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Il ruolo dell'imprenditore agricolo: in un sistema di vincoli, cogliere le nuove opportunità e utilizzare in modo consapevole gli aiuti all'attività agricola

L'agricoltura è oggi chiamata a svolgere un ruolo molto più articolato rispetto a quello classico della produzione primaria.
I concetti di rispetto ambientale, di benessere animale, di valorizzazione delle risorse locali sono entrati, in modo pieno, negli obiettivi della gestione aziendale: si tratta solo, in questo caso, di recuperare il savoir faire tradizionale, anche se con rinnovata consapevolezza.
I nuovi impegni riguardano, invece, la sicurezza alimentare, la valorizzazione del paesaggio e la qualità dei prodotti.
Sono concetti elaborati dalle politiche agricole da non più di dieci anni e che ormai fanno parte della cultura di amministratori e tecnici, ma che non sono ancora entrati in modo soddisfacente in quella degli operatori del settore.
L'informazione e la formazione professionale devono svolgere un ruolo importante in questo senso.
Se la sicurezza alimentare è un requisito minimo e necessario per produrre, gli impegni per l'agroambiente sono diventati una fonte di reddito che incide, a volte in modo determinante, nei bilanci aziendali.
Di più: tutti gli attuali orientamenti comunitari danno molta importanza all'integrazione delle politiche ambientali nel settore agricolo, tanto che possiamo affermare che queste saranno almeno mantenute oltre l'attuale periodo di programmazione.
Conviene, quindi, dedicarvi tutta l'attenzione possibile in termini di strumenti conoscitivi (SIAR, indicatori, impegno dei singoli e delle associazioni di categoria) e in termini di consapevolezza da parte degli agricoltori.
Non si tratta più di semplici contributi per aiutare le aziende agricole, ma di riscontri economici per precise prestazioni ambientali, ecologiche e paesaggistiche.
Sulla qualità dei prodotti, molte sono le azioni messe in campo soprattutto per le denominazioni protette, a partire dalla "Fontina" il cui disciplinare di produzione è stato aggiornato in modo importante.
Il progetto latte qualità è in pieno svolgimento, mentre quello denominato "Fontina qualità" sta per essere varato.
Tuttavia è il settore vitivinicolo quello che allo stato attuale riesce a coniugare al meglio la Denominazione di Origine Controllata con la qualità del prodotto e i risultati economici.
Il tema della qualità costituisce il minimo comune denominatore del documento, ma è importante metterlo al centro dell'attenzione dell'azienda agricola.

Il ruolo dell'Assessorato nell'orientare l'imprenditore agricolo

L'imprenditore agricolo deve oggi avere a mente, come un teorema matematico, che le entrate del proprio bilancio hanno, oltre a quelle che provengono dalla normale vendita dei prodotti, almeno tre altre voci:

  • l'indennità compensativa,
  • l'impegno ambientale,
  • l'atout della qualità.

Sul fronte dei costi, che sono da noi molto superiori a quelli delle zone di pianura, la PAC interviene con lo strumento dell'indennità compensativa.
Benché l'indennità compensativa ottenuta dal Piano di Sviluppo Rurale della Valle d'Aosta sia elevata, non è ancora tale da compensare lo svantaggio geografico.
Un aggiornamento in tale direzione (aumento della possibilità di aiuto da 200 a 250 euro ad ettaro) è già previsto dalla Commissione europea e contiamo, per sfruttare al massimo questa opportunità, di maggiormente differenziare l'intervento a seconda delle diverse situazioni dovute all'altitudine, alla pendenza e all'accesso.
Le misure agroambientali dal canto loro, anche se spesso di complicata e tortuosa applicazione, dovrebbero interessare tutte le aziende; in molti casi, come per gli alpeggi, sono misure risolutive per i bilanci aziendali.
Si devono pertanto promuovere politiche atte a razionalizzare il corretto equilibrio tra capi allevati e territorio coltivato affinché tale parametro diventi "l'asse portante" per l'applicazione di tutti gli interventi di sostegno.
L'amministrazione regionale, da parte sua, continuerà ad impegnarsi nelle azioni di sostegno e sviluppo dell'agricoltura valdostana erogando aiuti nel rispetto delle regole delle linee delle Politiche Agricole Comuni.

