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E' possibile, studiando le sezioni del terreno, trovare traccia di frane e alluvioni che testimoniano di antichi dissesti idrogeologici.
LEGGERE NEL TERRENO
di Rosanna Mollo
La sezione del terreno - uno degli strumenti primari dell'archeologia - ci mostra la sequenza degli eventi che si sono succeduti nel tempo. Le fasi costruttive, così come le grandi trasformazioni d'uso, si sedimentano in strati di materiali che documentano le attività e le vicende della città e del territorio. Accanto alla documentazione dei processi di trasformazione e di costruzione, sono talvolta presenti depositi di brecciame, ciottolami, sabbie o limi che documentano fenomeni naturali quali frane ed alluvioni, spesso indicativi di mutati equilibri economico-ambientali e molte volte costituenti l'origine di traumatici mutamenti dell'assetto territoriale.
Dalla rilevazione di questi strati si sono potuti evidenziare alcuni grandi fenomeni che hanno investito la Valle nell'antichità, e che hanno costituito dei "punti di soglia" nell'evoluzione socio-culturale del territorio e del popolamento.
Così ad esempio a St-Martin-deCorléans è possibile cogliere nelle stratificazioni del giacimento preistorico i segni delle divagazioni dei corsi d'acqua (Dora, Buthier e torrentelli delle vallecole lungo il pendio) che all'inizio dell'età del Ferro, verso la fine del X sec. A.C., determinano l'abbandono dell'area; fenomeni riferibili ad una più generale fase di deterioramento climatico a livello europeo - la piccola glaciazione nota come "fase sub-atlantica".

Parimenti anche per il periodo tardo-romano, nelle stratificazioni presenti nel centro urbano (scavo ex-Caserma Challant) si rilevano i sintomi di un diffuso stato di dissesto idrogeologico: la città è ormai avviata verso un generale degrado a causa della mancata manutenzione delle infrastrutture urbane e delle captazioni idriche; cadono in disuso le reti di drenaggio e lentamente si ricolma il canale artificiale esterno alle mura che presumibilmente alimentava la rete fognaria urbana.
La città tardo antica e altomedioevale - un periodo di instabilità politica ed economica - appare segnata dai primi vistosi episodi di alluvionamento, ancora controllati alla barriera dell'antica cinta muraria: le sezioni indagate contemplano successioni alterne di sabbie ghiaiose e limi sabbiosi derivanti dalle esondazioni del Buthier, intercalate a coltri di brecciame minuto di dilavamento dei pendii retrostanti la città.
Le indagini stratigrafiche vengono così a confermare le notizie contenute nelle fonti documentarie, che riferiscono di eventi alluvionali disastrosi che interessano il settore orientale della città e giungono "etiam ad muros civitatis"("Vita beati Ursi" e scavo di S.Lorenzo). In questo periodo l'antico solco del torrente Buthier viene sovralluvionato e l'arco del ponte romano (ora noto come Pont-de-pierre) rimane completamente occluso.

   
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