Il gioco di squadra per crescere insieme
Le dimensioni geografiche e demografiche della Valle d’Aosta possono,
sulla carta, rappresentare un limite alla qualità dei servizi
sanitari e sociali offerti alla nostra popolazione.
Le rimodulazioni dei bilanci imposti dalla congiuntura economica
attuale, impediscono in qualche caso quei finanziamenti necessari
a sostenere realtà d’eccellenza. Tuttavia noi cerchiamo di andare
controcorrente : la tenacia e la fierezza di tutti noi, gente di
montagna, ci spingono a cercare di raggiungere una qualità maggiore
dei nostri servizi socio-sanitari e a non tendere a soddisfare
solo la normale routine. È con questo spirito che ci accingiamo
a predisporre il nuovo piano socio sanitario regionale 2005-2007.
In esso verrà riportata nero su bianco la nostra progettualità.
In campo sanitario, il nostro impegno tenderà sempre di più al
miglioramento del livello qualitativo delle prestazioni specialistiche;
stiamo ad esempio studiando come strutturare un nuovo servizio
di neurochirurgia; sul versante diagnostico consolideremo e
affineremo la possibilità di studiare con più precisione le neoplasie
e le malattie neuro-cardio vascolari, attraverso la tomografia
a emissioni di positroni (Pet). Più in generale stiamo lavorando
tutti insieme sull’efficienza dei reparti ospedalieri e sulla loro crescita.
Sono convinto però che la nostra progettualità, seppur
orientata verso iniziative importanti, non debba limitarsi alla gestione
del presente ma essere orientata al lungo periodo.
Continueremo dunque, a percorrere la strada già imboccata verso
il potenziamento della sanità territoriale lavorando sulla qualità e
sulla delocalizzazione dei servizi medico-specialistici distribuiti in
bassa, media e alta Valle d’Aosta.
Per attuare questo progetto stiamo riorganizzando i servizi medico-
specialistici territoriali, ridistribuendo in modo equilibrato le
nostre risorse umane dopo aver analizzato i bacini d’utenza, la
morfologia territoriale e i flussi demografici rapportati alla stagionalità,
in modo tale da valutare il più correttamente possibile i
reali fabbisogni dell’utenza valdostana.
Con la stessa progettualità stiamo ponendo le basi per realizzare
un sistema ospedaliero avanzato, basato sulla diversa organizzazione
sanitaria tra l’assistenza ai malati cosiddetti “acuti” rispetto
a quella dei pazienti cronici.
In tal senso, futuri investimenti in campo sanitario saranno previsti
per la riabilitazione e per dotare la Valle d’Aosta della seconda
residenza sanitaria assistenziale.
Per quanto riguarda le politiche sociali, con l’introduzione dell’Irsee
(indicatore regionale della situazione economica equivalente),
abbiamo cercato di inserire criteri di maggior equità per l’accesso
ad alcune provvidenze economiche (assegno post-natale,
soggiorni marini per ragazzi disabili, minimo vitale, ecc.) e ai servizi
sociali, quali gli asili nido, i servizi per gli anziani...
Sul versante socio assistenziale, il 2004 è stato contrassegnato da
alcune iniziative che hanno fatto registrare un buon gradimento
da parte dell’utenza valdostana, penso al servizio Easy contact per
persone non udenti, ai voucher e alla formazione di assistenti alla
vita indipendente rivolta alle persone affette da disabilità motorie
e alla riorganizzazione dei centri educativi assistenziali per
ragazzi disabili.
Questi riconoscimenti non devono farci sentire appagati. Non
dobbiamo fermarci su alcuni dati positivi perché il mondo del sociale
valdostano è caratterizzato da sofferenze e fenomeni complessi,
uno fra tutti la povertà. Il sistema economico e produttivo
anche in Valle d’Aosta sta mostrando i suoi segni negativi e
preoccupanti e a questo si aggiunge un mutato quadro sociale riferibile
ai flussi migratori registrati negli ultimi anni.
Stiamo studiando con realismo e in modo approfondito la povertà,
considerando anche l’apparente contraddizione che la vede
rapportata alla qualità della vita presente nella nostra regione.
Su questa base dovremo impostare una nuova politica sociale che
non si limiti ad erogare contributi per la sussistenza ma che agisca
in modo strutturale e sinergico con altri Assessorati, legando
tra essi il problema dell’abitazione con quello del mercato del lavoro.
E parlando di attività produttive penso anche al mondo della
disabilità e alle difficoltà oggettive ovvero di sistema, che ci
sono per il loro collocamento nel mondo del lavoro. In tal senso
alcune idee si stanno sviluppando sul versante dei laboratori occupazionali,
intesi non come luoghi di lavoro creati al solo fine
d’integrare la persona disabile nella società, ma come vere e proprie
aziende inserite nelle filiere produttive.
La famiglia valdostana con i suoi bisogni e le sue potenzialità è
stata l’oggetto di analisi e di riflessioni emerse nell’ambito della
seconda edizione della Conferenza regionale della famiglia svoltasi
il 13 novembre. Partiremo dalle istanze e dalle suggestioni lanciate
dalle famiglie e le finalizzeremo per una rivisitazione della
legge regionale n. 44 sulla famiglia.
Concludo con l’auspicio che anche il 2005 sarà per tutti noi un altro
anno nel quale il “gioco di squadra” ci aiuterà a condividere e
realizzare i nostri progetti, e forse i nostri sogni.
ANTONIO FOSSON
Assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali |