LA FRAGILITÀ E IL DISAGIO ECONOMICO

In ambito sociale e con riferimento alla povertà economica, nel 2015 è stata prorogata la sperimentazione degli interventi regionali per l'accesso al credito sociale. Dall'entrata in vigore della Legge regionale 3/2015, e con l’approvazione delle disposizioni applicative relative all’accesso al prestito sociale d'onore, le domande presentate per l’accesso a tale tipologia di beneficio economico sono state 99, per un ammontare complessivo di 150 mila euro.

In relazione all’ invalidità civile, sono stati ulteriormente implementati i controlli incrociati con l’Azienda USL, con le microcomunità e con gli enti gestori di istituti di ricovero, al fine di ridurre l’attività di recupero delle somme non dovute a seguito di variazione delle percentuali di invalidità o per ricoveri a titolo gratuito di beneficiari di assegni di accompagnamento. Analogamente a ciò, è continuata anche l’attività di controllo sulle autocertificazioni prodotte, sottoponendo a verifica tutte le dichiarazioni attinenti ai redditi percepiti dagli interessati, al fine di garantire l’equità nella concessione dei benefici e intercettare eventuali tentativi di abuso.

E’ stata portata a termine la sperimentazione dell’invio telematico delle domande di invalidità civile da parte di un patronato e, dalla fine dell’anno, tutti i patronati operanti sul territorio possono usufruire di tale possibilità, senza dover accedere agli uffici dalle sedi dislocate sul territorio. A partire dal mese di gennaio 2015, tutti i patronati hanno iniziato a inviare le domande in via telematica e questo sistema è quindi andato a regime.

Nel 2015 si è concluso il rinnovo di tutte le commissioni mediche per l’accertamento dell’invalidità civile, dell’handicap ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e delle condizioni di disabilità, ai sensi della legge 12 marzo 1999, n. 68, attraverso la nuova procedura di selezione per l’individuazione, sulla base di soli titoli, dei soggetti da nominare.

In due commissioni è stato inserito come membro effettivo uno specialista geriatra, tenuto conto dell’alta percentuale di anziani che propongono istanza per non dover ricorrere ad uno specialista aggiunto, ai fini del contenimento della relativa spesa. Altra novità sostanziale è quella che tutte le commissioni possono essere integrate dagli specialisti e quindi possono esprimersi in merito al riconoscimento dell’handicap, anche per poter redigere le relazioni conclusive ai sensi della L. 68/1999, con il risultato di ridurre i tempi di attesa per l’evasione delle domande.

Dopo il rinnovo delle commissioni, si è andati a regime con le convocazioni riuscendo a diminuire i tempi di attesa.

A sei mesi dal suo avvio, il progetto sperimentale Ri-Legno ha visto l’avviamento di un laboratorio occupazionale e di avvicinamento al lavoro destinato a persone in situazione di forte svantaggio sociale.

Infatti, la condizione di disabilità è sovente fattore di rischio di esclusione sociale. In tale ottica, le persone interessate e le loro famiglie sono accompagnate in un percorso di assunzione di consapevolezza dei propri bisogni e di coinvolgimento in interventi propedeutici finalizzati all’accrescimento delle competenze e delle abilità.

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Il soggetto realizzatore di Ri-Legno è un’associazione temporanea d’impresa costituita dalle cooperative Sant’Orso e l’Esprit à l’Envers, che stanno svolgendo le attività di lavorazione del legno, con particolare attenzione al riutilizzo di materiali di scarto, sia presenti in natura (radici, rami, pietre, ciottoli), sia derivanti dalle tradizionali attività di falegnameria (finestre, antoni, ripiani, sedie, tavoli, credenze).

Ri-Legno si basa sull’idea di coniugare aspetti tecnico-professionali, legati tipicamente alle lavorazioni di settore, con l’attivazione di processi creativi, essenzialmente riconducibili alla ri-progettazione di oggetti di vario grado di complessità, finalizzati al riuso e alla vendita.

