Presidente della Regione

Augusto Rollandin

Il 2012 è stato uno degli anni più complessi, nella storia recente, per il sistema Valle d’Aosta. La crisi ha portato ad inasprire un processo di verticalizzazione e di centralismo da parte del Governo nazionale che ha avuto come conseguenze da un lato le pesanti riduzioni al bilancio regionale, dall’altro i frequenti attacchi al nostro sistema di autogoverno e, più in generale, all’Autonomia. Per il Governo regionale si è quindi trattato di sovvertire completamente il bilancio di previsione, applicando, con dovere di responsabilità, le varie manovre imposte a livello nazionale e che hanno ridotto in termini significativi le potenzialità economiche della Regione. E le previsioni sono ancora più preoccupanti, poiché nel passaggio dal 2012 al 2013 dovremo ridurre ulteriormente il bilancio del 36 per cento.

Il 2012 è stato quindi un anno di “riprogrammazione”: ci siamo dovuti reinventare la distribuzione dei fondi, mantenendo però salda la convinzione che la persona - che ha il diritto di ottenere dal pubblico servizi validi ed efficienti - deve essere al centro della politica. In particolare della politica di una Regione che, come insegna la storia, ha fortemente voluto la propria Autonomia, quale sistema più appropriato per garantire sviluppo, equità sociale, solidarietà e partecipazione ai propri cittadini.

E in questo momento di sempre maggiori spinte centripete e di crescente distacco e diffidenza nei confronti della politica, è proprio dai valori della nostra Autonomia che dobbiamo ripartire, perché Autonomia significa anche sussidiarietà e responsabilità nei confronti del proprio territorio e di chi lo abita.

Gli indicatori hanno dimostrato che la realtà economica della Valle d’Aosta è riuscita anche quest’anno a reggere, meglio di quanto previsto, il contraccolpo della crisi, anche se i tagli ci sono stati e si è cominciato a percepire che è necessario un cambiamento del sistema sociale e imprenditoriale, per poter affrontare con la dovuta serenità e con equilibrio gli anni a venire. Per poter dare il giusto supporto al sistema, abbiamo anche per quest’anno, e in previsione per il prossimo anno, impegnato ingenti risorse per gli “aiuti anti-crisi”, che in questo momento sono quasi strutturali per l’economia di alcune famiglie e di molte imprese.

Dal mantenimento di questo impegno finanziario straordinario, si può quindi declinare quella che è e che è stata, nel corso di tutta la Legislatura, la priorità dell’Amministrazione: il mantenimento dell’occupazione, che, nel nuovo Piano delle Politiche del Lavoro, abbiamo voluto ampliare anche con il concetto di occupabilità, dando più strumenti finanziari al documento, soprattutto per poter meglio sostenere iniziative e azioni a favore dei giovani, che nel lavoro stanno giustamente cercando il loro futuro.

Le scelte e le richieste del Governo centrale in questo lungo anno si sono dimostrate sovente irragionevoli e più volte abbiamo dovuto ricorrere alla Corte Costituzionale per poter vedere garantiti i principi che la stessa Costituzione stabilisce per noi, perché siamo convinti che la nostra piccola comunità di montagna debba e possa continuare a scegliere il proprio futuro, nel rispetto  dello Statuto Speciale e quindi delle prerogative che sono proprie dell’Autonomia valdostana.

Un futuro, quello della Valle d’Aosta, che deve passare attraverso progetti di investimento strategico per lo sviluppo del territorio. Progetti che non devono essere visti come uno sperpero di denaro, ma come la creazione, proprio in questo momento contingente così difficile, delle fondamenta sulle quali costruire una base solida per il futuro economico e sociale della Valle d’Aosta.

Ed è attorno a questa prospettiva che idealmente voglio richiamare tutti i Valdostani, perché tornino a guardare con ottimismo al futuro della nostra regione.

Infine, credo sia giusto e doveroso, nel mio ruolo di Presidente di questa Regione, lanciare anche un appello al mondo della politica, perché si possa proseguire il progetto volto al miglioramento di quella che mi piace definire “etica pubblica”, avviato nei giorni scorsi con l’approvazione da parte del Consiglio regionale di un disegno di legge che ha determinato significativi tagli ai costi della politica, intesa come rappresentanti del mondo politico. Anche in questo campo dobbiamo guardare al futuro con maggiore attenzione e con quella sobrietà che ci impone il nostro ruolo e che credo sia la prima forma di rispetto verso tutti coloro che in noi hanno creduto, eleggendoci a loro rappresentanti in seno a questa Amministrazione.