Walser
LO SVILUPPO DEGLI IMPIANTI A FUNE: I COLLEGAMENTI
di FRANCO TORRETTA
Direttore tecnico Monterosaski.
Tra il XII e il XIII secolo l’Europa tutta conobbe uno sviluppo produttivo e demografico che, congiuntamente ad una mitigazione del clima, ebbe come sbocco naturale la colonizzazione di territori montani a quote superiori ai 1500 metri. Prima di allora le valli alpine venivano percorse a partire dalle pianure di fondovalle e i territori più in quota venivano sfruttati solo nei periodi dell’anno più favorevoli. La ricerca di nuovi spazi produttivi richiese di spostare più in alto sia le vie di comunicazione che gli stessi insediamenti. I Walser furono precursori e maestri di questo nuovo tipo di colonizzazione e arrivarono in Valle di Gressoney attraverso il Colle del Teodulo e il Colle Bettaforca; di qui partirono per colonizzare Riva Valdobbia in Valsesia. Una delle particolarità di questi flussi migratori risiede nella scelta delle vie di passaggio: collegamenti attraverso colli d’alta quota anziché i fondovalle. Analogamente, la storia dello sviluppo degli impianti a fune in Valle di Gressoney ha, fi n dal suo principio, una forte connotazione orientata al collegamento con le vicine vallate sfruttando quelli che sono stati secoli prima i passaggi migratori e commerciali della popolazione Walser. All’inizio degli anni ’50 a Gressoney-Saint-Jean e a Gressoney-La-Trinité si consolida la volontà di costruire impianti di risalita per dare avvio al turismo invernale legato allo sci. L’avventura inizia nel 1954 a Gressoney-Saint-Jean quando, grazie all’iniziativa dell’ingegnere Luigi Beck Peccoz, viene costruita la seggiovia monoposto Weissmatten destinata a rimanere fi no ai giorni nostri isolata dal carosello impiantistico che sta per nascere. L’embrione originale dell’attuale configurazione impiantistica dell’alta Valle del Lys si annida nella conca di Bedemie ed ha il nome di “seggiovia Punta Jolanda”. Particolare è la sua gestazione in quanto dopo circa un lustro durante il quale iniziative locali non trovavano sbocchi, determinante è stato l’interessamento di uno “straniero”, l’ingegnere Eugenio Corsico Piccolino, che, raccogliendo fondi tra gli industriali della calzatura di Vigevano, sua terra natale, riesce con la società Funivie del Monterosa a realizzare una seggiovia monoposto da 250 persone/ora. È il 22 dicembre del 1957. Si devono aspettare circa 10 anni per un ulteriore ed importante passo: la telecabina ad ammorsamento automatico Orsia-Bedemie-Gabiet. Questa volta i capitali arrivano da Busto Arsizio, nel varesotto, attraverso le mani dell’ingegnere Caccia e della società I.S.A.G. (Impianti Sportivi A Gressoney). Non è più la sola conca di Bedemie (dove nel frattempo sono stati costruiti alcuni skilift: Morgenrot, Bedemie) ad essere sfruttata, ma con questo impegnativo impianto si apre la zona del Gabiet e la direttrice verso la Valsesia. Poco dopo, al Gabiet, la società I.S.A.G. realizza numerosi skilift per permettere lo sfruttamento dell’intera conca: Gabiet, Fontanasella, Castore e Polluce. Ancora a distanza di 10 anni circa, verso la fine degli anni ’70, la società Funivie del Monte Rosa continua lo sfruttamento della zona di Bedemie realizzando gli skilift di Ecko Gaveno,Derromatto e Seehorn, mentre lasocietà I.S.A.G. nel 1980 compie un ulteriore balzo in avanti con la seggiovia detta del Col d’Olen che prosegue la linea della telecabina del Gabiet verso il colle omonimo: la Valsesia è sempre più vicina (qualche decina di minuti con le pelli di foca).il funifor Passo dei Salati - Indren sullo spartiacque tra Valle d'Aosta e Piemonte L’orizzonte che si apre al di là del Col d’Olen è molto interessante: la Valsesia è, dal punto di vista impiantistico, assolutamenteall’avanguardia: il primo impianto ad Alagna risale al 1950: la famosa telecabina del Belvedere. Già all’inizio degli anni ’60 