Il ruolo delle cooperative e dei consorzi: tra tradizioni consolidate e nuove sfide

Le dimensioni e l'orografia della nostra Regione non permettono nella maggior parte dei casi, di organizzare aziende agricole economicamente sostenibili in modo autonomo.

Di qui il fondamentale contributo che la cooperazione ha avuto nel tempo per sopperire ai limiti dimensionali dell'attività produttiva in agricoltura.
In sintesi possiamo affermare che fino a tutti gli anni settanta la cooperazione è stata un momento di aggregazione necessario e condiviso da tutti gli agricoltori, anche come patrimonio culturale.
Gli importanti finanziamenti messi a disposizione della cooperazione e le relative realizzazioni infrastrutturali degli ultimi vent'anni hanno permesso all'agricoltura valdostana di sopravvivere, prima, e di svilupparsi, poi, fino ad oggi, quando dobbiamo trovare il modo di prendere in carico l'attuale momento di difficoltà del sistema.
L'organizzazione della cooperazione - statuti, modi di reclutamento dei responsabili, ripartizione delle competenze - si trova in difficoltà di fronte alle nuove esigenze di tipo normativo, fiscale, sanitario, economico-gestionale.
E' quindi indispensabile trovare a breve nuove forme di organizzazione e di servizi delle cooperative.
Su questo tema é decisivo l'apporto delle organizzazioni agricole: per prima la Fédération des Coopératives Valdôtaines.
Una nuova organizzazione delle responsabilità nell'ambito delle cooperative in difficoltà deve essere messo a punto per far fronte ai nuovi impegni sopra accennati.

L'altro pilastro di aggregazione e di supporto alle aziende agricole valdostane è rappresentato dai Consorzi di miglioramento fondiario.
Le possibilità di intervento e di investimento dei consorzi si sono accresciute in modo esponenziale negli ultimi vent'anni grazie all'innovazione tecnologica (meccanica, finanziaria, tecnica, progettuale…) e alla dotazione di bilancio messa a disposizione dall'Amministrazione regionale.
La legge regionale n. 3 dell'8 gennaio 2001 ha dal canto suo riorganizzato il settore per renderlo adeguato alle esigenze normative e in particolare a quelle della programmazione del Piano di sviluppo rurale.
Alla tradizionale funzione di gestione dell'irrigazione, i consorzi sono stati investiti di compiti nuovi quali la realizzazione della viabilità rurale per permettere la meccanizzazione delle operazioni colturali, i progetti di miglioramento fondiario con le nuove possibilità di intervento, il riordino fondiario, fino all'attuale nozione di intervento globale.

Gli impegni economici, tecnici e organizzativi di queste azioni impongono un nuovo approccio basato sulle priorità da accordare e sulla sostenibilità degli interventi, intesa questa come capacità di proseguire correttamente nella gestione dei fondi dopo l'intervento migliorativo.

Integrazione con gli altri settori economici

Un pericolo da scongiurare è che l'agricoltura rimanga, o venga avvertita, come un settore dell'economia valdostana protetto e separato dagli altri settori.
L'inserimento delle tematiche ambientali nelle politiche agricole ha già in parte favorito una integrazione tra i settori, ma è con il settore turistico che possiamo ottenere una forte sinergia economica e sociale.
Questa affermazione è stata ripetuta molte volte nel passato, ma forse solo ora possiamo dire che i tempi sono davvero maturi per una piena integrazione; questo perché una parte crescente dei clienti di entrambi i settori - i consumatori e i turisti - cercano le stesse cose: sapori, cultura, paesaggio, …
Il contatto da privilegiare tra agricoltura e turismo è da individuare nella politica della promozione dei prodotti.
Questa va impostata su criteri nuovi e nuove dinamiche, che coinvolgano i produttori e gli operatori turistici, che sia in riferimento alla qualità dei prodotti e al reale servizio all'ambiente che l'agricoltura fornisce.
Su questo punto l'impegno dell'Assessorato è incisivo, ma deve anche poter contare su una coscienza più precisa da parte di tutti, produttori per primi.

