Scheda Esposizione

 Scheda dell'esposizione  Catalogo  Sede espositiva

Rodin E Gli Scrittori
Dante, Balzac, Hugo, Baudelaire

Centro Saint-Bénin - Aosta
18 Dicembre 2004 - 3 Aprile 2005
MOSTRA CHIUSA

 
L’Assessore all’Istruzione e Cultura Teresa Charles ha inaugurato, venerdì 17 dicembre 2004, la mostra Rodin e gli scrittori. Dante, Balzac, Hugo, Baudelaire, organizzata dalla Regione Autonoma Valle d'Aosta in collaborazione con il Musée Rodin di Parigi e curata da Alberto Fiz.
Si tratta di un progetto inedito, di grande prestigio, che analizza la ricerca dello scultore francese (1840-1917), sottolineando la stretta relazione della sua opera plastica con il mondo poetico e letterario.
"Questa mostra, voluta dall'Amministrazione Regionale – spiega l'Assessore Charles –, rappresenta un omaggio al grande maestro francese che, attraverso la sua arte, ha saputo dare un messaggio universale travalicando epoche e stili. Le sue opere plastiche hanno la capacità di unire passato e presente, come emerge da questa esposizione, realizzata con prestiti eccezionali e con il fondamentale apporto del Musée Rodin, in grado di affascinare specialisti e neofiti."

La rassegna è divisa in quattro sezioni, dedicate rispettivamente a Dante Alighieri, Honoré de Balzac, Victor Hugo e Charles Baudelaire, con quasi sessanta opere tra bronzi, marmi, terrecotte, gessi e disegni provenienti in gran parte dal Musée Rodin, ma anche da altre due importanti istituzioni francesi, la Maison de Balzac e la Maison de Victor Hugo di Parigi. Un capolavoro mai esposto in Italia come il Monument à Victor Hugo, (post 1900), bronzo lungo quasi tre metri, accoglie i visitatori davanti all'ingresso del Centro Saint-Bénin.
"Nell'epoca in cui la sua arte prendeva forma e si preparava al grande balzo, in cui tutta la vita appresa appariva anonima e povera di significato, i pensieri di Rodin vagavano tra i libri dei poeti e vi attinsero un passato", ha scritto nella monografia dedicata all'artista il celebre poeta austriaco Rainer Maria Rilke, segretario di Auguste Rodin tra il 1905 e il 1906.

L'esposizione prende spunto da La Porte de l'Enfer (di cui è in esposizione un bozzetto del 1880 realizzato in gesso), la tormentata opera legata a gran parte delle sculture che resero famoso l'artista, come Le Penseur (che non è altro che Dante-Rodin), Les Ombres e Le Baiser.
La Porte de l'Enfer, che Rodin definì la sua Arca di Noè, era stata commissionata nel 1880 per il Museo delle Arti Decorative. In realtà non fu mai terminata e il maestro francese vi lavorò a più riprese per oltre trent'anni, sino alla morte. E' evidente come in questo caso Rodin sfidi Dante attraverso un'opera dove la composizione prolifera in maniera quasi fantastica. Lo scultore ha un rapporto dialettico con il celebre poema che studia sin dai tempi della sua formazione, come dimostrano i tanti disegni realizzati e che in parte saranno presentati in quest'occasione. "Ho vissuto un anno intero con Dante non vivendo che di lui e con lui. Dante è uno scultore letterario", ha scritto Rodin.
Su La Porte de l'Enfer sono collocate più di duecento figure e altrettanto numerose sono quelle che ne deriveranno. In mostra si possono ammirare opere straordinarie come la Cariatide à la pierre (1881-82), che ha chiari riferimenti a Michelangelo, l'Eternel Printemps, chef-modèle (1884?), La Tempête (1886?), La Méditation (1887-88) e, soprattutto, Fugit Amor o Paolo et Francesca (ante 1887), uno dei soggetti più noti di Rodin, dove lo scultore ha la capacità di cogliere lo slancio vitale e la passione fisica dell'amore tormentato tra Paolo Malatesta e Francesca da Rimini. "Quei due che insieme vanno, e paion sì al vento esser leggieri", scrive Dante nel V Canto dell'Inferno in un verso che ha ispirato direttamente Rodin.

