Osservatorio rifiuti
Volere è potere: il possibile ruolo dell’Osservatorio Regionale sui Rifiuti per il conseguimento di buone pratiche di gestione dei rifiuti.
WHERE THERE’S A WILL, THERE’S A WAY
di FABRIZIO ROSCIO
Rappresentante designato dalle associazioni ambientalistiche maggiormente rappresentative ed operanti nel territorio regionale.
Quando mi è stato chiesto di scrivere un articolo che valo­rizzasse il lavoro dell’Osser­vatorio Regionale sui Rifiuti (ORR), immediatamente mi sono trovato in difficoltà, in quanto spesso in questi anni sono stato in disaccordo su di­verse questioni, sia di metodo, sia di contenuto. A mente fredda però ho maturato la convinzione che difficil­mente qualcosa può essere totalmen­te negativa ed effettivamente l’Osser­vatorio, a mio parere, alcuni aspetti positivi li ha avuti. Certamente esi­stono margini di miglioramento, ma sarebbe ingiusto e troppo semplicisti­co archiviare l’attività dell’ORR come esclusivamente negativa.
Innanzitutto la presenza allo stesso tavolo di lavoro dei rappresentanti dei cosiddetti “stakeholders”, cioè dei portatori di diversi interessi, dai raccoglitori di rifiuti, alle associazioni ambientaliste e dei consumatori, solo per citare alcuni dei componenti, con­sente di poter sviluppare un confron­to interessante.
L’aspetto che però merita partico­lare attenzione è la raccolta di molti dati che caratterizzano il Cumuli di compost presso il Centro regionale di trattamento dei rifi uti a Brissogne.complesso “pianeta rifiuti”, che rappresenta un tentativo di fare una fotografia del nostro mondo e del nostro modo di consumare da una prospettiva incon­sueta, cioè partendo dal fondo della storia, anziché dall’inizio. In questo modo sono stati raccolti, organizzati e pubblicati dati fondamentali per svi­luppare strategie gestionali, dall’in­troduzione di una metodica di analisi della composizione merceologica dei rifiuti prodotti (secondo la metodica IPLA), che fosse riconosciuta anche al di fuori della Valle d’Aosta, all’anali­si dei costi del servizio. Quest’ultimo aspetto, ancora in fase di perfeziona­mento, con ogni probabilità, consen­tirà importanti riflessioni in futuro.
In generale la conoscenza rappre­senta una base di partenza per poter pianificare interventi, monitorare i risultati e correggere le strategie e an­drebbe diffusa in maniera il più pos­sibile trasparente a tutti i cittadini. La pubblicazione annuale dell’ORR va in questa direzione, ma un ulteriore passo avanti sarebbe l’introduzione delle sedute pubbliche, magari in streaming sulla rete web, sul modello adottato dalla Commissione speciale regionale sui rifiuti. Questo consenti­rebbe ai cittadini interessati di poter seguire i lavori e anche di proporre istanze e suggerire iniziative all’Os­servatorio.
La linea adottata dall’ORR in que­sti anni è stata quella di proporre in maniera poco critica molti dati, per dirla con le parole dell’assessore Zu­blena : “l’Osservatorio osserva, ma non commenta”. A mio avviso invece, sarebbe opportuno che questa istituzione sottolineasse gli aspetti positivi della gestione dei rifiuti in Valle d’Aosta, ma denunciasse anche le criticità e magari suggerisse solu­zioni. La Valle d’Aosta si trova in una situazione di gestione dei rifiuti ben lontana dall’eccellenza: la raccolta differenziata langue al di sotto dei li­miti minimi stabiliti dalla normativa, ancora non viene raccolta e trattata la frazione organica, che finisce inevita­bilmente in discarica, unico impianto di smaltimento, il peggiore possibile secondo le leggi nazionali ed euro­pee, le cui problematiche sono sotto gli occhi di tutti.
Dal mio punto di vista di rappre­sentante delle associazioni ambien­taliste, l’ORR dovrebbe rimarcare questi aspetti negativi, proponendo confronti con realtà che, partendo da problemi simili ai nostri, anche con caratteristiche del territorio analoghi a quelle della nostra regione, hanno saputo intraprendere buone pratiche gestionali, oltre che sostenibili dal punto di vista economico, senza cioè gravare eccessivamente sulle tasche dei cittadini.
A titolo di esempio si può citare il caso della provincia di Reggio Emi­lia, che ha scelto di spegnere l’im­pianto di incenerimento, puntando su prevenzione, recupero dei ma­teriali, minimo ricorso alla discari­ca, introducendo la raccolta porta a porta, impianti di compostaggio per la frazione organica e trattamento a freddo per la frazione secca residua. La strategia adottata a Reggio Emilia per disincentivare la produzione di rifiuto secco non riciclabile e, di con­seguenza, il ricorso alla discarica, si è basata su diversi aspetti, non ulti­ma la tassazione dell’indifferenziato, utilizzando gli introiti per sovvenzio­nare la raccolta porta a porta. I risul­tati ottenuti sono stati estremamente incoraggianti e sono ancora in via di miglioramento.
Un altro esempio interessante è co­stituito dalla Val di Fiemme, zona di montagna, con presenze turistiche paragonabili, se non addirittura su­periori, a quelle delle nostre comunità montane più frequentate, con picchi di produzione dei rifiuti concentrati in pochi mesi dell’anno, coincidenti con i periodi delle vacanze estive e invernali. Nonostante le difficoltà la raccolta differenziata è arrivata oltre l’80%, le tariffe per una famiglia di 4 persone sono di circa 150 € all’anno e la produzione di rifiuto non riciclabi­le è di circa 55 kg per abitante all’an­no, contro i nostri circa 250.
Sono valori che ad oggi in Valle d’A­osta appaiono molto lontani, eppure sono realtà esistenti e potrebbero co­stituire uno spunto per migliorare.
Le motivazioni di queste profonde differenze tra gli esempi citati e la nostra regione non credo che siano da ricercare nelle peculiarità del terri­torio o nell’altissimo senso civico al­trui, quanto piuttosto in un approccio diverso al problema. Un proverbio inglese recita “Where there’s a will, there’s a way”, che tradotto letteralmente significa dove c’è la volontà, c’è una via. Questo detto viene tra l’al­tro citato nel film di Roberto Cavallo “Meno 100 chili”, che propone ricette per ridurre di oltre 100 kg all’anno il peso della nostra pattumiera.
Anche noi in Italia abbiamo un det­to simile: “volere è potere”. Solo la ferma volontà politica di persegui­re certi obiettivi, senza arrendersi di fronte alle difficoltà e alla comples­sità del problema rifiuti, consente di raggiungere gli scopi desiderati, nel pieno rispetto delle norme, sancite chiaramente dalla famosa gerarchia di gestione dei rifiuti, che vede nel massimizzare il recupero dei mate­riali e nell’azzeramento progressivo del ricorso alla discarica la soluzione del problema rifiuti e la sostenibilità a lungo termine del sistema. Solo una chiara volontà politica può permet­tere di scegliere con convinzione un modello di gestione che già in tante altre parti d’Italia e d’Europa è di­ventato anche fattore di promozione turistica, oltre che volano economico. Questo è quello che è mancato alla Valle d’Aosta per molti anni, ma se il detto “volere è potere” è valido anche da noi, istituzioni come l’ORR posso­no e potranno aiutare a trovare solu­zioni e sviluppare strategie virtuose, sostenibili e condivise.
 
   
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