ITINERARIO
Un itinerario percorribile in inverno con pelli di foca o racchette da neve, per visitare una delle zone piĆ¹ colpite dall'alluvione.
IL MONT CORQUET CON GLI SCI
di Matteo Giglio
La cartina che illustra il percorsoL'evento alluvionale dello scorso ottobre è stato sicuramente più devastante nella zona del centro Valle compresa tra Fénis e Pollein. Si tratta di un'area universalmente riconosciuta fra le più secche d'Italia. Finora la stazione pluviometrica di Saint-Marcel registrava valori medi annui di circa 400/500 millimetri di pioggia: valori paragonabili a quelli delle stazioni nord africane! Tanti anni di siccità hanno sicuramente influito sulle caratteristiche del terreno, che non è stato in grado di reggere il lungo periodo di piogge dell'ottobre 2000. A questo problema poi se ne sono sommati tanti altri, di cui hanno parlato più approfonditamente tecnici e professionisti negli articoli di questo numero interamente dedicato all'alluvione.
L'itinerario che proponiamo si trova proprio nel cuore di questa zona e permette di osservare da un punto di vista privilegiato le conseguenze appunto dell'evento alluvionale. Si tratta del Mont Corquet, 2530 metri di quota, affacciato sulla valle centrale a monte dell'abitato di Les Druges e prima elevazione dello spartiacque tra i valloni di Clavalité e di Saint-Marcel. Dalla cima, ampia e pianeggiante, è possibile ammirare un notevole panorama che spazia dal Monte Rosa al Massiccio del Monte Bianco; è inoltre visibile chiaramente tutto il fondo valle da Saint-Pierre fino a Saint-Vincent con in evidenza il lungo serpentone dell'autostrada. Ma ciò che attira maggiormente l'attenzione dell'appassionato di tematiche inerenti il territorio è senza dubbio il grande conoide alluvionale che ospita l'abitato di Nus.
Una vista frontale del Mont Corquet, fotografato dalla strada che sale a Saint-BarthélemyDal Mont Corquet si può dunque osservare ed immaginare la dinamica del Torrente Saint-Barthelemy in quei giorni dell'ottobre 2000. È sorprendente vedere la grande quantità di materiale ghiaioso depositato dal corso d'acqua a Ovest di Nus e soprattutto notare il cambio di direzione del torrente: ora infatti confluisce nella Dora Baltea circa 500 metri più a Ovest di prima.
In una giornata di cielo sereno e visibilità ottima, trovarsi sul Mont Corquet equivale quindi a consultare un libro di geomorfologia all'aperto. In evidenza poi innumerevoli piccole e grandi frane per colamento osservabili dalla collina di Quart a quella di Nus.
A proposito di frane, e in particolare di quei fenomeni che gli specialisti definiscono debris flow, durante la salita al Mont Corquet non dobbiamo dimenticare di trovarci tra i due casi tristemente celebri che hanno caratterizzato l'alluvione. Circa 8 chilometri in linea d'aria verso Ovest troviamo la frana di Pollein, mentre poco a valle si trova l'area di distacco della frana di Pléod, che ha colpito le frazioni di Perron e Pléod in comune di Fénis.
Proponiamo qui la salita al Mont Corquet nella stagione invernale o primaverile, con sufficiente innevamento da poter utilizzare pelli di foca o racchette. Si tratta di un percorso di media difficoltà con partenza dalla frazione di Les Druges, in comune di Saint-Marcel, divisibile in due sezioni ben distinte. La prima parte, molto facile, si snoda in un bel bosco di conifere lungo il tracciato di una strada sterrata e permette di raggiungere l'Alpe Corquet a 2169 metri di quota. La seconda parte invece, pur non essendo tecnicamente impegnativa, richiede alcune precauzioni per quanto riguarda le condizioni del manto nevoso. Ci si trova su ampi pendii, fuori dal bosco, che permettono di raggiungere il pianoro sommitale su cui trova posto la croce di vetta del Mont Corquet. Quest'ultimo tratto, come accennato, va considerato come potenzialmente pericoloso in caso di abbondanti nevicate recenti o di accumuli di neve da parte del vento. In entrambi i casi è consigliabile fermarsi all'Alpe Corquet e fare ritorno. In condizioni ottimali è invece possibile affrontare i quattrocento metri di dislivello che separano dalla cima, per completare così l'itinerario.

Salendo verso il Mont Corquet si può vedere il conoide che ospita l'abitato di NusAccesso: raggiunto l'abitato di Saint-Marcel, si sale in auto lungo la strada carrozzabile che tocca le frazioni di Réan, Plout e Seissogne per raggiungere Les Druges. Si posteggia l'auto poco oltre le case, prima dell'area pic-nic.
Quota massima: 2530 m
Dislivello: 945 m
Lunghezza: 4 km circa
Esposizione: Nord
Tempo di salita: 3 ore
Periodo consigliato:da dicembre a marzo

Un tratto di salita con gli sci nel bosco prima di raggiungere l'Alpe CorquetDalla frazione Les Druges, verso Sud, si segue il tracciato della strada interpoderale che sale con media pendenza e compiendo alcuni tornanti nel bosco. Lungo il percorso si toccano alcune baite isolate, solitamente situate in radure, per raggiungere l'Alpe Corquet ubicata a 2169 metri di quota al limite della vegetazione. Fino a questo punto l'itinerario è al sicuro da pericoli oggettivi e accessibile a un gran numero di sciatori o escursionisti.
Di qui, se le condizioni del manto nevoso lo consentono, occorre salire in diagonale verso destra, tenendosi sul limitare del bosco fino a portarsi sulla larga dorsale tra il Mont Corquet e il Mont Roux. Si percorre infine senza particolari difficoltà l'ultimo pendio che conduce in vetta.
In realtà la sommità del Mont Corquet non appare come la cima aguzza di un monte, ma piuttosto ha le sembianze di un altopiano dove consumare in tutta tranquillità uno spuntino al cospetto di un panorama a 360 gradi.
Per la discesa, si segue a ritroso il percorso effettuato in salita.
 

Equipaggiamento e precauzioni
La pratica dell'escursionismo, con sci o racchette, nella stagione invernale richiede alcune precauzioni legate principalmente al pericolo valanghe. Nello zaino di ognuno dunque non dovrebbero mai mancare, oltre agli indumenti, al cibo e a una piccola trousse di pronto soccorso, una pala da neve, una sonda e un apparecchio ARVA (Appareil de Recherche pour Victimes d'Avalanche).
Chi non si sente in grado di affrontare autonomamente la gita può rivolgersi ad una guida alpina, figura professionale abilitata all'accompagnamento in sicurezza di persone in montagna, consultando il sito dell'Unione Valdostana Guide di Alta Montagna www.guidealpine.com.
Per avere maggiori informazioni sulle condizioni del manto nevoso invece conviene consultare in rete il sito della Regione Valle d'Aosta www.regione.vda.it dove viene periodicamente aggiornato il bollettino nivometeorologico.

   
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