Développement durable
In montagna più che altrove si evidenziano il limite delle risorse naturali e la necessità che il loro sfruttamento non sia penalizzante per le generazioni future.
MONTAGNA E SVILUPPO SOSTENIBILE
di Alberto Cerise
ChampdeprazPrima di richiamare alcuni contenuti del capitolo 13 di Agenda 21, che nel più vasto tema degli ecosistemi fragili, si occupa della valorizzazione sostenibile delle montagne, ritengo opportuno fare una premessa sulla nozione di sviluppo sostenibile.
Se lo sviluppo ha per obiettivo l'allargamento delle possibilità di scelta che si offrono all'essere umano, occorre che ciò avvenga senza alcuna penalizzazione per le generazioni future; in altri termini lo sviluppo deve essere sostenibile. Il principio, per il quale lo sviluppo deve rispondere alle necessità delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità delle generazioni future di poter soddisfare le loro, è universalmente condiviso. Ma al di là di questo vago consenso, frutto più di una sorta di paura che di una volontà determinata, resta a tutt'oggi piuttosto indeterminato il modo come sviluppare e applicare il concetto di sviluppo sostenibile; in altri termini è ancora incerta la strada che conduce dalla teoria alla pratica. Lo sviluppo sostenibile non è solo una risposta ad esigenze di natura ecologica, ma fondandosi su di un patto generazionale e su di una visione globale che ingloba tutti gli aspetti della vita umana, esige delle politiche economiche, ecologiche, finanziarie, commerciali, energetiche, industriali, educative ed altre ancora, intese a favorire un modello di sviluppo economicamente, socialmente ed ecologicamente sostenibile. Qualsiasi forma di consumo che produca degli indebitamenti, compreso quello ecologico, a carico delle future generazioni, costituisce un pregiudizio per la sostenibilità.
Lo sviluppo sostenibile presuppone un regime di consumi a cui possono accedere tutte le società e che tenga conto dei limiti della dimensione ambientale; la quale per questo motivo non può considerarsi un bene di consumo gratuito di cui si possa disporre indefinitamente a proprio piacimento. Occorre quindi fissare un prezzo allo spazio ecologico in funzione del suo valore relativo, attuale e futuro. Così facendo esso va considerato come qualsiasi altro bene raro che come ogni altro bene deve essere gestito razionalmente. Non è possibile ipotizzare uno sviluppo sostenibile con l'attuale ritmo di consumo di ambiente; è viceversa più corretto pensare che sia necessario addirittura restituire dei quozienti di risorse all'ambiente; o come oggi si usa dire, è necessario ridurre "l'impronta ecologica", intesa come la dimensione ambientale occupata dall'uomo.
Considerato che in montagna è più percettibile che in qualsiasi altro ambito il limite delle risorse ambientali e spesso della loro irripetibilità, dovrebbe essere più semplice tradurre in azioni i principi dello sviluppo sostenibile. Proprio nel momento che vengono redatte queste annotazioni la montagna pare intenda con inusuale e determinata forza riprendere il dominio assoluto degli spazi imponendoci delle severe riflessioni sulla nostra convivenza con il territorio montano, il suo linguaggio e la sua potenza.
Questa premessa spero possa servire a facilitare la comprensione dei passaggi contenuti nell'art. 13 di Agenda 21.
Mandriou, in comune di AyasEsso evidenzia quali sono le ricchezze della montagna: riserve idriche, energia, biodiversità; nonché le loro risorse essenziali come i minerali, i prodotti forestali e agricoli, gli spazi ricreativi. Viene riconosciuto agli ecosistemi montani un ruolo fondamentale per l'ecosistema planetario; ma si osserva come l'ambiente montano si modifica rapidamente con la perdita di habitats e di biodiversità. In parallelo si assiste ad un impoverimento delle zone di montagna con la dissoluzione del patrimonio di conoscenze legate alle popolazioni autoctone. Questi dati di fatto evidenziano un processo di degrado che giustifica delle azioni immediate.
Per Agenda 21 occorre agire in due aree programmatiche.
