Europa-Regioni:Ue, Marini relatrice parere su flessibilità

Stop al "rigore" a favore di azioni di crescita e sviluppo
16:59 - 30/07/2014 


(ANSA) - BRUXELLES, 30 LUG - Il presidente della Regione Umbria e primo vicepresidente del Comitato delle Regioni (CdR) Ue, Catiuscia Marini è stata nominata relatrice del parere sul tema della promozione della qualità della spesa pubblica nelle materie oggetto d'intervento dell'Unione europea, in seno alla commissione ad hoc sul Bilancio (Budg) del CdR.

Il parere affronta la necessità di riformare le politiche economiche europee abbandonando il "rigore" a favore di azioni di crescita e sviluppo attraverso un maggiore e migliore utilizzo degli investimenti pubblici. Le attuali regole del Patto di stabilità non distinguono infatti a livello qualitativo tra spesa corrente e quella d'investimento, col conseguente inaridimento del potenziale di crescita e sviluppo.

"Nel nostro Paese negli ultimi anni, noi amministratori di Regioni e Comuni siamo stati costretti a giocare 'in difesa' per rientrare nei parametri del Patto di Stabilità con una conseguente riduzione della spesa volta a sostenere gli investimenti pubblici - spiega Marini -. L'elaborazione di questo parere rappresenta una grande opportunità per Regioni ed autorità locali italiane ed europee, per esprimere e ribadire con forza le nostre istanze".

Il parere sarà discusso ed approvato in prima lettura in Commissione Budg il 27 Ottobre ed approvato definitivamente nella Plenaria del CdR di Dicembre.

L'iter del Parere coincide col Semestre di presidenza italiana del Consiglio europeo, che ha messo al centro delle sue priorità la crescita dell'economia attraverso la promozione degli investimenti e una maggiore flessibilità delle regole del Patto di stabilità. In questo contesto, il ruolo assunto da Marini, pone l'Umbria in una posizione istituzionale chiave durante il semestre.

"Nel Parere - conclude la presidente - verrà sottolineata con forza la necessità di allentare i vincoli del Patto di stabilità e di crescita. In particolare eliminare dal calcolo del Patto i cofinanziamenti dei fondi strutturali a tutti i livelli: nazionale, regionale, provinciale e comunale. Attraverso questa azione si potrebbero infatti 'sbloccare', i progetti infrastrutturali e di opere pubbliche che vanno avanti molto lentamente e che sono seguiti da Regioni e Comuni. Tale misura operativa già peraltro caldeggiata da Parlamento europeo e CdR, constituirebbe una misura concreta ed immediata per fare leva sugli investimenti e fare un vero cambio di passo". (ANSA).




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