PAYSAGE NOTRE IMAGE
Prospettive di qualità nel progetto degli spazi aperti.
COSTRUIRE CON IL VERDE
di Matteo De Luca, Nicoletta Gallina, Paola Talà
Barcellona.La constatazione dell'esistenza del problema del verde in Italia è un fatto relativamente recente, difficilmente comprensibile se relazionato alla bellezza dei paesaggi che ci circondano, da sempre progettati dall'uomo, ai moderni parametri di vita e alla coscienza ecologica che in questi anni si sta diffondendo.
Nei nostri territori il verde è spesso inteso come qualcosa di vago, che tende generalmente ad essere espulso, se non in rari casi, da città e villaggi e ad identificarsi come un vuoto senza un particolare aspetto progettuale.
Del resto, il tema del verde è stato a lungo relegato dall'urbanistica in due categorie principali: le zone agricole e i mq/abitante previsti dai piani regolatori per il rispetto degli standard urbanistici imposti dalla legge. Solo oggi le normative europee e le esperienze dei paesi vicini portano a focalizzare l'attenzione su questi aspetti.
Tuttora nelle scuole, nelle facoltà italiane e più in generale nell'ambito della formazione degli addetti ai lavori, si registra un vuoto didattico in merito e questo ostacola il consolidarsi di una cultura professionale di livello adeguato.
D'altro canto la città ha teso ad annullare tutte le zone aperte o verdi, privilegiando l'edificazione, che ha assunto il ruolo di prepotente protagonista. Nei villaggi e nei piccoli nuclei quasi mai neanche considerato: si porta come giustificazione l'esistenza di un'ampia zona agricola che potrebbe compensare l'assenza di elementi naturali all'interno degli spazi costruiti, ma non la carenza di spazi attrezzati all'aperto per gli abitanti. In realtà, dove i caratteri agricoli sono presenti con elementi di pregio, come nella Valle d'Aosta, la qualità del paesaggio dovrebbe avere il proprio ruolo, spesso dimenticato, di testimonianza e di guida nella trasformazione del territorio e nella progettazione delle aree libere all'interno degli insediamenti, nella presa di coscienza che il rapporto tra abitanti e territorio è cambiato secondo nuove esigenze, legate soprattutto a variate consuetudini di vita.
Scalinata in terra ed erba.Negli ambiti maggiormente edificati, negli insediamenti più sviluppati, nelle città, il bisogno di verde e di spazi all'aria aperta si è fatto sempre più pressante e la richiesta di zone di qualità diversificate, in relazione alle diverse funzioni della vita degli uomini, diventa sempre più forte e motivata.
Infine anche su scala territoriale, la previsione delle infrastrutture e la pianificazione del paesaggio impone improrogabilmente una corretta progettazione delle realizzazioni e l'adozione di principi di sostenibilità ambientale.
Queste nuove esigenze a tutti i livelli di intervento ci richiamano ad un'attenzione verso il progetto - mediazione tra natura e sviluppo - che deve misurarsi con molteplici fattori, tra cui l'accurata considerazione dello spazio e dei siti in cui si opera, la comprensione dei legami funzionali, il sistema dei segni visivi, le permanenze storiche e le connessioni con l'intorno.
Dobbiamo imparare a considerare il progetto degli spazi aperti, sia per le grandi realizzazioni che per i piccoli giardini, come un vero progetto e quindi dobbiamo stravolgere il nostro radicato e diffuso atteggiamento, che ci porta a valutare tali aree come spazi di secondaria importanza rispetto agli edifici, spazi vuoti riempiti spesso casualmente con le specie vegetali reperite più facilmente.
Il verde, al contrario, può rafforzare e anzi esaltare la realizzazione architettonica e può contemporaneamente essere esso stesso elemento architettonico, ma anche diventare elemento. sensoriale (paesaggio olfattivo, sonoro, ecc.), accrescendo le potenzialità e le qualità del progetto complessivo.
Il paesaggio non è il giardino, l'area verde o il bosco, ma è l'insieme di elementi naturali e costruiti dall'uomo, architetture comprese. Questo ci suggerisce che la progettazione degli spazi aperti e degli spazi costruiti merita la stessa attenzione e cura, anche se attraverso il rispetto di principi e regole molto differenti.
Un giardino, pubblico o privato che sia, può anche essere considerato un'opera d'arte. Nel progetto di un'area verde, come in un dipinto di un paesaggio, vi deve essere armonia, per esempio, tra gli elementi compositivi raffigurati in lontananza e quelli in primo piano rispetto all'osservatore (il fruitore), ma, diversamente dal dipinto, il giardino è un'opera vivente, mutevole secondo l'andamento delle stagioni, sempre pronto a ribellarsi.
La complessità che ne deriva coinvolge più competenze e diventa un'occasione di raffronto fra varie professionalità: quando questo non avviene, si manifesta o un'assenza di qualità formale e di ricerca compositiva, o una scarsa attenzione estetica ed ecologica all'uso di specie vegetali.
Pur nella consapevolezza della pluralità degli elementi coinvolti nel progetto di architettura del paesaggio e dell'unicità di ogni situazione, è possibile individuare alcuni temi intorno ai quali si dovrebbe sviluppare ogni percorso progettuale, all'interno del quale prendono corpo le singole soluzioni.
A grandi linee, si possono individuare alcune fasi progettuali che seguono l'analisi paesaggistica del sito e del suo ambito di riferimento, che vanno dalla contestualizzazione e struttura del progetto (landscape) alla scelta di materiali e specie vegetali (hardscape e softscape).

CONTESTUALIZZAZIONE E STRUTTURA DEL PROGETTO (LANDSCAPE)

Villa Medici (Firenze).Nell'accingersi a progettare uno spazio verde, bisogna dedicare una fase iniziale alla conoscenza del luogo e dell'ambito paesaggistico di riferimento, attraverso la conoscenza diretta e il reperimento della più varia e abbondante documentazione.
La struttura del progetto che ne deriverà, da verificare negli approfondimenti più esecutivi e nella precisa scelta dei materiali e delle specie vegetali, sarà il risultato di osservazioni e valutazioni legate al paesaggio, a fattori percettivi e funzionali.
Si può dire che gli elementi di un buon progetto siano già contenuti in fieri in una accurata mirata fase conoscitiva: è il paesaggio (naturale e culturale) che ci suggerisce i modi per procedere nella continuità e nella salvaguardia dei valori e degli elementi di pregio, nella risoluzione di situazioni critiche o problematiche, nella mitigazione dell'azione di detrattori, nel soddisfacimento delle esigenze della fruizione.
Questi principi nell'approccio progettuale non si devono limitare all'osservazione, ma devono essere ricompresi nella fase creativa del progettista o dei progettisti; ogni luogo ha la sua tipicità, che deve essere interpretata, anche attraverso l'individuazione di particolari tematismi, prima di essere trasformata. L'aspetto percettivo, il più immediato, è uno di questi. Il progetto deve recuperare all'interno dell'area i valori del paesaggio circostante, instaurando un rapporto biunivoco con esso, catturando lo sguardo del fruitore su emergenze, scorci suggestivi e panorami o precludendo la vista su elementi di disturbo. L'uso di particolari specie o alberature, per esempio ricorrenti nel paesaggio agrario o in altri usi tradizionali, può inoltre rafforzare questo rapporto, insieme ad esplicare un ruolo didattico-culturale molto importante nella progettazione degli spazi pubblici.
La stessa organizzazione degli spazi progettati, nella composizione e nel disegno, deve essere di facile lettura e tracciare segni immediatamente codificabili (percorsi, soste, aree per il gioco libero ecc.), per contribuire all'orientamento e al benessere dei frequentatori.
L'organizzazione dei percorsi e degli spazi attrezzati con sedute o giochi, deve tenere conto della continuità dei percorsi esistenti esterni all'area (pedonali e ciclabili), secondo le consuetudini o le istanze di miglioramento.
