Recensioni
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L’abbandono rifiuti e il litte­ring. Strumenti per conos­cere il fenomeno e contrastarlo. Giorgio Ghiringhelli, prefazione di Lorenzo Pinna. Freebook Am­biente, biblioteca gratuita online.

L’abbandono di rifiuti (discariche abusive) e il littering, ovvero l’in­civile abitudine di gettare piccoli rifiuti laddove capita senza curarsi dell’ambiente, rappresentano feno­meni in crescita che non conoscono barriere e differenze nei diversi paesi del mondo. Anche la “pulita” Svizzera ne è afflitta, così come la Germania, l’Austria, il Regno Uni­to, gli Usa, Singapore e l’Australia, solo per citare i paesi che hanno promosso le politiche e i progetti più attivi e efficaci nel controllo e contrasto a questi fenomeni. In Ita­lia iniziano a intravedersi i segnali di una nuova sensibilità sul tema, spinta anche dalla diffusione di nuove tecnologie, come i social network, che amplificano verso i politici e gli enti di riferimento la voce dei cittadini sensibili al degra­do dell’ambiente in cui abitano, la­vorano e spendono il tempo libero.
Comprendere il fenomeno dell’ab­bandono dei rifiuti e la sua rile­vanza è il passo fondamentale affinché vengano destinate risorse al suo contrasto, non già o solo per la pulizia dei luoghi, attività in cui i comuni sono impegnati in prima fila, ma anche e soprattutto attraverso la prevenzione che deve essere percepita come la strada unica per ridurre gli elevati oneri della pulizia.
È proprio da questo dato che è par­tito il lavoro di Giorgio Ghiringhel­li che ha analizzato il fenomeno del littering e dell’abbandono dei rifiu­ti sia dal punto di vista “macro”, analizzandone dimensione, impor­tanza, danni derivanti, sia “micro” concentrandosi quindi sulle abitu­dini del singolo, arrivando a trac­ciare un possibile percorso in cui la coscienza civica e l’educazione am­bientale sono il perno di iniziative e progetti concreti per prevenire e contrastarne il fenomeno.
Non è semplice tracciare un iden­tikit di chi abbandona, del perché lo fa e quali sono le condizioni socio-economiche che favoriscono questo comportamento: esso si presenta ubiquitario e trasversale nelle diverse fasce sociali e di età. Ciò che accomuna i responsabili di questi gesti è sicuramente il ridotto senso civico e la scarsa sensibilità al bene comune, caratteristiche che anche intuitivamente percepiamo come difficili da modificare. Pro­prio per questo emerge con forza la necessità di un nuovo approccio integrato in cui le azioni preven­tive e repressive si compongano con quelle educative e informative e infine con quelle operative rivolte ai territori degradati. Solo la spinta congiunta sulle diverse azioni può portare a risultati duraturi e misu­rabili, e soprattutto in tempi ragionevolmente brevi.
Diversi argomenti e urgenze acco­munano le situazioni reali causate dall’abbandono esaminate nel libro di Giorgio Ghiringhelli, come l’urgenza di rimuovere tempesti­vamente i rifiuti abbandonati per evitare comportamenti emula­tivi, la necessità di coordinarsi tra istituzioni e cittadini per ottenere migliori effetti e l’importanza di una formazione e di un’assistenza agli addetti alle questioni dei rifiuti in ambito comunale, oltre che edu­cando tutti riguardo la raccolta differenziata e il giusto modo di gestire i rifiuti.
L’impiego di nuove tecnologie per il supporto e il coordinamento dei diversi soggetti istituzionali, in primis i comuni e le forze dell’ordine, impegnati nel contrasto del fenomeno può rappresentare la chiave di volta affinché le sempre più ridotte risorse disponibili siano impiegate secondo criteri di effi­cacia ed efficienza, con l’obiettivo anche di ridurre i costi diretti e/o indiretti imputabili al fenomeno.
Come evidenziato in più parti di questo studio, le campagne e le azioni dovrebbero coinvolgere più attori istituzionali a differenti livelli amministrativi e le comunità di cittadini. Oltre a una regia di alto profilo e con autorità, queste attività richiedono risorse, capacità tecniche, organizzative e di comu­nicazione, caratteristiche che per­mettono di sfruttare al meglio le nuove tecnologie facenti parti del più ampio concetto di smart city (città intelligente).
Il centro di questi sforzi deve però essere necessariamente il cittadino inteso non solo come colui che ab­bandona, cui rivolgere le iniziative di comunicazione, educazione e repressione, ma anche come entità psicologica e parte dell’ecosistema, in continua interazione con esso, e che per questo può diventare esso stesso un ingranaggio virtuoso di un nuovo sistema civico in cui l’ab­bandono rifiuti ritrovi il posto che gli spetta: un gesto incomprensi­bile da condannare in modo deciso e da sconfiggere.
 

 
 
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