INFRASTRUTTURE IDRICHE
I ruscelli di irrigazione, comunemente indicati con il termine di ru, non servono solo a distribuire l'acqua, ma anche a raccoglierla.
I "RUS" COME INFRASTRUTTURE TERRITORIALI
di Marco Trevisan
In occasione di abbondanti precipitazioni i rus abbandonano la loro natura irrigua per svolgere un'altra funzione altrettanto importante: raccogliere le acque di superficie e portarle a valle in maniera ordinata. In effetti anch'essi fanno parte della rete idrica, poiché funzionano come piccoli alvei secondari che riconducono le acque negli alvei naturali. La principale differenza, rispetto ai naturali percorsi dell'acqua, è che i rus hanno un andamento pressoché orizzontale, ovvero quasi parallelo alle curve di livello, con pendenze che raramente superano il 2% (cioè 2 metri di dislivello ogni 100 metri di lunghezza).
A volte infatti si realizzano opere idrauliche con scopi di protezione del territorio che hanno gli stessi caratteri dei rus, sia con dimensioni analoghe (canali di gronda) al fine di proteggere un versante delicato, sia con geometrie più grandi (es. scolmatori di piena) per allontanare una porzione di portata non smaltibile da alcuni tratti di un corso d'acqua.
L'azione positiva dei rus in caso di forti precipitazioni, che consiste in una raccolta e regimazione locale delle acque di scorrimento sui versanti, si esplica principalmente attraverso un aumento dei tempi di corrivazione ed una limitazione dei processi erosivi, e nella conseguente prevenzione di dissesti, sul posto e a valle.
Ma dove convogliano le acque i rus? E dove le scaricano quando queste non sono utilizzate per l'irrigazione? E in caso di piena? I rus, costruiti e modificati in base all'esperienza accumulata da chi ha presidiato nel tempo il territorio, sono stati realizzati in modo da confluire in un corso d'acqua naturale, così da non lasciare acque incontrollate sui versanti; allo stesso modo essi sono muniti di una serie di scarichi, azionabili manualmente mediante la manovra di paratoie per lo svuotamento del canale, ed atti a riversare le acque negli impluvi naturali attraversati dal ru nel suo percorso in caso di piena eccessiva dovuta alle piogge. Ovviamente dal punto di vista idrogeologico è molto significativa anche la funzione di questi scarichi, perché convogliano le acque in zone più adatte a riceverle e quindi dove è meno probabile che causino dei danni.
Un momento della processione al Santuario di Cuney.Questo comportamento dei rus è molto importante e può ridurre, almeno localmente, gli effetti di un fenomeno alluvionale. Bisogna però sottolineare che queste considerazioni valgono quando gli stessi siano mantenuti in condizioni di buona efficienza, cioè siano oggetto di costanti lavori di manutenzione e siano presidiati in occasione di piogge particolarmente intense. Si tratta di condizioni che erano sicuramente verificate fino ad alcuni decenni or sono ma che, nell'attuale situazione di abbandono delle attività agricole o di loro trasformazione, non sono più presenti sull'intero territorio regionale. Quando manutenzione e presidio vengono a mancare, è possibile che col tempo i flussi dell'acqua e del materiale trasportato, così come il passaggio e l'attività di persone o animali, causino lesioni alla canalizzazione oppure ostruzioni della sua sezione. In entrambi i casi si possono originare, per eccesso di infiltrazione o per esondazione, delle fuoriuscite d'acqua incontrollate e concentrate in porzioni di versante che non sono in grado di smaltirle senza che si inneschino processi di erosione accelerata o senza che il terreno eccessivamente imbibito perda la sua condizione di equilibrio. In questo modo iniziano dei dissesti, che possono a loro volta essere causa di altri dissesti più a valle, come l'esperienza dell'ultima alluvione ci ha insegnato. Se poi si considera che il percorso dei rus passa nella maggior parte dei casi anche a monte di zone abitate o interessate da infrastrutture, allora si può comprendere come un ru abbandonato possa passare da opera di prevenzione dei dissesti a possibile causa di pericolo.
Alla luce di queste considerazioni, credo che sia importante tenere conto dei rus nelle valutazioni del rischio e nei piani di protezione civile. In particolare può essere importante prendere in considerazione il loro effetto di riduzione della portata idrica in alcuni piccoli torrenti e quello opposto su alcuni impluvi, così come è opportuno prevedere opere per la loro manutenzione e, in caso di emergenza idrogeologica, un'attività di presidio, almeno sui tratti situati a monte di infrastrutture importanti o centri abitati. Tenuto conto che un ru ha di norma una portata di alcune centinaia di litri al secondo, l'effetto di incremento o riduzione della portata idrica, se trascurabile su corsi d'acqua di una certa importanza, può essere significativo su un torrente caratterizzato da valori di portata di piena fino 3-5 m3/s (approssimativamente sotteso ad un bacino idrografico inferiore a 1 km2).
Per quanto riguarda i rischi di cedimento o ostruzione di un ru, risulta piuttosto difficile prevedere dove questi eventi possano avere luogo, anche perché le canalizzazioni presentano di norma sezioni ed andamento longitudinale costanti.
Sicuramente se l'ostruzione è totale, allora si ha una vera e propria deviazione del ru, che dà origine ad un nuovo percorso per le acque e quindi ad un'alterazione temporanea della rete idrica, con variazione degli apporti idrici ai torrenti minori e con tutti i problemi di erosione che portano le acque quando seguono vie che non sono adeguate ad ospitarle.
Molti rus della nostra regione sono tuttora utilizzati, sebbene con una disponibilità di risorse per la manutenzione ed il presidio inferiore al passato. Gli interventi di sistemazione portati avanti ai giorni nostri, tenendo conto del contesto attuale, adottano di norma delle tipologie costruttive che consentono di ridurre gli interventi di manutenzione ordinaria, per conferire ai rus una maggiore efficienza ed economicità di gestione: molti rus che un secolo fa erano in terra naturale sono oggi impermeabilizzati (rivestiti in pietrame a secco, in pietrame e malta, in calcestruzzo, ecc. ) oppure sono stati intubati.
La tipologia costruttiva e la scelta dei materiali hanno degli effetti che vanno oltre le modalità, la frequenza e l'economicità della manutenzione: esse influiscono in effetti sulla permeabilità, sulla scabrezza e, ovviamente, sull'aspetto estetico, con effetti ora positivi ora negativi sull'efficienza irrigua, sull'impatto su flora e fauna, sulla efficienza come presidio idrogeologico.
Al di là delle scelte progettuali, sovente legate a vincoli di carattere tecnico o amministrativo e comunque non oggetto di approfondimento in questa sede, osservando i rus dal punto di vista del loro ruolo nella protezione del territorio è opportuno ricordare che nel caso di interventi di sistemazione essi devono essere valutati nella loro funzione di raccolta e regimazione delle acque meteoriche: è bene che si proceda al loro dimensionamento tenendo conto di un franco idraulico tale da mantenerli efficaci anche in caso di deposito di materiale sul fondo o di parziali ostruzioni ed è importante che si valutino attentamente percorsi e meccanismi di esondazione, per esempio tenendo conto che è più probabile avere ostruzioni laddove si hanno cambiamenti della sezione idraulica o della pendenza.
Inoltre quando si va a sostituire un sistema di irrigazione a scorrimento con un impianto a pioggia sarebbe opportuno, almeno nelle zone più delicate dal punto di vista idrogeologico, mantenere un sistema di raccolta dell'acqua in eccesso o, in alternativa, tenere in considerazione che rinunciando alla rete irrigua a terra si rinuncia anche ai vantaggi indiretti che questa comporta.
   
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