La connotazione funzionale dell'area da progettare diventa a questo punto determinante. Basti pensare alla specificità di accorgimenti e caratteristiche che devono contraddistinguere giardini pubblici urbani o di piccoli centri abitati, campi gioco per bambini di diverse età, verde scolastico, verde di servizio alla residenza o al turismo, verde ospedaliero ecc. Continuità e connessioni con i valori del paesaggio e con il tessuto insediativo dunque, ma altrettanta attenzione nel progetto dei limiti dell'area, data la necessità di localizzare e circoscrivere l'intervento. Limiti mal progettati possono vanificare buone intenzioni e aspettative; barriere verdi permeabili alla vista, chiusure o quinte verdi, recinzioni nascoste da fossati o movimenti di terra sono spesso valide alternative a più ricorrenti e banali soluzioni. Insomma, il progetto del verde non può essere pura creatività, ma deve essere un processo creativo che ascolta il paesaggio; ogni specifica progettazione di un giardino, parco o piccola area verde che sia dovrà arrivare, nelle soluzioni dei particolari, nei materiali da utilizzare e nella componente vegetazionale, a scelte di qualità.
Premesso che la costruzione di un area verde si avvale principalmente dell'utilizzo di materiali naturali, come la terra vegetale, l'erba, gli arbusti, l'acqua e gli inerti (ghiaia, pietra, ecc), nelle soluzioni di dettaglio la scelta di materiali 'pesanti' (hardscape) rappresenta un punto fermo nel processo delle impostazioni formali e compositivo.
Come in un buon progetto di architettura, l'uso di materiali idonei costituisce il "valore aggiunto" dell'opera nel suo complesso, e spesso la scelta di quelli locali risulta la migliore soprattutto quando, e in un giardino questo accade di frequente, si prediligono i materiali naturali come la pietra, il marmo, la ghiaia, ecc. Anche in questo caso, infatti, non si sfugge alla regola di trarre ispirazione dall'intorno e non di rado le soluzioni migliori sono quelle più consolidate e diffuse nel luogo, già sottoposte, tra l'altro, alla verifica funzionale dell'uso.
Il tipo di pietra, la dimensione, la lavorazione della superficie, la disposizione degli elementi, diventano quindi gli strumenti della progettazione.
Ma anche i materiali artificiali, di solito definiti "poveri", come i laterizi e i calcestruzzo, oltre a quanto di più sofisticato ci offre la produzione industriale moderna, (si pensi ai catalizzatori per le pavimentazioni in terra naturale, al "prato armato", ecc.) possono essere lo spunto per creare soluzioni originali e funzionali dove le esigenze d'uso o i limiti della spesa impongono scelte alternative.
Un capitolo a parte occupano le applicazioni di materiali mutuati dall'ingegneria naturalistica. Questa disciplina, nata per offrire soluzioni strutturali di consolidamento e difesa del suolo di tipo naturale, alternative alle opere derivate dall'ingegneria civile, può essere applicata spesso anche a situazioni meno problematiche, come la realizzazione di un giardino o di un'area verde. La combinazione di materiali tradizionali (il legname, il ferro, le pietre, ecc.) con quelli di nuova concezione (georeti, biostuoie, geotessuti, ecc.) offre occasioni per la messa a punto di soluzioni allo stesso tempo economiche, esteticamente gradevoli ed in armonia con contesti di particolare valore paesaggistico.
Ma quella dei materiali non rappresenta solo l'occasione per sperimentare o esercitare le capacità compositive del progettista. Al contrario, le pavimentazioni, i muri di cinta, le attrezzature, gli impianti e anche gli arredi, contribuiscono alla "struttura" del giardino e una loro corretta progettazione coincide spesso con la 'stabilità" di tutta la realizzazione.
Si pensi, per esempio, alle pavimentazioni di un parco o di un'area verde la cui scelta ha conseguenze determinanti sulla funzionalità dei percorsi progettati e sulla possibilità di utilizzare tutte le aree durante l'arco delle stagioni, in funzione dell'uso di un materiale piuttosto che di un altro. E ancora, a riguardo delle pavimentazioni, va sottolineata l'interrelazione fra la permeabilità dei materiali utilizzati e la necessità di dimensionamento degli impianti di captazione e allontanamento delle acque meteoriche.
In conclusione, la scelta dei materiali può rappresentare insieme lo spunto per la composizione progettuale e la verifica delle scelte precedenti, condizionandone di volta in volta il grado di efficacia e di funzionalità.

