TERRITORIO FRAGILE
A cinque mesi dall'alluvione รจ possibile tracciare un bilancio degli interventi svolti per programmare i prossimi compiti.
DOPO L'ALLUVIONE
di Raffaele Rocco
La violenza del Torrente Ayasse, poco prima della confluenza con la Dora BalteaSubito dopo l'evento alluvionale, il Coordinamento Territorio e Ambiente ha consegnato alla Giunta regionale un dettagliato rapporto sull'accaduto, corredato dai dati meteorologici in nostro possesso e dalle rilevazioni e stime dei danni effettuate in collaborazione con le Amministrazioni Comunali. Non sembra opportuno perciò riprodurre su queste pagine tale materiale, che peraltro è a disposizione di chi volesse prenderne conoscenza sul sito Web della Regione, nelle pagine dedicate all'alluvione.
A circa cinque mesi dall'alluvione che ha colpito la Valle d'Aosta è possibile invece effettuare un primo bilancio di ciò che è stato realizzato e tracciare le linee dei compiti che ci attendono nel settore delle opere pubbliche per riparare i danni provocati dalle piene dei corsi d'acqua e dalle frane.
La situazione che si è determinata sul territorio a seguito dell'alluvione ha posto due categorie di esigenze:
- la ricostruzione dei manufatti danneggiati o la realizzazione di interventi correttivi, da realizzarsi con la massima urgenza e tempestività in un arco temporale di breve-medio periodo;
- la rimozione delle anomalie di base del sistema che hanno costituito fattore aggravante degli effetti della piena, che può ragionevolmente avvenire solo nel medio-lungo periodo.
I FASE
La cartina delle precipitazioni di domenica 15 ottobre 2000: in evidenza la concentrazione delle piogge sull'Italia centro-settentrionaleL'indispensabile fase di realizzazione immediata non può infatti non tenere conto del quadro dei dissesti verificatosi o aggravatosi a causa dell'alluvione. Esiste perciò l'esigenza di garantire la coerenza tra le fasi di realizzazione immediata, indispensabili al ripristino di condizioni di funzionalità normale nelle aree danneggiate, e quelle di realizzazione differita a medio e lungo termine, volte a sanare le disfunzioni di ordine strutturale evidenziate durante i recenti eventi.
La prima fase del cosiddetto pronto intervento ha comportato investimenti per quasi 133 miliardi di lire, 93 miliardi da parte dei Comuni e 40 miliardi da parte della Regione.
Con l'impegno e il lavoro dei residenti e dei volontari i centri abitati invasi dal fango e dai detriti sono stati tutti ripuliti e restituiti alle attività normali. Fin dalle prime settimane sono stati ristabiliti i servizi primari ed è stata ripristinata la rete viabile principale, permettendo lo svolgimento di una buona stagione sciistica, così da non diminuire le attese da parte degli operatori turistici e da parte dei turisti stessi. Sono stati inoltre realizzati numerosi interventi di stabilizzazione e protezione dalle frane e di sistemazione delle sponde dei corsi d'acqua per garantire la sicurezza di centri abitati e infrastrutture.
II FASE
Il 22 gennaio è stato approvato dalla Giunta regionale il "Piano di interventi straordinari per il ripristino in condizioni di sicurezza delle infrastrutture pubbliche danneggiate, per la pulizia e la manutenzione straordinaria degli alvei dei corsi d'acqua e per la stabilizzazione dei versanti, nonché per adeguate opere di prevenzione dei rischi" che costituisce un momento intermedio tra la prima fase immediatamente successiva all'evento alluvionale, quando si è operato in condizioni di urgenza per ristabilire condizioni minime di sicurezza e ripristinare anche in via precaria i servizi primari, e la fase di ricostruzione e ripristino definitivo dei danni. Il Piano definisce e programma le azioni necessarie a garantire un livello di sicurezza adeguato sul territorio e stabilisce condizioni di uso del suolo compatibili con le caratteristiche dei sistemi idrografici e dei versanti.
Le linee di intervento perseguite dal Piano tendono in particolare a:
- proteggere centri abitati, infrastrutture, luoghi e ambienti di riconosciuta importanza rispetto a eventi di piena di gravosità elevata, in modo tale da ricondurre il rischio idraulico a valori compatibili;
- mettere in sicurezza abitati e infrastrutture interessati da fenomeni di instabilità di versante;
- ripristinare in via definitiva le vie di comunicazione danneggiate dagli eventi, che nella prima fase sono state sistemate con opere provvisionali d'urgenza;
- rimettere in piena efficienza i servizi acquedottistici e fognari, ripristinati in via precaria durante la prima fase.
Sulla base delle linee di intervento delineate e delle segnalazioni pervenute dai Comuni si definisce il quadro complessivo delle esigenze di intervento per il ripristino dei danni.
Il Piano classifica gli interventi in tre classi di priorità, contrassegnate con i valori da uno a tre, e per quanto riguarda la classe uno distingue due sottoclassi di priorità, contrassegnate con le lettere a) e b), ai fini del finanziamento dell'intervento.
Le attività svolte finora non sono state solo di difesa attiva, cioè legata alla realizzazione di opere di tipo cantieristico: i tempi di intervento e la complessità dei fenomeni sui quali intervenire hanno comportato la necessità di utilizzare anche misure di salvaguardia di tipo non strutturale, attraverso limitazioni temporanee dell'uso del territorio.
Con la deliberazione di Giunta n. 4268 del 11/12/2000 sono state approvate le istruzioni concernenti il comportamento che i Comuni sono tenuti ad adottare dal punto di vista urbanistico in relazione agli eventi alluvionali del mese di ottobre. Ai Comuni è stata anche trasmessa una cartografia in scala 1:5000 nella quale sono perimetrate le aree che risultano essere state colpite dai fenomeni calamitosi, predisposta dal Servizio cartografico regionale sulla base di uno specifico volo aereofotogrammetrico effettuato la settimana successiva all'alluvione.
   
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