Walser
L’opera incompiuta dell’architetto Carlo Mollino, ideata per il territorio alpino della Valle d’Aosta, viene riproposta a distanza di cinquant’anni nell’ambito di un progetto fra comune di Gressoney-Saint-Jean, Comunità Montana Walser e Politecnico di Torino.
CASA CAPRIATA A WEISSMATTEN
di GUIDO CALLEGARI
Architetto, ricercatore universitario di tecnologia dell’architettura, Dipartimento di Architettura e Design - Politecnico di Torino, responsabile scientifico del progetto Casa Capriata.
Nell’ambito del contesto alpino è possibile riconoscere una nuova stagione di esperienze progettuali che attraverso la realizzazione di edifici energeticamente efficienti e la sperimentazione di fonti energetiche rinnovabili indicano possibili prospettive di sviluppo sostenibile. Le Alpi nel corso dell’ultimo decennio hanno acquisito un ruolo centrale nella elaborazione di strategie progettuali per l’ideazione di edifici improntati alla sostenibilità energetica ed ambientale. Il contesto alpino oggi avamposto di una attività di ricerca progettuale sempre più orientata alla dimensione ecologica del costruito è assunto come laboratorio privilegiato per la particolare sensibilità dell’eco-sistema e per il significato strategico che possono assumere le diverse azioni nel quadro delle diverse politiche europee. Casa Capriata, opera incompiuta dell’architetto Carlo Mollino ideata per il territorio alpino della valle d’Aosta e riproposta a distanza di cinquant’anni nell’ambito di un progetto fra comune di Gressoney-Saint-Jean, Comunità Montana Walser e Politecnico di Torino, si inserisce nel quadro di queste prospettive di ricerca.
L’iniziativa, nata nel 2006 come progetto culturale in occasione delle celebrazioni della nascita di Carlo Mollino e inserita dall’Ordine degli architetti di Torino e Fondazione OAT d’intesa con l’Ordine degli architetti della Regione autonoma Valle d’Aosta tra gli eventi Off Congress del XXIII Congresso Mondiale degli Architetti UIA Torino 2008, è divenuto un progetto di ricerca finalizzato alla realizzazione del progetto molliniano con la firma, nel 2008, del protocollo d’intesa fra i partner istituzionali - Comune di Gressoney-Saint-Jean, Regione Autonoma Valle d’Aosta, Comunità Montana Walser e Politecnico di Torino - e alcuni sponsor tecnici
1.
Il progetto originario elaborato da Mollino per la X Triennale di Milano (1954) – una delle sue case ideali – già pubblicata sulle pagine di “Domus”
2 alla fine degli anni ’40, è stata riproposta con l’intento di evidenziarne il valore e l’attualità come ricerca progettuale sviluppata a partire dai valori di un paesaggio culturale e geografico alpino come quello valdostano.
Casa Capriata, un’architettura aerea interamente sollevata dal suolo, rappresenta infatti la reinterpretazione degli elementi dell’architettura e della vita rurale alpini dell’alta valle di Gressoney analizzate da Carlo Mollino a partire dal 1929 nell’ambito dell’opera giovanile Rilievi di architetture rurali valdostane.
L’architettura a triangolo, tema ricorrente in molti progetti di Mollino,costituisce l’evoluzione di un modo di intendere la casa alpina attraverso il passaggio da una logica di produzione artigianale ad una seriale tema quest’ultimo approfondito con il progetto del prototipo sperimentale– una casa da prodursi in serie – per la X Triennale di Milano nel quale lo standard era da assumere come elemento capace di generare ambienti in grado di rispondere alle esigenze individuali del gusto e della sensibilità.
Il progetto del 1954 rielaborato dal Politecnico di Torino in collaborazione con gli uffici tecnici del comune di Gressoney-Saint-Jean e della Comunità Montana Walser, si è concretizzato nella riproposizione dell’edificio sperimentale presso il comprensorio sciistico di Weissmatten nel quale gli aspetti architettonici, strutturali e tecnologici sono stati ripensati in coerenza con i criteri progettuali indicati da Carlo Mollino.
Casa Capriata, o casa a triangolo,più volte rielaborata da Carlo Mollino negli aspetti costruttivi, nelle dimensioni,negli appoggi a terra fra il1946 e il 1954, per occasioni diverse- Villaggio in verticale “ Quota 2600”di Cervinia (1945-47), Concorso Vetroflex Domus (1951), X Triennale di Milano (1954) – è stata riproposta nel contesto paesaggistico e culturale che aveva offerto ispirazione a Mollino per la sua ricerca progettuale: la Valle di Gressoney.
L’edificio in corso di realizzazione lungo il
Walserweg, presso la stazionedi arrivo degli impianti di risalita in prossimità del padiglione da tè in legno della Regina Margherita di Savoia, attuale sede del locale wisomatto,ha ritrovato nel comprensorio sciistico di Weissmatten a quota 2100 mt, una scenografia coerente con la descrizione prodotta da Mollino sulle pagine della rivista “Domus”nel 1948: “Questa è la casa per gli sciatori “estremisti”,(...) È la casa portata addirittura sul “luogo di lavoro”,sul campo di sci”.
Il cantiere per il nuovo edificio avviato nel luglio 2010 giungerà al completamento nel corso dei prossimi mesi per divenire il rifugio alpino Carlo Mollino, un locale ristorante a supporto del comprensorio sciistico di Weissmatten.
La realizzazione del progetto di ricerca è stato possibile grazie al sostegnodel Comune di Gressoney-Saint-Jean e all’azione di
fund raising curata dal Politecnico di Torino che ha portato alla selezione di qualificati partner tecnici che hanno fornito il proprio contributo al progetto e permesso di implementare le risorse a disposizione per l’iniziativa.
Riproporre un progetto consegnato alla storia da uno dei protagonisti della cultura architettonica ha comportato l’analisi delle diverse varianti della medesima idea progettuale ma anche la necessità di registrare la disponibilità di nuove soluzioni tecniche alle quali la ricerca progettuale dell’architetto torinese è sempre stata orientata.
«Nuovi materiali, nuove tecniche, possono e devono, come per il passato, dar modo di creare una architettura montana espressione di un mondo attuale idealmente coerente: dovere dell’architetto, oggi più che mai, di creare (se può) a dispetto delle istanze di una maggioranza».
La scelta di progettare, e realizzare,un edificio a basso consumo energetico attraverso l’utilizzazione di nuovi materiali, un involucro edilizio estremamente performante sotto l’aspetto dell’isolamento termico, tecniche innovative a livello impiantistico, in grado di eliminare il fabbisogno di combustibile fossile per il riscaldamento invernale, è stata operata in coerenza con la variante del progetto originario elaborato da Carlo Mollino nel 1951 nell’ambito del concorso Vetroflex-Domus.
Per il rifugio Mollino sono stati utilizzati i serramenti esterni ad alta efficienza già impiegati nella realizzazione del rifugio Schiestlhaus,in Stiria (A) a 2154 metri di quota,prima casa passiva europea d’alta montagna; il rivestimento esterno dell’involucro edilizio, come il decking e il parapetto del terrazzo solarium sono stati realizzati con legno termotrattato al fine di aumentarne la durabilità e la stabilità nel tempo,aspetto quest’ultimo di fondamentale importanza in un contesto come quello di Weissmatten.
Un ulteriore elemento di sperimentazione è costituito dagli aspetti impiantistici:un impianto di ventilazione meccanica, i sistemi riscaldanti a basso consumo energetico in fibra di carbonio e una porta interna trasformata in superficie riscaldante radiante.L’edificio si caratterizza come progetto fortemente informato dall’utilizzo di tecnologie sperimentali, funzionali al perseguimento della sostenibilità ambientale, anche in relazione alla scelta dell’impianto per il trattamento delle acque che evidenzia l’attenzione posta al rapporto tra costruito e contesto attraverso la sistemazione degli spazi aperti.
L’esito del lavoro di ricerca, un edificio energeticamente efficiente realizzato secondo gli standard previsti dal protocollo Casa Clima classe A gold (<10kWh/m² a), immerso nella quiete delpaesaggio alpino sarà raggiungibile a piedi, con gli sci o con la seggiovia, secondo la visione ideale di Carlo Mollino che a proposito della sua produzione progettuale affermava:
“tengo per fermo che la migliore spiegazione della propria opera sia la silenziosa ostensione dell’opera medesima”.
 

