MONOGRAFIA NATURA ALLEATA
Un esempio di applicazione di biotecnologie rispettosa dell'ambiente nel territorio valdostano:la decontaminazione dello sversamento di petrolio grezzo verificatosi a Donnas nel 1994.
NATURA E BIOTECNOLOGIE
di Paolo Bagnod
In un momento sociale in cui le biotecnologie vengono sottoposte a pesanti critiche ritengo utile sottolineare il fatto che esistono forme di biotecnologie che non comportano manipolazioni genetiche o altre pratiche definite "innaturali" da parte delle associazioni protezionistiche, ma che possono al contrario rimediare danni ambientali causati dall'uomo. Un esempio è rappresentato dalla cosiddetta "bioremediation" (o biotrattamento) di contaminazioni da idrocarburi e/o pesticidi. Si tratta di una metodica ormai applicata da decenni, che consiste nell'utilizzo della flora batterica presente naturalmente nei suoli per la digestione aerobica delle molecole inquinanti. Il processo si basa sul fatto che anche idrocarburi e pesticidi (o almeno parte di questi ultimi) sono composti da molecole organiche, che possono pertanto essere degradate dai batteri del suolo che le sfruttano come fonte di cibo, e di conseguenza di energia, producendo come prodotto finale anidride carbonica e acqua, cioè prodotti che possono rientrare in modo del tutto innocuo nel ciclo naturale. Il processo avviene già spontaneamente in natura. L'intervento degli scienziati durante la decontaminazione si propone unicamente di ottimizzarlo, monitorando la velocità di degradazione delle molecole inquinanti e rendendo ottimali le condizioni di vita dei batteri degradatori, fornendo loro le necessarie quantità di ossigeno, acqua e nutrienti. In tal modo si ottiene la decontaminazione di un sito senza ricorrere a tecniche invasive o a stravolgimenti dello stato dei luoghi.
A seguito dello sversamento accidentale di petrolio grezzo nel comune di Donnas nel 1994 anche nella nostra regione tale metodica è stata applicata con successo. Il presente articolo si propone di fornire una sintesi dell'applicazione di tale metodica inquadrata nell'ambito dell'incidente occorso nel comune di Donnas. Una relazione scientifica più dettagliata è disponibile per la consultazione presso il Servizio Gestione e Qualità dell'Ambiente.
La rottura dell'oleodotto verificatasi nella piana di Donnas il 22 settembre 1994 ha comportato l'immissione nell'ambiente di idrocarburi tipici di un greggio petrolifero di tipo paraffinico. L'incidente è avvenuto in un'area limitrofa al centro abitato di Grand Vert e caratterizzata da un'elevata permeabilità del sottosuolo, scarsa soggiacenza della falda, vicinanza di acque superficiali, stato di sviluppo vegetazionale critico di colture di pregio (viti).
Gli interventi urgenti, effettuati dall'ente gestore (SNAM) sotto il controllo dei Servizi regionali competenti, sono stati seguiti da una prima fase di monitoraggio ambientale per valutare lo stato di compromissione dei siti.
E stato successivamente creato un gruppo di lavoro sotto il coordinamento dell'Amministrazione Regionale, che ha esaminato le opzioni di bonifica presentate dalla Società SNAM. Le alternative proposte in sintesi consistevano in:
Ipotesi di lavoro 1: rimozione del terreno contaminato, suo trasporto in discarica autorizzata e sua sostituzione con terreno "pulito" avente caratteristiche pedologiche simili;
La piana di Donnas.Ipotesi di lavoro 2: trattamento "in situ" del terreno contaminato mediante una combinazione di tecniche biologiche (biotrattamento mediante digestione aerobica del contaminante da parte della flora batterica locale) e fisiche (strippaggio - cioè insufflazione di aria per favorire la volatilizzazione - dei vapori contaminati e successiva termodistruzione degli stessi).
L'esame delle due ipotesi ha portato il gruppo di lavoro alla scelta della seconda ipotesi, l'unica effettivamente in grado di eliminare la contaminazione (invece di limitarsi a trasferirla in altra sede) nonché quella in grado di generare il minor disturbo per i centri abitati limitrofi.
La fase di messa a punto del piano di bonifica e della sua successiva attuazione è stata eseguita secondo le decisioni prese in sede di riunione del gruppo di lavoro. La verifica in contraddittorio della qualità delle analisi SNAM è stata effettuata dai laboratori della competente U.S.L. Rapporti periodici sullo stato di avanzamento dei lavori sono stati forniti dall'Ente gestore a tutti i membri del gruppo di lavoro.
In sintesi, al termine delle operazioni di bonifica, è stato possibile esprimere le seguenti conclusioni:
· aria: non si sono mai verificate alterazioni negative della qualità ambientale della stessa a seguito dello sversamento;
· acque superficiali: vale quanto affermato per l'aria;
· acque sotterranee: lo strato saturo (acqua e suoli) non ha presentato contaminazione significativa tale da pregiudicare la qualità delle acque di falda. Le acque sotterranee sono state caratterizzate da analoghe qualità a monte, a valle e all'interno del settore interessato dalla bonifica;
· suolo: i composti di interesse (individuati perché maggiormente suscettibili di arrecare danni all'uomo) hanno mostrato concentrazioni residue inferiori a quanto richiesto dal gruppo di lavoro. La concentrazione degli idrocarburi totali ha individuato una loro notevole riduzione complessiva (mediamente superiore al 77%) a seguito del successo dell'attività biodegradativa. Permangono alcuni punti isolati in cui la concentrazione complessiva è relativamente elevata, ma le analisi hanno dimostrato come gli idrocarburi residui siano di fatto composti pesanti alifatici e ramificati (paraffine pesanti ramificate, asfalteni ecc.), non pericolosi per l'uomo e per l'ambiente in quanto sostanzialmente inerti. Si può inoltre presupporre che la prosecuzione delle normali attività colturali in zona consentirà il mantenimento delle condizioni favorevoli per il proseguimento naturale dell'attività batterica e di conseguenza una progressiva riduzione nel tempo di tali concentrazioni;
· biota: le campagne di monitoraggio e l'analisi delle colture sperimentali di specie vegetali coltivate in corrispondenza della zona contaminata hanno mostrato l'assenza di composti derivati dagli idrocarburi nei prodotti vegetali e senza di situazioni anomale relativamente alla composizione degli elementi viventi locali.
Si ritiene pertanto di poter affermare che sono stati raggiunti i limiti di bonifica prefissati per i comparti interessati dalla contaminazione, e di conseguenza l'attività di bonifica, da un punto di vista ambientale, può considerarsi conclusa.
Quanto descritto rappresenta soltanto un piccolo esempio di come la conoscenza e le tecnologie che oggi abbiamo a disposizione ci permettano di utilizzare i processi naturali stessi per migliorare o ripristinare l'ambiente in cui viviamo.
Certo, il primo traguardo di questa conoscenza è ancora più a monte: imparare a progettare il nostro modo di vivere in maniera da diminuire l'inquinamento, cioè il disequilibrio tra i sottoprodotti della nostra civiltà e il ciclo naturale.
   
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