RECENSIONI
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E. Camanni, Cicli di pietra. La vera storia di Amé Gorret, Vivalda Editori, Torino 1997, 200 pagg-, L. 28.000.
Ancora oggi molto noto in Valle d'Aosta, l'abbé Gorret non gode di altrettanta popolarità al di fuori della sua regione di origine, malgrado figuri nella cordata che il 17 luglio 1865 aveva toccato per la prima volta la vetta del Cervino dal versante valdostano. Di questo prete molto è stato detto e scritto dagli studiosi locali, ma le tracce della sua figura si sono perse nella letteratura alpinistica. Eppure "l'ours de la montagne" - così è stato soprannominato per il suo carattere scontroso - ha lasciato numerosi scritti comparsi tra la fine del XIX secolo e il primo decennio di quello successivo. Ha finalmente rimediato a questa lacuna Enrico Camanni, giornalista tra i più preparati in fatto di storia dell'alpinismo e direttore del periodico "Alp". La sua recente opera ripercorre sul filo di una narrazione brillante la vita di Gorret, un ragazzino destinato a diventare alpigiano in una Valtournenche di metà '800 che non aveva ancora abbandonato i costumi e i ritmi del Medioevo. Ma il riscatto in quei tempi, per molti giovani delle valli, significava vestire l'abito talare. Così è stato anche per Gorret. La lettura del testo di Camanni rivela lo sforzo dell'autore per identificarsi nel personaggio per meglio analizzarne i comportamenti e per comprendere le cause che hanno fatto di Gorret un uomo scomodo nella Valle d'Aosta del suo tempo. Fra le cause del suo distacco dalla dirigenza del clero valdostano figurano l'accentuato spirito critico che usava di frequente nelle sue argute analisi e i rapporti con il mondo alpinistico e con i reali d'Italia. Vittorio Emanuele II e la regina Margherita lo ricambiarono con una profonda amicizia, anche quando l'abbé venne confinato a Saint-Jacques nell'allora Canton des Allemands in alta Valle d'Ayas.
Se è vero che la lettura del libro di Camanni non rivela nulla di nuovo, in quanto questo straordinario personaggio valdostano era ormai noto in Valle d'Aosta, soprattutto per gli studi di Albert Deffeyes e Lin Colliard, è altrettanto vero che fino ad ora mancava una rivisitazione ragionata del tormentato percorso terreno che ha portato l'abbé dalla nativa Cheneil alla morte in età avanzata nel priorato di Saint-Pierre, attraverso la conquista del Grand Tournalin, del Cervino, della Grande Rousse e una parentesi apostolare in Delfinato. La trama del racconto di Camanni si presenta fitta di citazioni di Gorret, magistralmente tradotte dal francese, e di impressioni personali che evidenziano la volontà dell'autore di comprendere a fondo un personaggio che gli è congeniale. Una rivisitazione questa che riserva a tutti una lettura appassionante, anche a coloro che già conoscono il personaggio.

F. Framarin, Gli uccelli del M Gran Paradiso, Parco Nazionale del Gran Paradiso, con il patrocinio della Regione Autonoma Valle d'Aosta, Assessorato dell'Ambiente Territorio e Trasporti. Edizioni Eda, 1996.
Tra le molte pubblicazioni riguardanti i più diversi campi di interesse naturalistico del Parco Nazionale del Gran Paradiso, nessuna era ancora rivolta in modo specifico all'avifauna; con "Gli uccelli del Gran Paradiso" Framarin colma oggi questa lacuna mettendo in evidenza la grande ricchezza dell'area anche sotto questo profilo. Nella zona sono state contate circa 200 specie di uccelli: più della metà di quelle segnalate sull'intero territorio italiano. Tra queste, 110 sono nidificanti, mentre le altre vi sostano più o meno regolarmente durante il passo migratorio. Lungi dall'essere uno sterile elenco di specie, l'opera inquadra l'aspetto ornitologico all'interno di una più ampia descrizione dell'ambiente considerato. H Gran Paradiso è analizzato dapprima da un punto di vista geografico e climatico, poi secondo la descrizione dei principali habitat. Vengono poi presi in considerazione alcuni aspetti ecologici e comportamentali degli uccelli, come la distribuzione altitudinale, la presenza invernale, la migrazione. Le singole specie, infine, suddivise in nidificanti e non nidificanti, sono trattate una ad una con esaurienti schede.

   
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