È proseguito, nel 2015, il servizio di messaggistica SMS finalizzato a facilitare e velocizzare la comunicazione di informazioni dall’Assessorato verso i cittadini utenti dei servizi erogati dall’area Politiche sociali, ricordando loro modalità di fruizione di servizi, scadenze dei termini di presentazione delle domande o le riapertura dei bandi di finanziamento.

Quest’anno sono state approvate anche le nuove modalità di realizzazione in merito agli interventi assistenziali a favore di soggetti nefropatici e trapiantati, inserendo nell’elenco dei soggetti ai quali spetta tale beneficio anche le persone iscritte nelle liste di attesa dei registri regionali dei trapianti.

Inoltre, al fine di assicurare ulteriore trasparenza e semplificazione delle procedure concernenti sia il riconoscimento di stati invalidanti sia l’erogazione di provvidenze economiche a favore di invalidi civili, ciechi e sordi, anche alla luce delle nuove circolari esplicative dell’INPS, sono state rese più omogenee e trasparenti possibili le valutazioni finali sull’invalidità civile, cercando di semplificare le procedure a carico dell’utenza e di abbattere i costi a carico dell’Amministrazione regionale.

Per ciò che concerne le procedure amministrative dell’assistenza economica, a sostegno delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie, nel corso dell’anno 2015 non sono state apportate modifiche normative. Al momento si rimane in attesa di valutare le ricadute dell’introduzione del nuovo strumento ISEE. Attualmente sono pervenute ai competenti uffici dell’Assessorato 110 domande ( 92 positive) mentre al Comune di Aosta le domande pervenute sono 75. Sono stati liquidati, dal 1° gennaio al 30 settembre 2015, per i beneficiari dei progetti gestiti direttamente dalla Regione 258 mila euro, mentre per gli utenti residenti nel comune di Aosta 225 mila 700 euro.

Per il pagamento delle rette di ospitalità presso strutture residenziali private in Valle e fuori Valle, ai sensi della deliberazione della Giunta regionale n. 866/2014, le domande pervenute sono state 47, la spesa prevista per il 2015 è di 675 mila euro.

Rispetto agli artt. 13/14/15 della legge regionale 23/2010, al 31 ottobre 2015, sono state prese in esame 333 domande di cui 165 di richiesta integrazione al Minimo Vitale (art.13) e 168 di contributo straordinario e contributi per prestazioni sanitarie (artt. 14 e 15), per una spesa complessiva liquidata pari a 265 mila 211 euro.

Il sistema dei servizi per la prima infanzia (0-3 anni) è stato oggetto di profonde revisioni poste in essere dalle strutture assessorili e dal sistema degli Enti locali, su cui c’è stata un’ampia concertazione con le parti sociali e il mondo delle cooperative, che hanno portato alla sperimentazione del sistema delle frequenza flessibile presso alcuni asili nido della regione, garantendo ai bambini una flessibilità governata, assicurando quindi continuità di affetti, di relazioni e di contesti.

L’Amministrazione regionale ha approvato e avviato il procedimento per la certificazione delle competenze degli apprendimenti formali, non formali e informali, ai fini dell’iscrizione al registro regionale aperto delle tate familiari, secondo lo standard professionale approvato con DGR 3086/2007. La finalità è quella di incrementare l’offerta di questo servizio sul territorio e dare la possibilità a persone con una solida preparazione di tipo pedagogico e con esperienze professionali coerenti con le competenze della tata familiare di certificare le proprie conoscenze e abilità. A oggi, sono 27 le tate familiari inserite nell’elenco regionale.

In collaborazione con l’Assessorato dell’agricoltura, il Gal (Groupe d’action locale de la haute Vallée d’Aoste) e l’Università della Valle d’Aosta, è stato avviato e concluso il progetto Agritata, programmando il nuovo servizio, e predisponendo il relativo percorso formativo. Si tratta di un nuovo servizio, esteso a tutto il territorio della Valle d’Aosta, di accoglienza dei bambini compresi nella fascia 0-3 anni nelle aziende agricole, al fine di incrementare i servizi alla popolazione nelle aree rurali, offrire nuove opportunità di reddito alle aziende agricole e ampliare il servizio erogato dalle tate familiari.

