Paysage notre image
INTRODUZIONE
di Flaminia Montanari
La pietra è la forma stessa del nostro territorio. I ghiacciai e i torrenti l'hanno modellata e incisa ricavando terrazze, valloni, imbuti e solchi, lasciando il segno del loro passaggio nella striatura dei suoi fianchi e nei grossi massi trascinati e abbandonati sul fondo. Se vogliamo guardarla con occhi diversi, la Valle ci appare come una scultura a grande scala. E all'interno di questa scultura ogni rifinitura assume una sua vita e un suo significato - il pozzo circolare di una marmitta dei giganti come una roccia montonata o un masso erratico. Anche l'uomo, seppure in maniera più limitata, ha contribuito a lasciare la traccia della sua attività, non solo sulla superficie di questa scultura - con l'organizzazione agricola e l'insediamento urbano - ma anche nel modellato stesso, attraverso la pratica dell'attività estrattiva; a volte in modo disordinato e rischioso per la stessa stabilità del suolo, a volte con opere e tagli che mettono ulteriormente in valore questa sensazione che la pietra ci offre. Non si può non restare intrigati dalla vista della parete di una cava di marmo verde, con il complesso grafismo delle sue venature bianche; o non guardare con meraviglia una sezione di granito, sopra il quale un sottilissimo strato di terra fornisce la vita ad un tappeto d'erba e di bosco, facendoci leggere all'improvviso tutta la vegetazione come un leggero mantello steso a ricoprire la nudità della roccia. La caverna e la "barma" - il riparo sotto le rocce sporgenti - sono state il primo rifugio dell'uomo; con la pietra l'uomo ha da sempre costruito le sue case, ha organizzato i suoi luoghi di vita e di lavoro, ha lastricato le sue vie. Dalla preistoria ad oggi, la vita dell'uomo è stata scritta con la pietra.
   
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