però, l’ingegnere Giorgio Rolandi di Milano progetta e costruisce un’opera ardita e grandiosa: la linea funiviaria Alagna-Zaroltu-Bocchetta delle Pisse-Punta Indren: i primi due tratti vedono la luce nel 1964; nel 1965, dopo 6 anni di lavoro, viene ultimato l’ultimo tratto e si può giungere sci ai piedi ai 3260 metri di Punta Indren.All’inizio degli anni ‘80 quindi, il collegamento sciistico Gressoney-Valsesia è possibile ma sicuramente riservato a sciatori esperti che sanno affrontare i fuori pista di Olen verso Zaroltu e di Indren verso il Gabiet.Spostando l’attenzione dall’altra parte della valle si scopre che l’ingegnere Luigi Beck Peccoz, che tanti anni prima aveva dato il via all’esperienza impiantistica della valle, ha in animo di dare uno sviluppo sciistico anche alla zona Sant’Anna-Bettaforca ed è così che, nel novembre del 1976, vedono la luce le seggiovie Stafal-Sitten e Sitten-Bettaforca; quest’ultima viene ben presto completata dagli skilift Sant’Anna, Punta Sitten e Bettolina.La società è la Ghiacciai del Lys. Cosa vede l’ing. Beck Peccoz affacciandosi oltre il Colle Bettaforca? Un’ampia valle, ottima dal punto di vista sciistico,ma ancora senza impianti. Gli impianti in questione, anche se non effettivamente costruiti, sono già nella mente e nel cuore del rag. Ferruccio Fournier, amministratore delegato della società Funivie di Champoluc,ideatore e gestore degli impianti della Valle d’Ayas (i primi studi e rilievi risalgono al 1972). In Val d’Ayas,come in Valle di Gressoney, il primo sviluppo impiantistico era avvenuto in zone non direttamente coinvolte nel collegamento intervallivo: per Gressoney abbiamo citato lo sviluppo a Bedemie, per Ayas si tratta della conca del Crest. Dopo le prime esperienze con isolati skilift nel fondovalle,nel 1959 viene realizzata la telecabina bifune ad ammorsamentoautomatico Champoluc-Crest e gli skilift Cre Forné e Fontaney per lo sfruttamento sciistico del Crest. Nel 1968 la seggiovia Crest-Ostafa è la prima seggiovia biposto in Italia con la “straordinaria” portata di 720 persone/ora e nel 1972 con lo skilift Sarezza si raggiunge il punto culminantedella zona dando completamentoall’area sciabile del Crest. La direttrice del collegamento Ayas – Gressoney,invece, deve ancora aspettaree si concretizza solamente a partire dal 1979 con la seggiovia Frachey-Alpe Ciarcerio e gli skilift Mandria Ie II. L’anno successivo è l’anno dello skilift Bettaforca e la stretta di mano al Colle Bettaforca sancisce l’unione impiantistica e sciistica tra le due vallatevaldostane. la funivia Stafal - Sant'Anna.Tale unione diventerà unione commerciale nel 1981 con la nascita del Monterosa ski, marchio che contiene le diverse anime e le diverse società che formano il famoso carosello: Funivie di Champoluc in Val d’Ayas, Monrosa in Valsesia e Gressoney Servizi (subentrata alle 3 società gressonare Funivie del Monte Rosa, I.S.A.G. e Ghiacciai del Lys) in Valle di Gressoney. Con questo marchio si costituisce una delle aree sciabili più vaste in Italia dove lo sciatore può “viaggiare” attraverso tre vallate e due regioni cambiando panorama e scenario svariate volte.Si noti che il collegamento tra Crest(Champoluc) e Frachey non è ancora realizzato: le pressioni per inserire l’anello mancante sono molte; passano due soli anni e nel 1983 il collegamento è chiuso: a realizzarlo è la seggioviabiposto con stazione intermedia Lago Ciarcerio – Alpe Belvedere che ancora oggi stoicamente resiste.Lo sfruttamento reale del comprensorio è però limitato da due nodi: la discontinuità nel fondovalle di Gressoney,dove gli arroccamenti di Stafal e Orsia sono separati da qualche chilometro di strada, e la difficoltà di collegamento con la Valsesia, realizzato solamente con percorsi fuoripista senza contiguità impiantistica.Per risolvere il primo di questi nodi ed abbozzare la soluzione del secondo servirà ancora un