SCELTA DELLE SPECIE VEGETALI (SOFTSCAPE)

Ogni pianta ha una forma e un carattere proprio e, pur armonizzandosi quasi sempre con l'ambiente esterno, sicuramente più facilmente di un fabbricato, essa si pone come una "struttura alternativa" con una propria carica espressiva.
È dunque importante, prima di operare, conoscere le caratteristiche della vegetazione - forma, grandezza, accrescimento, portamento, fogliame, chioma, ecc. - tenendo comunque sempre ben presente le caratteristiche dell'area di progetto, la collocazione, la giacitura, il tipo di terreno, l'esposizione e l'ambiente su cui si va ad operare. La natura dovrebbe essere un costante punto di riferimento: un buon progetto ha un carattere stabile e durevole nell'imporre degli schemi e dei ritmi che sono stati mutuati dalla natura.
I sesti di impianto, a tal proposito, diventano un elemento fondamentale per la buona riuscita del progetto, per la salute delle piante nel tempo e per una agevole manutenzione.
La scelta, comunque, avverrà in funzione della definizione dello spazio del progetto, della sua dimensione, delle forme e delle funzioni che si vuole dare a quella particolare area aperta, ma anche in rapporto a esigenze di ordine funzionale, tenendo presente la componente ecologica sia in ambito urbano che extraurbano. Le piante sono, infatti, in grado di migliorare la qualità della vita degli abitanti agendo contro i fattori di inquinamento e garantendo una migliore qualità degli ecosistemi. Altro fattore di particolare interesse da tenere in considerazione riguarda la percezione visiva e quella estetica. Le piante, in quanto elementi costitutivi del progetto, proprio per i loro molteplici aspetti, diventano anche gli elementi decorativi del giardino per le caratteristiche del loro fogliame, per i fiori e i frutti, per la tessitura della corteccia, per le loro modificazioni al mutare delle stagioni e delle ore del giorno, o per la particolare architettura dei rami differente per ciascun individuo.
In generale, si può dire che all'interno di uno spazio verde, gli alberi ed alcuni tipi di arbusti, a seconda del loro portamento e ordine di grandezza, costituiscono gli elementi che definiscono la vera struttura dell'intervento, essendo quelli più duraturi, a differenza dell'insieme di arbusti di minore dimensione e delle erbacee, che rappresentano gli elementi con maggiore valenza estetica e mutevolezza nel tempo.
Le specie vegetali devono sempre essere correttamente raggruppate e alternate per comporre la forma dello spazio, ma anche per determinare cromatismi e sensazioni diverse, rendendo il giardino bello ogni giorno dell'anno.
La disposizione delle piante secondo l'idea compositivo-progettuale, deve comunque tenere conto dell'esposizione agli agenti atmosferici e del soleggiamento dell'area, per ovvi motivi legati al successo degli impianti e alla salute della vegetazione (ambiti microclimatici), ma anche alle necessità della fruizione (sedute all'ombra per ripararsi dalla calura estiva, area giochi per bambini soleggiate, barriere frangivento o antirumore ecc.)

Anche se ci siamo serviti di alcune semplificazioni nell'argomentare quanto esposto, si è voluto sottolineare l'importanza di non dare niente per scontato e si sono volute aprire alcune finestre sulla complessità della progettazione degli spazi verdi costruiti per la gente, cosa che può essere affrontata con sensibilità, cultura e buon senso.
Per concludere vorremmo prendere in prestito alcune parole che il capo-scuola della Landscape Architecture, Frederick Law Olmsted, progettista del Central Park di New York, scrive nel 1870: "Vogliamo un terreno al quale le persone possano accedere con facilità dopo una giornata di lavoro, dove passeggiare per un'ora senza vedere né sentire nulla della confusione delle strade, dove la città rimanga lontana.[.. .1 E soprattutto vogliamo che ci sia differenza rispetto ai limiti imposti dalla vita cittadina, che ci costringono a camminare con circospezione, sempre all'erta, chiusi in noi stessi, che ci portano a guardare gli altri con antipatia."
 
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