ITINERARIO
Per salutare il 2001 proponiamo un'esperienza diversa:il capodanno presso il rifugio Bonatti, comodamente raggiungibile a piedi, con gli sci o con le racchette da neve.
CAPODANNO IN RIFUGIO
di Matteo Giglio
Ogni anno, nei mesi di novembre e dicembre, si inizia a pensare alla meta prescelta per trascorrere in allegria il capodanno. Le idee e le proposte sono tante, l'imbarazzo della scelta si fa strada. Per salutare l'anno appena trascorso e inaugurare il 2002, Environnement ha pensato di proporre un'alternativa particolare, un'esperienza senza dubbio da provare. Si tratta del capodanno in un rifugio alpino, un'offerta che la Valle d'Aosta sta iniziando a considerare sempre di più, sull'onda del successo riscosso nel settore orientale dell'arco alpino.
Aprire un rifugio di montagna nella stagione fredda comporta evidentemente per i gestori un sovraccarico di complicazioni legate essenzialmente alle condizioni ambientali sfavorevoli. Alcuni però, sfidando il gelo e la neve, si impegnano per far trascorrere ore felici a clienti e amici.
In questo numero viene proposta come meta di fine anno il rifugio Bonatti in Val Ferret, che rinnova l'offerta ormai da qualche anno.
Capodanno in rifugio significa sicuramente grande festa in un locale caldo e accogliente a diretto contatto con tutte le persone che si incontrano; ma soprattutto significa marcia di avvicinamento nel tipico ambiente invernale ovattato, caratterizzato da estremo silenzio e alte pareti ghiacciate che incombono sulla valle. L'esperienza poi di assistere ad un'alba o ad un tramonto in alta quota è unica e indimenticabile.
La scelta del rifugio Bonatti è dovuta al panorama mozzafiato che si può ammirare da lassù e all'approccio relativamente semplice da stabilire nella stagione fredda. Per raggiungere questo autentico balcone sul Massiccio del Monte Bianco, si percorre buona parte della Val Ferret, uno dei santuari dello sci di fondo in Valle d'Aosta. Per agevolare la coesistenza di praticanti di attività sportive differenti (sci nordico, escursionismo, scialpinismo, cani da slitta e racchette da neve), il fondovalle è stato organizzato in modo da permettere ai rispettivi appassionati di dedicarsi al proprio sport preferito in completa libertà. È stata creata dunque un'area con pista battuta per le due tecniche dello sci nordico e un'area sufficientemente ampia per escursionisti a piedi o con racchette: l'accesso a quest'ultima è gratuita, mentre per lo sci di fondo occorre munirsi di biglietto presso lo chalet della scuola di sci.
Buona parte dell'itinerario di salita segue il tracciato della strada carrozzabile estiva, transitando nei pressi del golf di Pra Sec e costeggiando il tranquillo corso delle Dora di Ferret.
A Lavachey è possibile effettuare una sosta e rifocillarsi presso la gîte d'étape, prima di riprendere a salire. Successivamente due tornanti permettono di guadagnare quota e di portarsi nei pressi della partenza del sentiero estivo per il rifugio Bonatti e il colle di Malatrà. Di qui, il percorso diventa più impegnativo: chi non si sente sicuro può abbandonare gli sci e proseguire a piedi, meglio ancora con racchette da neve. Quattrocento metri di dislivello separano il fondovalle dal rifugio.
La raccomandazione infine è sempre quella di affidarsi ad un professionista per l'accompagnamento (guida alpina): il terreno invernale, a seconda delle condizioni del manto nevoso, può riservare sorprese anche sui percorsi più banali. Abbigliamento e attrezzatura adeguata non sempre sono sinonimo di sicurezza, occorre una valutazione preventiva della fattibilità dell'itinerario, che solo un esperto può eseguire.
Detto ciò, non rimane che formulare a tutti i lettori di Environnement un augurio di Buon Natale e di Felice Anno Nuovo.

ITINERARIO
Accesso: da Courmayeur, ci si dirige verso Entrèves e La Palud per risalire la Val Ferret fino al piazzale di Planpincieux
Quota massima: 2056 m
Dislivello: 463 m
Lunghezza: 6 km
Esposizione: Nord Ovest
Tempo di salita: 2 ore

Lasciata l'automobile nel grande piazzale di Planpincieux (1593 m), si imbocca la pista pedonale che corre a lato della pista di fondo, sul tracciato della strada carrozzabile estiva. Occorre precisare che è molto importante procedere a piedi o con le racchette da neve all'interno della corsia destinata ai pedoni, senza invadere lo spazio per gli sciatori. Per evitare inutili discussioni e per il rispetto reciproco delle diverse attività sportive è pertanto necessario attenersi alle esplicite indicazioni dei cartelli segnaletici. Dopo una salita di media pendenza, al termine della quale si può sostare comodamente nei pressi di una cappella, si perviene nel pianoro di Le Pont e Tronchey, sede estiva del campo di golf. Continuando a seguire fedelmente la pista pianeggiante, si toccano le case di Pra Sec e successivamente di La Vachey. Poco oltre, la strada compie due tornanti in salita per giungere nei pressi di un ponte in legno. Qui si abbandona la pista di fondo a favore del sentiero per il rifugio Bonatti, che si stacca sulla destra nei pressi di una baita. La traccia segue indicativamente un vago promontorio, inizialmente nel bosco poi allo scoperto, per raggiungere il panoramico balcone dove sono ubicati l'alpe Malatrà e il rifugio Bonatti (2056 m).
Al ritorno si percorre a ritroso l'itinerario di salita.

   
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