Il Servizio di AgricoleTata si configura come un servizio socio-educativo per la prima infanzia, al pari di quello delle tate familiari di cui alla legge regionale 19 maggio 2006, n. 11. Offre ai bambini un luogo di accoglienza adeguato alla loro età ed al livello di sviluppo psicofisico, garantendo opportunità educative, di socializzazione e di relazione con i propri coetanei e con il mondo rurale. Il servizio opererà in continuità ed in collaborazione con le famiglie, nonché con i servizi socio-sanitari, educativi e socio-educativi presenti sul territorio.

Sono state approvate in primavera le linee di indirizzo in materia igienico-sanitaria per i servizi alla prima infanzia dopo un lavoro interprofessionale proposto e condotto dall’Assessorato in collaborazione tra gli operatori dell’Azienda USL e gli enti gestori dei servizi per la prima infanzia (0-3 anni), che, grazie al loro impegno e al confronto, hanno voluto rendere omogeneo il modo di operare sul territorio. La precoce socializzazione e lo stretto contatto quotidiano con gli altri bambini che frequentano le comunità infantili portano all’insorgenza di malattie caratteristiche di questa età. Pertanto, le informazioni contenute nel documento vogliono essere delle indicazioni pratiche per mantenere in buona salute i bambini e garantire il loro benessere psico-fisico, indicando misure di prevenzione di carattere generale e norme per l’ammissione, la frequenza, l’allontanamento e il rientro del bambino.

Le nuove direttive che disciplinano il Sistema regionale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia (Dgr 1565 del 30/10/2015) regolamentano in particolare l’organizzazione dei servizi, incrementano i livelli di flessibilità dell’offerta in termini di orari di frequenza e di scelta qualitativa e assecondano le esigenze di mobilità delle famiglie, non solo vincolate al loro luogo di residenza, ma anche alla sede di lavoro, alla presenza di altri “care giver” che concorrono alla cura e all’educazione dei loro figli. Le direttive sottolineano altresì come occorre estendere il campo di intervento offrendo anche al settore turistico l’opportunità di completare l’offerta con servizi leggeri di accudimento e ricreazione ma qualificati per le famiglie ospiti, ottimizzando le risorse strutturali e umane presenti sul territorio.

Infine, in tema di prima infanzia, per la prima volta è stato definito e approvato dalla Giunta regionale il costo unitario ottimale di riferimento per gli enti titolari dei servizi socio-educativi (Dgr 1565 del 30/10/2015) al fine di modificare i criteri di finanziamento, di razionalizzare la spesa e di migliorare le modalità organizzativo-gestionali all’interno degli enti e delle singole strutture di asilo nido.

In relazione all’emergenza abitativa, fenomeno in aumento, è stata approvata una nuova Delibera della Giunta regionale che prevede un’importante collaborazione tra la struttura di edilizia residenziale regionale e la struttura famiglia e assistenza economica. Il servizio sociale è competente per la stesura delle relazioni nella fase di istruzione della pratica, collabora nella redazione e nel monitoraggio del progetto di presa in carico fino al termine del periodo riconosciuto di emergenza abitativa.

Sempre nell’ottica del sostegno a situazioni di emergenza sia abitativa che di tutela delle donne maltrattate, nel corso dell’anno è proseguito il coordinamento del Servizio di primo intervento per persone prive di abitazione denominato “Le mura oltre le mura” e del Servizio di prima accoglienza per donne maltrattate denominato “Arcolaio”.

Nel corso dell’anno 2015 sono stati accolti presso il servizio “Le mura oltre le mura” 9 nuclei familiari, oltre agli 8 presenti a fine 2014. Nel servizio “Arcolaio” sono stati finora accolti 12 nuclei familiari, oltre ai 4 già presenti al 31 dicembre 2014.

Il Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere ha un importante ruolo nella strategia regionale contro la violenza di genere. Insediatosi nel gennaio 2014 ha continuato a svolgere anche nel corso del 2015 il compito di fornire le indicazioni sulla base delle quali la Giunta ha predisposto il piano triennale degli interventi approvato dal Consiglio Regionale; esso riveste una funzione fondamentale poiché fissa gli indirizzi e definisce le priorità delle azioni da adottare per il raggiungimento degli obiettivi di cui alla Legge 4/2013 ed è diretto a orientare l'azione di tutti i soggetti, pubblici e privati, in materia di sensibilizzazione, prevenzione e contrasto della violenza di genere in Valle d’Aosta.

