Paese. 

Anche le abitudini alimentari scorrette sono largamente diffuse in Valle d'Aosta, con una dieta iperproteica ad elevato consumo di grassi di origine animale. Nonostante ciò, la percentuale di soggetti con problemi di eccesso ponderale è in linea con il resto del Nord Italia e, comunque, inferiore a quella rilevata su scala nazionale. 

A favore della salute dei valdostani e a parziale compensazione di alcuni stili di vita poco corretti si registra l'elevata frequenza di popolazione che pratica in maniera più o meno costante una qualche forma di attività sportiva.

 

Lo stato di salute riferito da un campione di popolazione, confrontato con quello delle altre aree prescelte è incoraggiante: il 66,2% degli uomini e il 58% delle donne ha dichiarato di essere in buona salute, il 29,5% e il 34,5% rispettivamente hanno dichiarato una salute discreta, e solo il 4,3% e il 6,6% hanno riferito una cattiva salute. Questa situazione rispetto al resto dell'Italia è favorevole soprattutto per gli uomini, mentre per le donne vi è una migliore situazione rispetto alla media nazionale, ma lievemente inferiore al Nord Italia.

Rilevanti risultano le minori prevalenze di diabete, cataratta, ulcera e cefalea tra gli uomini e diabete, artrosi, osteoporosi e lombosciatalgia tra le donne.

Al contrario, gli unici eccessi di rilevo sono rappresentati dalle malattie allergiche, per le quali gli uomini dichiarano una frequenza superiore alla media nazionale del 40% e le donne del 20%, e dell'asma bronchiale che registra un eccesso rispetto alla media nazionale del 25% tra gli uomini e del 40% tra le donne.

 

Per le disabilità, a parità di età, la Valle d'Aosta è la regione italiana (assieme alla P.A. di Bolzano) con la frequenza di popolazione disabile più bassa d'Italia. (3,2% soggetti disabili con più di 6 anni).

 

Per quanto concerne le malattie infettive si è assistito ovunque, e quindi anche nella nostra regione, ad un crollo della mortalità, dovuto soprattutto alla diminuzione drastica della mortalità per tubercolosi e anche l'AIDS sta mostrando un rallentamento nella letalità con una minore "rapidità" di causare morti. Una criticità è rappresentata dal problema della sottonotifica da parte dei medici e pediatri. Buona in tutta la regione risulta invece la copertura vaccinale.

 

La mortalità generale e quella per specifiche cause presenta andamenti temporali favorevoli in diminuzione a testimonianza degli effetti benefici dei miglioramenti delle condizioni di vita e sanitarie. Ciononostante, il quadro di sintesi evidenzia una mortalità generale maschile più elevata del contesto nazionale soprattutto negli adulti fino a 64 anni.

Le cause responsabili di questa eccedenza di mortalità sono quelle legate a all'adozione di stili di vita pericolosi per la salute, come il consumo di alcol, (malattie dell'apparato digerente e alcuni tumori), quelle che espongono a rischi per la sicurezza, come la pratica di sport invernali, i trasporti e le condizioni di lavoro (traumatismi) e quelli legati all'insorgenza di malattie dell'apparato respiratorio. Problemi che si concentrano con maggiore evidenza in Bassa Valle.

Le malattie cardiovascolari, prima causa di morte in Italia, lo sono anche in Valle d'Aosta con valori tuttavia inferiori in entrambi i sessi rispetto a tutte le aree a confronto. Tuttavia gli uomini nella classe di età 35-64 anni presentano una mortalità superiore rispetto alle altre aree italiane.

La mortalità per tumori in Valle d'Aosta ha valori inferiori al Piemonte e al Nord Italia sia negli uomini sia nelle donne con l'unica eccezione del Sud. Anche in questo caso, però, i giovani uomini presentano una mortalità superiore alle altre due aree a confronto.

 

Le malattie dell'apparato respiratorio presentano invece in Valle d'Aosta tassi di mortalità superiori sia al Piemonte che a tutte le ripartizioni dell'Italia e alla media nazionale negli uomini e in media con il resto del Paese nelle donne. Queste differenze sono presenti anche nella classi di età più giovani.