 

Committente: Comune di Gressoney Saint Jean (AO).
Localizzazione: Comprensorio sciistico Weissmatten, quota 2100 m.
Progetto architettonico: Comunità Montana Walser - arch. Laura Montani con la consulenza scientifica del Politecnico di Torino - DAD - arch. Guido Callegari (responsabile scientifi co), prof. Liliana Bazzanella, arch. Alessandro Mazzotta, arch. Mario Sassone, prof. Elena Tamagno, con la collaborazione dell’arch. Massimo Ronco.
Aspetti energetici ed impiantistici: consulenza tecnica ARPA Valle d’Aosta: ing. Lorenzo Frassy responsabile area operativa energia con la consulenza scientifica del Politecnico di Torino - DIPRADI. Responsabile del ciclo: Comune di Gressoney-Saint-Jean arch. Germana Maida.
Direttore Lavori, Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione: Comunità Montana Walser - geom. Alessandro Bringhen.
Fundraising: Politecnico di Torino - DAD -arch. Guido Callegari.

 
Note:
1 Per maggiori informazioni, consultare:
www.casacapriata.polito.it/
2 Villaggio in verticale a Cervinia, Centro sportivo in verticale ‘Quota 2600’, Stazione della slittovia al Lago Nero, “Domus” 1948 n. 266, vol. I, p. 9- 21, 57.
   
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