Oltre a La Porte de l'Enfer, due tappe fondamentali dell'iter creativo di Rodin sono rappresentate dai monumenti a Victor Hugo e a Honoré de Balzac. Quest'ultimo fu quello che suscitò più polemiche: "Balzac è stata la statua intorno alla quale si è combattuto come se fosse stata una bandiera", scriveva con efficacia un critico del tempo. L'opera, commissionata a Rodin nel 1891, venne esposta sette anni dopo al Salone di Parigi e causò grande scandalo. Nonostante la difesa di artisti e intellettuali come Emile Zola, Henri de Toulouse-Lautrec, Claude Monet, l'opera fu rifiutata dalla Societé des Gens de Lettres, che la considerava non degna di rappresentare l'immagine di Balzac. "Una larva informe", "un feto colossale", "un sacco di carbone": così fu bollata la statua che oggi appare come uno dei risultati più alti raggiunti da Rodin. La vicenda rivive in questa mostra attraverso una serie di testimonianze di grande importanza, quali il gesso che raffigura la testa di Balzac risalente al 1898, lo studio del nudo del 1892-93 e l'ultimo studio datato 1897.
Da queste opere emerge una delle più intense indagini sul significato della rappresentazione e sul ritratto che siano mai state realizzate. "Balzac diventa un prototipo per una ricerca che investe la natura dell'uomo. Il suo travaglio – scrive Alberto Fiz in catalogo – porta Rodin ad essere uno dei protagonisti della modernità, specchio di una ricerca che non ha mai fine."

Il Monument à Victor Hugo viene commissionato a Rodin dallo Stato francese il 16 settembre 1889 per il Panthéon, luogo consacrato agli uomini illustri. Tuttavia, il primo progetto che raffigura il poeta circondato dalle muse non è giudicato idoneo e per questa ragione viene collocato a Palazzo Reale. Nel 1892 gli viene commissionato un secondo monumento per il Panthéon che non sarà mai portato a termine. "La prima volta che ho visto Victor Hugo, mi ha impressionato profondamente: il suo occhio era magnifico; aveva l'aria terribile", ha affermato Rodin.
I travagli, i ripensamenti e i tanti studi dedicati a Hugo saranno analizzati in questa esposizione con opere di eccezionale rilievo, come l'ultimo studio per il monumento, Victor Hugo, nu assis, étude pour le monument (1894 circa), il bronzo Victor Hugo, buste héroïque (1902?) e, soprattutto, l'emblematico monumento a Hugo – quest'opera dove lo scultore ha eliminato l'aneddotica, concentrando l'attenzione sull'espressione e sul movimento –, che nel 1964 fu collocato all'angolo tra avenue Victor Hugo e avenue Henri Martin, non lontano dal piccolo albergo dove Hugo morì nel 1885.

L'ultimo capitolo della mostra è dedicato a Charles Baudelaire, il poeta francese che ha avuto una profonda influenza su Rodin al punto da condizionare la sua interpretazione di Dante. A riconoscerlo è Rilke che scrive: "Rodin da Dante giunse sino a Baudelaire. Nei versi del poeta c'erano dei passaggi che sembravano non scritti ma scolpiti. In Baudelaire riconosce l'artista che lo ha preceduto, che andava alla ricerca degli esseri la cui vita era stata più grande, più crudele, più febbrile".
I visitatori potranno ammirare una copia di Les Fleurs du Mal, il celebre volume di Baudelaire che Rodin illustrò con 26 disegni a inchiostro che costituiscono una sintesi del suo pensiero, tanto che molte illustrazioni si rifanno a disegni precedentemente dedicati a Dante o sono intimamente connessi con il suo percorso plastico, come emerge dalla Toilette de Vénus (1890 circa), scultura in pietra presentata in quest'occasione. Al Centro Saint-Bénin sarà esposto anche Portrait de Baudelaire (1892 circa), una delle opere ritrattistiche più significative di Rodin. Lo scultore aveva avuto nel 1892 la commissione per erigere un monumento al poeta francese da collocare nel cimitero di Montparnasse. Ma il progetto non andò in porto e l'unica testimonianza rimasta è questa testa in bronzo che traduce l'angoscia "baudelairiana" assai più che i suoi tratti fisici.

La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e francese edito da "De Agostini Rizzoli Arte & Cultura", che contiene una serie di saggi di Martine Contensou, Alberto Fiz, Eric Hoppenot, Amelia Valtolina e Marco Vallora.



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