Il 25 novembre, Giornata Internazionale Contro il Femminicidio, anche in Valle d’Aosta hanno avuto luogo una serie di eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito al tragico fenomeno della violenza contro le donne e le problematiche a esso connesse.

Il calendario delle iniziative della campagna di quest’anno ha avuto come titolo “Rimbalzi - Sguardi, storie e movimenti per parlare di violenza di genere”.

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All’incontro con gli organi d’informazione hanno partecipato tutti gli attori coinvolti all’interno della Rete 25 novembre e del Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere: Assessorato della sanità, salute e politiche sociali, Assessorato dell’istruzione e cultura, Assessorato ai servizi sociali del Comune di Aosta, la Consigliera di Parità, l’Azienda Usl, l’Associazione Centro donne contro la violenza, le segreterie confederali regionali, l’Associazione DORA donne in VDA, le cooperative Leone Rosso e Le Soleil, l’ANPI Valle d’Aosta e il Soroptimist.

Con deliberazione del Consiglio regionale, nel gennaio 2015 è stato approvato il Piano triennale degli interventi contro la violenza di genere, predisposto dal Forum permanente contro la violenza di genere. Il Piano è lo strumento principale attraverso il quale sono tracciate le politiche e le azioni per prevenire e contrastare la violenza di genere, è un documento di indirizzo e, come tale, diretto a coordinare e a orientare l’azione di tutti i soggetti, pubblici e privati, in materia di sensibilizzazione, prevenzione e contrasto della violenza di genere.

Sulla base della suddetta determinazione, è stato successivamente approvato il Bando per la presentazione di Progetti antiviolenza 2015/2016, al fine di promuovere una progettazione partecipata sfruttando al meglio le risorse del territorio.

Il Forum ha coinvolto l’Ufficio di coordinamento del Piano di zona, insieme al quale sono stati individuati i Sub-ambiti n.3 e n.4 quali territori nei quali realizzare prioritariamente le azioni finanziate dal Bando; il target di riferimento individuato è il mondo giovanile, la cui educazione relazionale può favorire il superamento degli stereotipi che influenzano le relazioni tra i due sessi.

Nei mesi di settembre e ottobre 2015, si è svolta un’attività formativa dal titolo “Dove comincia la violenza, tra cultura e diritto”, organizzata in collaborazione con l’Azienda USL della Valle d’Aosta e rivolta ai vari soggetti, pubblici e privati, impegnati nel contrasto alla violenza di genere. Sono poi stati organizzati anche due seminari formativi destinati ai componenti del Forum permanente contro la violenza di genere, dal titolo “Comunicare sulla prevenzione della violenza” e “Lavoro di rete e prevenzione della violenza di genere”.

Considerato che tra i bisogni formativi prioritari espressi nel Forum è emersoa il tema della presa in carico degli uomini che agiscono violenza nelle relazioni affettive e che il Piano triennale degli interventi contro la violenza di genere prevede, tra le attività, azioni coordinate di intervento, non meramente repressive, rivolte ai soggetti maltrattanti, è in corso di elaborazione un progetto formativo sulla presa in carico del maltrattante, che si attuerà nel 2016.

Il Gruppo di lavoro interistituzionale per la ridistribuzione delle eccedenze alimentari, la rigenerazione e la ridistribuzione di altre tipologie di beni e materiali riciclabili, istituito in via sperimentale nell’ottobre 2013, ha proseguito il suo lavoro allo scopo di sostenere le famiglie più bisognose e di produrre un risparmio per la comunità.

In merito al Piano di Zona, nel mese di novembre è stata trasferita al CPEL la somma di 180 mila euro per il proseguo delle attività, per cofinanziare le misure di conciliazione a favore di famiglie e di persone non autosufficienti e per dare continuità al servizio regionale di Sportello sociale e Pronto intervento sociale. Proseguono inoltre le collaborazioni avviate con l’INPS per la gestione del servizio di assistenza domiciliare “Home care premium” e con il Comitato Unico di Garanzia - CUG regionale per la realizzazione del portale conciliazione lavoro-famiglia, che supporterà l’Assessorato nella predisposizione di una lettura aggiornata dei bisogni del territorio e delle relative priorità.