decennio: è il 1991. Si realizzano gli impianti Stafal-Gabiet e Gabiet-Passo dei Salati attraverso due telecabine ad ammorsamentoautomatico rispettivamente a 6 e a 12 posti: in un sol colpo i due versanti del fondovalle sono collegati e si raggiunge effettivamente lo spartiacque Valle d’Aosta – Piemonte. La linea Orsia-Bedemie-Gabiet lascia il passo alla nuova direttrice di collegamento che passa per Stafal.Sono anni di intenso lavoro dove la Regione Valle d’Aosta investe in maniera considerevole nello sviluppo degli impianti a fune come volano delle attività commerciali e del mercatodel turismo; i pochi accenni che seguono fanno capire l’entità dello sforzo:
• 1990: seggiovia Sarezza, seggiovia Crest-Ostafa II e seggiovia Fontaney in Val d’Ayas;
• 1991: telecabina Stafal-Gabiet, telecabina Gabiet-Passo dei Salati, seggiovia Orsia-Bedemie e rifacimento seggiovia Punta Jolanda in Valle di Gressoney;la telecabina del Passo dei Salati
• 1992: seggiovia Alpe Mandria in Val d’Ayas;
• 1993: seggiovia Bettaforca in Val d’Ayas e seggiovia S.Anna Colle Betta in Val di Gressoney;
• 1996: funivia Stafal-S.Anna in Val di Gressoney.
Dall'alto verso il basso: - 1961, seggiovia di Punta Jolanda; - 1962, seggiovia di Punta Jolanda; - 1977, seggiovia del Colle della Bettaforca; - 1977, telecabina del GabietSempre nel 1996 la Funivie di Champoluc e la Gressoney Servizi danno vita alla Monterosa società a prevalente capitale pubblico amministrata dal ragioniere Fournier. Lo sviluppo degli impianti va di pari passo con quello delle piste da discesa: il territorio in quegli anni viene modificato in maniera importante con la consapevolezza che in ogni caso l’ambiente naturale in cui quegli impianti e quelle piste si inserivano era la reale ricchezza del comprensorio: i rimodellamenti vengono effettuati con estrema cura, nascono studi per la selezione delle sementi più adatte per il rinverdimento, si approfondiscono gli effetti della neve compattata sulla flora. In Valsesia, purtroppo, non c’è la possibilità di replicare a questo considerevole impulso e la situazione impiantistica resta quella tracciata dall’ingegnere Rolandi 35 anni prima. La svolta avviene nel 2000 quando tra la Regione Autonoma Valle d’Aosta e la Regione Piemonte viene siglato un protocollo di intenti per realizzare il collegamento funiviario intervallivo attraverso il Passo dei Salati. Questo documento è stato la base per la realizzazione di un decennio di impianti a fune: nel 2000 la telecabina Alagna-Pianalunga e la seggiovia Bocchetta che sostituiscono la tratta Alagna-Zaroltu-Bocchetta; il 3 dicembre 2004 il funifor Pianalunga-Cimalena-Passo dei Salati e il 27 dicembre 2009 il funifor Passo dei Salati-Indren che torna a garantire l’accesso a Indren venuto meno dopo la chiusura della terza tratta delle funivie di Alagna avventa nel 2007. Con questi impianti e la realizzazione della pista Olen nell’omonimo vallone il collegamento impiantistico e sciistico tra le tre valli è consolidato e alla portata di tutti, pur mantenendo la zona di Indren e dei suoi meravigliosi fuoripista per un pubblico di nicchia. A 20 anni da quello strepitoso sviluppo oggi molti impianti devono essere rinnovati: nel 2009 infatti è stata sostituita la seggiovia Frachey-Alpe Ciarcerio con una funicolare impianto singolare e rarissimo nel panorama italiano per l’attività sciistica e nel 2011 è stata sostituita la telecabina Stafal-Gabiet ed è stata rinnovata la telecabina Gabiet-Passo dei Salati. Si tratta di rinnovi dettati da esigenze normative o da obsolescenza degli impianti, ma la “filosofia” del collegamento sciistico è rimasta quella tracciata dai precursori fin dagli anni ’70. L’alta via dei Walser è completata? Forse non ancora: quegli antichi viaggiatori, contadini e commercianti arrivarono dal Vallese attraverso il Teodulo...
   
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