Anche la mortalità per malattie dell'apparato digerente in Valle d'Aosta presenta valori elevati che negli uomini sono in assoluto i più alti di tutte le altre aree, ma con un comportamento anche in questo caso più simile ai valori dell'Italia del Sud. Nelle donne valdostane il tasso di mortalità per questa causa è inferiore solo al Sud e alla media nazionale. Particolarmente elevato è l'eccesso di mortalità tra i giovani uomini, con un tasso pari al doppio di quello rilevato in Piemonte in Italia.

I traumatismi costituiscono una causa di morte con caratteristiche di particolarità legate anche ad incidenti, cause accidentali violente e suicidi. Per questo insieme di cause la Valle d'Aosta si presenta negli uomini con un tasso di mortalità superiore a tutte le altre aree e con valori elevati anche nelle donne, inferiori solo al Piemonte. Anche in questo caso è particolarmente evidente l'elevata mortalità nelle fasce di età più giovani, in particolare tra gli uomini.

 

La mortalità per tumori maligni

Relativamente alla mortalità per soli tumori maligni il tumore del polmone e quello della mammella sono le due neoplasie più frequenti rispettivamente negli uomini e nelle donne. Tra le donne, in ordine decrescente di frequenza, seguono i tumori del colon, dello stomaco, del polmone, e dell'ovaio. Tra gli uomini : la prostata, lo stomaco, il colon, il fegato, la laringe e la vescica. Complessivamente il confronto suggerisce la possibilità di una condizione di rischio aumentato per i soggetti di sesso maschile residenti in Valle d'Aosta rispetto a tutte le altre ripartizioni geografiche per il tumore del labbro, cavo orale, faringe, fegato e prostata.

Per le donne analogo rilievo assumono i melanomi e i tumori della mammella e della vescica.

 

La mortalità nei Distretti

L'analisi territoriale della mortalità evidenzia tra gli uomini una minor mortalità per i residenti del Distretto di Aosta per patologie circolatorie, per le quali la vicinanza al presidio ospedaliero potrebbe avere influito efficacemente sulla tempestività del ricorso e quindi sull'evitabilità del decesso.

Gli uomini valdostani residenti nella Bassa Valle sembrano invece vivere un rischio di mortalità generale lievemente più elevato dei residenti negli altri distretti, in particolare per le cause di natura circolatoria e per malattie dell'apparato digerente. Un effetto "protettivo" emerge invece per le morti attribuibili a disturbi psichici nei residenti uomini della Media Valle.

Anche tra le donne, la minor mortalità per tutte le cause delle residenti nel Distretto di Aosta è largamente dovuta alla minor mortalità per patologie circolatorie. Al contrario, la Bassa e la Media Valle registrano una mortalità più elevata per le malattie del sistema circolatorio e dell'apparato digerente. Le donne dell'Alta Valle, presentano un rischio di mortalità per malattie dell'apparato respiratorio significativamente più elevato degli altri distretti.

 

Le politiche sociali

La Relazione si conclude con una panoramica sui servizi offerti dalle politiche sociali. Rispetto alle politiche sanitarie, in questa parte ancora embrionale della Relazione si è inteso rendere trasparente le principali caratteristiche degli ambiti dell'offerta di servizi, con alcuni spunti per approfondimenti successivi che interesseranno maggiormente le caratteristiche della domanda. Sono stati trattati i servizi rivolti agli anziani, ai minori e alla famiglia, e ai disabili. Concludono questa sezione due parti: una dedicata alla formazione degli operatori, con il Piano di aggiornamento previsto per il personale socio sanitario e socio assistenziale 1999-2000 e l'altra dedicata al volontariato, al suo ruolo, alle associazioni che lo compongono e alla normativa che lo regolamenta.

 

Conclusioni

In generale l'andamento temporale rivela buoni segnali sull'efficacia delle cure nel caso delle malattie trattabili, come le malattie infettive, alcuni tumori, alcune malattie digerenti e respiratorie.

Esistono tuttavia ancora importanti riserve di mortalità precoce da aggredire sia sul piano della cura (tumori) che su quello della prevenzione, per ridurre i fattori di rischio (alcol, fumo, alimentazione, trasporti) che sono causa di alcune morti evitabili.

Problemi aperti che richiederanno approfondimenti tematici di prossima pubblicazione saranno gli infortuni e le malattie professionali, i suicidi e le tossicodipendenze. Per queste ultime è stato istituito un specifico Osservatorio (Osservatorio dipendenze patologiche).


Vedi anche:

Dati e indicatori statistici

 



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