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Il recupero della popolazione ittica non รจ raggiungibile solo con un solo sforzo di produzione ed immissione di materiale, ma passa attraverso una rigorosa politica di attenzione all'habitat fluviale.
POPOLAMENTO ITTICO DELLA DORA
di Antonio Crea
Il popolamento ittico della Dora Baltea è rappresentato tipicamente da specie reofile di alta e media valle. I salmonidi, presenti come unico gruppo sistematico nei tratti di maggior quota, sono progressivamente affiancati da altre specie di accompagnamento come i ciprinidi reofili, i timallidi ed i cottidi.
Nel corso degli ultimi decenni il popolamento ittico del fiume ha subito consistenti alterazioni a seguito delle mutate condizioni di regimentazione idraulica, di interventi in alveo sulle zone golenali e ripariali ed a seguito della realizzazione di diversi sbarramenti connessi con la produzione di energia idroelettrica.
Attualmente la maggior parte delle specie autoctone, supportate unicamente dalla riproduzione naturale (trota marmorata, temolo, vairone, sanguinerola, barbo canino, lampreda) sono scomparsi o estremamente rarefatti.
A partire dalla metà degli anni 90 il Consorzio per l'incremento della Pesca in Valle d'Aosta ha iniziato una serie di programmi di recupero che hanno interessato la trota marmorata, tipico endemismo del distretto Padano-veneto, inserita nella lista delle specie minacciate della Comunità Europea ed il temolo, un salmonide un tempo molto abbondante nella Dora dal confine regionale fino alle porte di Morgex.
Nel caso di trota marmorata, il programma di lavoro iniziato con le prime riproduzioni nella seconda metà del 1990, ha portato ad effettuare semine consistenti di uova embrionate, novellame e stadi giovanili a partire dal 2002 mentre il temolo, riprodotto con successo presso lo stabilimento di Morgex già nella primavera 2001, viene a tutt'oggi mantenuto in impianto al fine di costituire un adeguato parco riproduttori.
Il Consorzio, a seguito dell'alluvione del 2000, ha inoltre attivato un programma di controllo dello stato delle popolazioni ittiche, per verificare gli effetti di eventi calamitosi ed i risultati delle semine stesse operate dall'Ente.
I primi censimenti sono stati realizzati nel novembre 2001 nei tratti di: Pont-Saint-Martin, Hone (confluenza Ayasse), Verrès (confluenza Evançon e Chalamy), Châtillon (confluenza Marmore) e Aosta (confluenza Buthier).
La trota Marmorata è risultata presente fino alla confluenza con il Torrente Marmore con presenza consistente di stadi giovanili, limitata al tratto di Hone; il temolo risultava presente sempre con pochissimi individui (1 ogni 100 mq) a Pont-Saint-Martin e a Verrès (conflueza Chalamy); sempre in corrispondenza dello Chalamy, veniva individuata l'unica colonia di ciprinidi, costituita prevalentemente da vaironi con sporadica presenza di alborelle e cavedani.
La trota fario, presente unicamente con soggetti di fenotipo atlantico, risultava presente in tutte le stazioni con soggetti principalmente di uno o due anni. Con l'eccezione della stazione di Hone, in cui trota fario e trota marmorata apparivano presenti con lo stesso numero di soggetti, nella maggior parte dei casi la prima specie risultava quella dominante costituendo il 90% dei soggetti presenti.
Complessivamente le densità riscontrate sono risultate prossime a 0,05 individui per metro quadro (2,5 g/mq), con un massimo di 0,08 individui per metro quadro (5,7 g/mq) nel tratto di Pont-Saint-Martin.
Il censimento successivo è stato effettuato nel mese di marzo 2002 e deve essere considerato come rappresentativo degli effetti dei lavori in alveo realizzati nel corso dell'inverno.
Il confronto dei dati quantitativi ha permesso di rilevare un netto calo della popolazione ittica.
In particolare è stata registrata la scomparsa del temolo, della marmorata e dei ciprinidi da tutte le stazioni di campionamento esaminate nell'autunno precedente; anche la presenza di trota fario apparsa drasticamente ridotta con densità pari a circa un decimo di quelle riscontrate in ottobre ad esclusione del tratto sito a valle del Torrente Marmore, non interessato da lavori durante il periodo invernale. In tale tratto le densità dei pesci presenti sono risultate analoghe a quelle rilevate nell'autunno 2001.
