2002: ANNO DELLA MONTAGNA
L'eccellenza di una specializzazione ha portato a trasferire ad altre realtà montane le proprie capacità tecniche.
GUIDE ALPINE IN HIMALAYA
di Massimo Datrino
Una suggestiva immagine del Baruntse, in Nepal.Alpinisti, turisti e quanti vivono e lavorano nelle difficili condizioni ambientali dell'Alto Khumbu, la valle nepalese che conduce al Campo Base dell'Everest, possono finalmente fare affidamento su un gruppo di soccorritori professionisti. Su iniziativa della Regione Autonoma Valle d'Aosta, della Fondazione Benoit Chamoux e del Comitato Ev-K2-Cnr e con il contributo del Ministero degli Affari Esteri è stato avviato durante l'anno passato il primo corso pilota per tecniche di soccorso di alta montagna, al quale hanno preso parte cinque sherpa, già classificati come Mountain Guides e accuratamente selezionati dal Ministero del Turismo Nepalese. Il corso è nato dall'esigenza di coprire le sempre più numerose richieste di soccorso gestite finora dal personale della Piramide. Realizzato in collaborazione con il Royal Nepal Accademy of Science and Technology, la Nepal Mountaineering Association e sotto il controllo del Ministero del Turismo Nepalese, il corso è stato tenuto da tre guide del Soccorso Alpino Valdostano: Claudio Rosset, Lucio Trucco e il sottoscritto. Una sezione dedicata ai problemi sanitari è stata guidata da Jim Litch, fisiologo ed alpinista da anni attivo in Nepal.
L'idea del soccorso sui colossi himalayani si deve a Franco Garda, che già nel 1991 aveva siglato un protocollo tra il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico di cui era presidente e l'Himalaya Rescue Association. Dopo la sua morte però l'iniziativa aveva subito una battuta d'arresto; è stata ripresa dall'Unione Valdostana Guide di Alta Montagna soltanto nel 1998, anche grazie all'interessamento del Presidente della Giunta Dino Viérin.
La figura di Franco Garda è stata determinante per lo sviluppo del soccorso in montagna. Negli anni ottanta egli aveva elaborato un modello di soccorso rivoluzionario per l'epoca, basato sulla costante presenza di una squadra di pronto intervento formata da guide alpine, stanziata all'aeroporto regionale, pronta a partire con l'elicottero. Diventato poi presidente del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico, Garda aveva cercato di estendere il modello valdostano in tutta Italia. A quasi vent'anni di distanza si può dire che c'è riuscito, che il suo messaggio anche dopo la scomparsa si è diffuso. Naturalmente poi il modello è evoluto ed è stato costantemente perfezionato sia in Valle d'Aosta sia nelle altre regioni. Ora è pronto per spiccare il volo verso la catena montuosa più elevata della terra, l'Himalaya.
La tragedia dell'Everest del 1996, quando cinque persone persero la vita nella discesa, ha posto l'accento su un problema dell'alpinismo himalayano: la mancanza di una struttura di soccorso. In quei luoghi però non sono solo le strutture a mancare ma anche le nozioni base per soccorrere alpinisti in difficoltà o infortunati.
Il primo corso pilota per tecniche di soccorso di alta montagna si è svolto nel mese di novembre 2000 presso l'osservatorio - piramide del Cnr collocato a 5050 metri di quota a sud dell'Everest e messa a disposizione grazie all'interessamento di Luciano Caveri e Agostino Da Polenza. Durante otto giorni gli sherpa hanno potuto acquisire le nozioni di base sulle tecniche di soccorso su ghiaccio e roccia. Obiettivi principali del corso erano quindi trasmettere le basi dell'organizzazione delle squadre di soccorso, insegnare l'utilizzo delle più recenti attrezzature di soccorso nonché nozioni di pronto soccorso in alta quota su valanga con l'utilizzo dell'Arva (apparecchi di ricerca per travolti da valanga).

Altre cooperazioni.
L'Unione valdostana guide di alta montagna non si limita a questa esperienza di cooperazione internazionale, ma può vantare anche la formazione di professionisti di altre nazioni. È il caso delle guide alpine della Grecia, che dopo anni di esperienze con i francesi hanno scelto i valdostani per la loro preparazione. Per essere riconosciuti nel mondo come guide Uiagm (Unione internazionale delle associazioni di guide di alta montagna), i Greci hanno bisogno della certificazione che possono ottenere soltanto seguendo specifici aggiornamenti impartiti da istruttori Uiagm sulle Alpi, riguardanti principalmente lo sci e l'alpinismo su ghiaccio e misto. Soltanto acquisendo la dovuta preparazione anche in questi campi, le guide alpine greche possono essere riconosciute a tutti gli effetti al pari dei loro colleghi francesi, svizzeri o austriaci. Si tratta indubbiamente di un fiore all'occhiello per le guide valdostane, che vedono così riconosciuta in tutto il mondo la loro professionalità.
   
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