ITINERARIO
Un facile itinerario che, tra spettacolari fioriture, offre alcuni tra i più straordinari scorci panoramici sul grande massiccio.
UNA BALCONATA SUL MONTE BIANCO
di Maurizio Broglio
IL PAESAGGIO

L'itinerario qui presentato è uno di quelli descritti nella guida recentemente pubblicata: "Monte Bianco, 50 itinerari escursionistici nell'Espace Mont-Blanc". Si tratta di un percorso che raduna in sé diversi elementi di grande interesse; preponderante su tutti è comunque l'aspetto paesaggistico: l'itinerario percorre, in gran parte, il versante del Monte della Saxe intorno alla quota di 2000 metri, ed è dunque uno straordinario balcone affacciato sul versante meridionale del Monte Bianco. In alcuni tratti del percorso è possibile abbracciare con un solo sguardo dal Col de La Seigne, alla testata della Val Veny, fino al Col Grand-Ferret, in fondo alla Val Ferret, dunque tutto il versante italiano del massiccio. Il Dente del Gigante e le Grandes Jorasses, poi, proprio di fronte, in una bella giornata limpida pare davvero di poterli toccare.
Visto che dal massiccio del Monte Bianco scendono diversi maestosi ghiacciai, l'itinerario si presta particolarmente ad una osservazione di questo interessante fenomeno naturale. Facendo correre lo sguardo verso sinistra, in Val Veny, si potrà notare la caratteristica forma a tenaglia della parte terminale del ghiacciaio del Miage, che conserva, all'interno della sua morsa, quell'isola di vita vegetale che è il "Jardin du Miage". Più a destra appare il ghiacciaio della Brenva, che incombe sulla chiesetta di Notre Dame de Guérison e sull'imbocco del tunnel. Continuando a spostare lo sguardo verso destra possiamo apprezzare i ghiacciai minori della Val Ferret, tra cui l'alto e arroccato ghiacciaio delle Grandes Jorasses, che qualche anno fa ha destato delle preoccupazioni per il distacco di un suo grande seracco. Infine, all'estrema destra, il bel ghiacciaio di Pré de Bar, in discesa dal Mont Dolent, una montagna in un certo senso simbolica per l'Espace Mont Blanc, in quanto punto di congiunzione dei confini italiano, francese e svizzero. Per godersi alla grande il ghiacciaio di Pré de Bar non c'è di meglio del terrazzo del rifugio Elena.

LA FLORA

Il Ghiacciaio di Pré de Bar dal rifugio Elena.Il percorso si sviluppa dapprima in ambiente di bosco rado di larice, poi, intorno ai 2000 metri, in quella fascia in cui convivono gli ultimi esemplari di conifere, la prateria alpina e gli abbondantissimi cespugli di rododendro (Rhododendron ferrugineum) che nel periodo di fioritura creano un effetto veramente spettacolare.
Tra le specie più vistose ed abbondanti che si possono incontrare lungo il percorso vi sono il giglio martagone (Lilium martagon), la Viola calcarata, l'orchidea Dactylorhiza sambucina e le comuni genzianelle blu (Gentiana verna e Gentiana acaulis). Interessante la presenza dell'ibrido tra la Genziana purpurea (Gentiana purpurea) e la Genziana punteggiata (Gentiana punctata). Dove il sentiero attraversa ruscelli ed il terreno si fa più umido è facile scorgere le belle infiorescenza porpora dell'orchidea Dactylorhiza maculata ed i fiorellini viola della insettivora pinguicola (Pinguicula vulgaris). Più difficile da vedere ma tuttavia presente sul percorso è il Coeloglossum viride, una piccola orchidea dai fiori verdastri.
Lungo questo itinerario è infine possibile osservare le vistose infiorescenze gialle dell'Hugueninia tanacetifolia, una pianta endemica del settore occidentale delle Alpi e la bella e rara Anemone narcissiflora.

LA FAUNA

Il versante del Mont-de-la-Saxe attraversato dall'itinerario offre forse la migliore opportunità di osservare il cervo ed il capriolo per quanto riguarda la parte italiana dell'Espace Mont-Blanc; le due specie infatti non amano le alte vette e quindi il Monte Bianco non si rivela particolarmente adatto alla loro presenza; la predilezione di questi due ungulati è invece rivolta verso ambienti di bosco alternato a spazi aperti, ambienti che si incontrano piuttosto nei territori che circondano il grande massiccio. Le due specie sono attualmente in espansione nella regione.
Per incontrare altre specie animali più tipiche dell'alta montagna è invece meglio orientarsi verso itinerari che tocchino quote più elevate.

ITINERARIO
Punto di partenza: il ponte sulla Dora di Ferret nei pressi della cappella poco a monte di Planpincieux
Quota di partenza: 1610 m
Quota di arrivo: 2054 m
Quota massima: 2070 m
Dislivello: 755 m
Tipo di itinerario: in traversata
Dalla cappelletta a monte di Planpincieux attraversare il ponte sul torrente e prendere il bel sentiero che risale il versante con un lungo traversone verso destra in direzione del rifugio Bertone, lasciandosi a sinistra il villaggio di Mayenchet. Oltrepassare le baite di Leuchey desot e, percorrendo un ampio tornante, raggiungere quelle di Leuchey damon.
Alle baite abbandonare il sentiero per il rifugio Bertone e imboccare a sinistra quello pressoché pianeggiante in ambiente di pascolo ricco di rododendri. Proseguendo con leggeri saliscendi si raggiungono prima la lunga stalla della Lèche, poi le baite di Arminaz desot immediatamente dopo l'attraversamento dell'omonimo torrente. L'itinerario prosegue, sempre più o meno pianeggiante, un po' a monte della baite di Arminaz. In un tratto in leggera discesa abbandonare il sentiero principale che scende in direzione di Lavachey ed imboccare sulla destra una piccola traccia che risale il versante e conduce all'alpeggio di Malatra desot nei pressi del quale è stato edificato il rifugio Bonatti. Da Malatra attraversare il torrente, raggiungere le baite di Giué desot e, ignorando il percorso dell'altavia n. 1 che scende su Lavachey, proseguire in leggera salita per un primo tratto (punto di massima elevazione dell'itinerario), poi in piano fino alle baite di Arp-Nouva di meiten. Da qui scendere il ripido versante con una serie di stretti tornanti raggiungendo il fondovalle all'altezza di Greuvettaz.
Imboccata a destra la strada asfaltata che in breve conduce ad Arp-Nouva desot (Chalet Val Ferret) proseguire lungo la strada sterrata in direzione del rifugio Elena. Seguire la carrozzabile fino al secondo tornante; qui prendere il sentiero che si stacca ripido sulla destra all'altezza di un torrentello e che in ambiente di pascolo raggiunge infine il rifugio Elena.
   
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