A seguito della pubblicazione del Decreto n. 267 del 17/11/2014 e della sua effettiva entrata in vigore a gennaio 2015, è stata formalizzata la deliberazione della Giunta regionale n. 627 del 30 aprile 2015, frutto degli incontri con tutti gli attori coinvolti sul tema dell’applicazione del nuovo Indicatore della Situazione Economica Equivalente in tutti gli interventi regionali di carattere sociale e socio-assistenziale.

Per proseguire il processo d’inclusione sociale delle persone immigrate, rafforzando la conoscenza della lingua e della cultura italiana e del territorio valdostano, si è concluso nel mese di giugno un progetto finanziato dal Fondo Europeo per l’Integrazione dei cittadini di Paesi terzi “VdA Valle d’Accoglienza 3”, per l’attivazione su tutto il territorio regionale di 12 corsi di italiano e 12 di educazione civica, per 180 cittadini stranieri residenti in Valle d’Aosta.

 

Nel corso del 2015 è poi proseguito il monitoraggio del servizio di mediazione interculturale, nell’ambito dei servizi socio sanitari territoriali, aggiudicato alla cooperativa sociale “ La Sorgente”. Ad oggi, sono stati richiesti al servizio circa 307 interventi dei mediatori interculturali, con una prevalenza significativa relativa all’area del Maghrebh.

Sempre quest’anno, si è provveduto anche all’indizione della nuova gara di appalto per l’aggiudicazione dello stesso servizio per il periodo 16/10/2015-15/10/2017.

Al 31 ottobre, sono stati 116 gli interventi dei mediatori interculturali riferiti alla cultura araba, cinese, albanese, rumena, hindi, inglese, senegalese e dialetti africani, con una prevalenza della lingua araba e cinese.

Il 30 dicembre 2014 è stato approvato, con deliberazione della Giunta regionale, un accordo tra la Regione e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per la programmazione e lo sviluppo di un sistema di interventi finalizzati a favorire l’integrazione sociale e l’inserimento lavorativo dei migranti regolarmente presenti in Italia.

La durata dell’accordo è prevista in diciotto mesi, a decorrere dal mese di febbraio 2015.

All’inizio dell’anno, si è conclusa la V Sessione di certificazione delle competenze del mediatore interculturale, relativa alle 8 candidature pervenute, ai fini dell’inclusione nell’elenco regionale dei mediatori interculturali operanti in Valle d’Aosta. L’istituzione dell’elenco aveva lo scopo di favorire la diffusione delle attività di mediazione interculturale, di facilitare la relazione, la comunicazione e la comprensione tra persone di culture differenti e, quindi, l’accesso ai servizi da parte dei cittadini immigrati. Sono pervenute 3 nuove richieste, che saranno oggetto di prossima certificazione da parte della commissione, nominata con provvedimento dirigenziale.

Per quanto riguarda un’iniziativa specifica che si svolge all’interno dei C.E.A. (Centri Educativi Assistenziali), il progetto “Legningegno” continuerà la sua attività, soprattutto in occasione di manifestazioni organizzate da Enti e Pro loco sul territorio regionale. Al fine di valorizzare tale iniziativa, nel 2016 proseguirà, in collaborazione con il Responsabile per la Regione del servizio di prevenzione e protezione, il percorso finalizzato alla realizzazione di nuovi giochi con materie prime rispondenti ai dettami delle direttive comunitarie.

Malgrado l’attuale contrazione delle risorse, sarà confermata la prosecuzione dei servizi diurni e dei servizi “integrativi” rivolti alle persone svantaggiate, in un’ottica di miglioramento della qualità e di rafforzamento delle prospettive di sostenibilità, anche mediante l’introduzione di quote di compartecipazione ai costi sostenuti dall’Amministrazione da parte dell’utenza, nel rispetto del principio di equità.