Obiettivi da perseguire e strategie da mettere in atto

Miglioramento della qualità della vita degli agricoltori. Aumento della capacità reddituale delle aziende

  • Nel sistema contributivo incentivare i premi che qualificano l'azienda per la qualità e la garanzia delle produzioni, prevedendo interventi straordinari solo in caso di calamità naturali e non intervenendo più con aiuti all'ammasso, ove non resi necessari e autorizzati dalle politiche dell'Unione europea.
  • Sostenere azioni di formazione e informazione degli addetti con attività di divulgazione, assistenza e aggiornamento, favorire il ricambio generazionale con il mantenimento a sostegno dell'imprenditoria giovanile degli aiuti di insediamento e aiuti supplementari negli investimenti: aiuti alla decoabitazione, investimenti migliorativi aziendali, assistenza tecnico amministrativa alle aziende con il tramite delle organizzazioni agricole e degli enti a questo preposti.
  • Razionalizzare la gestione delle strutture di trasformazione evidenziando i punti critici di organizzazione e adattando soluzioni che possano portare ad una efficienza economica, amministrativa e funzionale.
  • Sostenere il processo di "filiera corta" sia essa strutturata sul rapporto produttore/consumatore che produttore/cooperativa/consumatore.

Migliorare l'equilibrio territoriale attraverso il mantenimento delle aziende di fondo-valle e la valorizzazione della pratica dell'alpeggio.

  • Rivedere la modulazione per la differenziazione dell'indennità compensativa secondo le diverse situazioni (altitudine, pendenza, accessi, aziende di fondovalle e alpeggio), destinando la giusta attenzione al recupero delle superfici marginali e/o incolte.
  • Rilevata l'importanza del ruolo occupazionale che l'agricoltura svolge, prevedere politiche di sostegno, sempre nel rispetto del quadro normativo dell'Unione europea, ed in particolare a quelle aziende che occupano lavoro dipendente.
  • Tutela e valorizzazione dei prodotti delle filiere agricole.
  • Prevedere sostegno alle aziende agricole o artigianali che producano prodotti tipici, tradizionali e/o biologici (così come riconosciuti dalla vigente normativa) utilizzando solo materie prime di origine legata al territorio regionale.
  • Formazione dei casari e del personale addetto alle produzioni.
  • Attivare e potenziare l'assistenza tecnica alla produzione.
  • Definire e controllare la filiera produttiva in funzione delle richieste commerciali e delle esigenze organizzative.
  • Istituire l'Osservatorio regionale dei prezzi.
  • Predisposizione all'interno delle norme urbanistiche e di gestione territoriale vigenti di forme di tutela e di salvaguardia delle aree agricole con particolare riguardo alle colture pregiate.

Garanzia e sicurezza sanitaria per i consumatori

  • Adeguare le strutture delle aziende alle normative igienico-sanitarie per rispondere alle esigenze della collettività.
  • Promuovere e sostenere progetti di tracciabilità per venire incontro alle rinnovate esigenze dei cittadini consumatori.
  • Nel sistema contributivo incentivare i premi che qualificano l'azienda per la qualità genetica dell'allevamento e per la qualità e garanzia delle produzioni.
  • Sostenere programmi di miglioramento sanitario del patrimonio zootecnico e di garanzia e sicurezza sanitaria dei prodotti.
  • Favorire la diffusione delle tecniche agrocompatibili e biologiche con un sistema incisivo e capillare di assistenza tecnica.
  • Verificare la consistenza dei residui di trattamenti su frutta, verdure, uve e vini con un servizio sistematico di monitoraggio privilegiando i sistemi di autocontrollo aziendale.

Politiche di promozione e marketing

  • Dimensionare e diversificare la produzione sulla base delle esigenze commerciali, delle capacità e delle limitazioni gestionali.
  • Attivare programmi di promozione globale dell'immagine della Valle d'Aosta secondo il trinomio Agricoltura - Turismo - Ambiente attivando azioni sinergiche con tutti gli enti interessati.
  • Adottare politiche di penetrazione commerciale e di promozione congiunte con gli organismi interessati.
  • Istituire il marchio Valle d'Aosta valido per tutti i prodotti.
  • Promozione della razza valdostana sui mercati nazionali e internazionali.
  • Definizione delle competenze e dei ruoli che dovrà assumere l'enoteca regionale.
  • Valorizzare il ruolo dell'Institut Agricole Régional come punto di riferimento per le iniziative di ricerca, sperimentazione e dimostrazione.
  • Studio e analisi di un progetto qualità nel settore viticolo come strumento di sviluppo e di ulteriore valorizzazione del comparto stesso.
  • Analisi di fattibilità in merito alla costituzione del Consorzio di tutela e/o in alternativa alla costituzione di un organismo interprofessionale per la salvaguardia del settore.

 



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