La prima riguarda il rafforzamento di tutte le conoscenze sull'ecologia e lo sviluppo sostenibile degli ecosistemi di montagna. Essa ha quale base di intervento l'esposizione delle zone di montagna agli squilibri ecologici provocati dall'uomo o dalla natura e il fatto che esse rappresentano le aree più sensibili a qualsiasi cambiamento climatico dell'atmosfera. Le regioni di montagna e collinari possiedono una ricca varietà di ecosistemi, che sono scarsamente conosciuti e la creazione di una banca dati montana globale è quindi un elemento vitale per lanciare programmi che contribuiscano allo sviluppo sostenibile degli ecosistemi montani.
Conseguentemente gli obiettivi di questa area programmata vanno:
· dalla predisposizione di indagini conoscitive su tutti gli aspetti ambientali: suolo, foreste, acque, raccolti, risorse vegetali e animali; alla creazione di banche dati e sistemi informatici che agevolino la gestione integrata e la valutazione ambientale degli ecosistemi montani;
· dal miglioramento e lo sviluppo della base esistente di conoscenze sul suolo e delle acque e i loro rapporti con la tecnologia, con le pratiche agricole e con le esigenze di conservazione; alla creazione e al potenziamento di reti di comunicazioni e centri di informazione per tutti gli organismi che si occupano di problemi della montagna;
· dal coordinamento delle iniziative regionali a protezione degli ecosistemi montani fragili; alla promozione dell'informazione per la creazione di banche dati e sistemi informativi in grado di facilitare la valutazione dei rischi ambientali e dei disastri naturali negli ecosistemi montani.
Nel perseguimento di questi obiettivi sono chiamate in causa le comunità locali con tutte le loro prerogative, comprese quelle decisionali e legislative.
La seconda area programmatica riguarda la promozione dello sviluppo integrato dei bacini idrografici e di nuove opportunità di reddito.
Essa ha quale base di intervento la popolazione interessata (per il 10% perché dimora in zone di montagna e per la metà perché è coinvolta in qualche modo nell'ecologia delle montagne). In una prospettiva mondiale si osserva la contrapposizione di due problematiche dagli effetti negativi: da una parte l'eccessiva antropizzazione con i conseguenti notevoli sfruttamenti, dall'altra parte lo spopolamento con i processi che ingenera. L'erosione del suolo ha poi effetti devastanti e contribuisce all'impoverimento dei contesti montani. Da qui la necessità di un approccio coordinato per la conservazione, il mantenimento e l'utilizzo delle risorse naturali e la promozione di nuove opportunità di reddito.
Tra gli obiettivi di questo programma si evidenziano: l'incremento della produzioni di biomasse mantenendo l'equilibrio ecologico; la promozione di attività sostenibili generatrici di reddito; il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi sociali. In ultimo un obiettivo di attualità: ossia quello di individuare soluzioni tecniche, istituzionali per prevenire i disastri naturali, delimitare le aree a rischio, attivare sistemi di preavviso rapidi, predisporre piani di evacuazione e fornire le attrezzature di emergenza.
Se è vero che Agenda 21 è formulata secondo una prospettiva mondiale, e per tale motivo contiene delle proposte concettuali che ci paiono lontane o poco attuali per le nostre realtà, sarebbe un errore gravissimo quello di stabilire una distinzione tra problemi ecologici che si pongono su scala mondiale e quelli che si pongono su scala locale.
In un caso e nell'altro le soluzioni alle problematiche ambientali, che sono reali e pregiudiziali per l'uomo, non passano attraverso l'arresto della crescita economica né attraverso i modi di crescita attuali, ma attraverso l'attuazione dello sviluppo sostenibile. Credo esso vada progettato e attuato se intendiamo tra l'altro salvaguardare o forse riscoprire l'identità montanara e un rapporto gratificante con il nostro territorio.

   
Pagina a cura dell'Assessorato territorio, ambiente e opere pubbliche © 2024 Regione Autonoma Valle d'Aosta
Condizioni di utilizzo | Crediti | Contatti | Segnala un errore