Nel corso della primavera 2002, a seguito degli elementi raccolti, è stato avviato un intenso programma di ripopolamento mirato a recuperare, almeno in parte, i danni subiti dal comparto ittico.
Le semine hanno riguardato la trota marmorata (stadi giovanili e subadulti), la fario (stadi giovanili ed adulti) ed in minima parte il temolo (stadi giovanili), acquistato ancora presso impianti privati, in attesa dell'attivazione di un'adeguata linea produttiva presso lo stabilimento di Morgex.
Nell'autunno 2002 ha avuto luogo il controllo periodico dello stato del popolamento ittico della Dora che ha interessato ulteriori stazioni di rilevamento. L'ultimo censimento, ha permesso di verificare una consistente ripresa dei popolamenti di fario e marmorata nelle stazioni campionate.
Il confronto con i dati pregressi permette di essere cautamente ottimisti sul progressivo recupero della popolazione ittica della Dora.
In particolare si è potuta osservare una netta ripresa della marmorata ora presente fino alle porte di Aosta e della trota fario; in particolare si segnala la ricomparsa delle trote nel tratto di Pont-Saint-Martin sebbene con soli soggetti giovani.
L'assenza del temolo, non ancora supportato dallo stesso forzo di semina prodotto per fario e marmorata, depone per l'efficacia e l'importanza delle immissioni operate dal Consorzio nel recupero della risorsa ittica della Valle.
Di particolare interesse appare la situazione riscontrata in una nuova stazione di campionamento localizzata nel tratto di Dora di Nus. In questo ambiente, le densità registrate: 0,19 individui per metro quadro (12,26 g/mq), appaiono il triplo dei valori medi rilevati nell'autunno 2001 e potrebbero cominciare a fornire un'indicazione dell'effettiva capacità portante della Dora Baltea (densità e biomassa ittica naturalmente sostenibile).
L'obbiettivo del recupero qualitativo e quantitativo del popolamento ittico della Dora non appare tuttavia raggiungibile, come è ovvio prevedere, con un solo sforzo di produzione ed immissione di materiale ittico, ma passa attraverso una rigorosa politica di attenzione all'habitat fluviale e del rispetto delle esigenze fisiologiche delle comunità biologiche ivi residenti.
Il pesante stato di alterazione dell'ambiente fluviale, a seguito di interventi di arginatura e ricalibratura dell'alveo, appare peraltro ben documentato dal recente lavoro svolto dai tecnici ARPA su ambienti campione. È stato evidenziato infatti come, a fronte di una condizione idroqualitativa sostanzialmente soddisfacente per l'intera rete idrica della Valle, si è riscontrato, attraverso l'impiego dell'Indice di Funzionalità Fluviale, il grave livello di alterazione dell'area riparia (estremamente ridotta o assente), delle sponde e dell'alveo (arginature, risagomature con rimaneggiamento del fondo dell'alveo).
Come documentato dal monitoraggio svolto dal Consorzio, questi tipi di alterazione si ripercuotono sulla comunità ittica sia riducendone la consistenza dei popolamenti sia aumentandone la vulnerabilità nei confronti di condizioni ambientali particolari: eventi di piena, siccità, predazione.
A partire dal 2001, gli ingenti ripopolamenti effettuati dal Consorzio, hanno permesso di recuperare parzialmente la drammatica situazione del tratto di Dora compreso tra Aosta e Pontey già a partire dalla primavera 2002 e di ottenere sensibili segni di ripresa nelle zone inferiori del fiume nell'anno successivo.
Appare tuttavia evidente che, il considerevole impegno del Consorzio per la tutela e l'incremento della Pesca nella Valle d'Aosta per quanto riguarda il miglioramento qualitativo e quantitativo del materiale immesso a tutela del patrimonio ittico della Valle, necessiti di una costante politica di attenzione nei confronti dell'habitat fluviale, per vedere finalmente e giustamente premiati i propri sforzi
   
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