IL MATERIALE PLASTICO
Aumentano i designers che seguono tutta l'esistenza degli oggetti: così il progetto incontra il riciclo.
RICICLATI AD ARTE
a cura della redazione
Non si può pensare alla vita di un oggetto se non si progetta anche la sua morte, così almeno dicono alcuni progettisti. Il pensiero progettuale moderno non sarebbe effettivamente tale se non pensasse a che fine faranno gli oggetti e la materia di cui sono fatti, quando si sarà esaurito il loro utilizzo. Cosa ne facciamo di un frigorifero che non funziona più? Dove buttiamo i suoi pezzi senza provocare danni all'ambiente, anzi, rimettendo in circolo materia ed energia? Un pensiero martellante per molti designers che, piuttosto di riempire il mondo di nuovi oggetti, vorrebbero risolvere i bisogni della gente e rispondere ai loro desideri in modo immateriale. Il pensiero progettuale tanto più è moderno quanto più cerca di eliminare materia. E se negli ultimi anni ci sono normative a livello nazionale e comunitario che promuovono il riciclo e gli acquisti verdi, sotto il profilo creativo si assiste a tutta una generazione interessante e divertente di prodotti che nascono come risposta a questa domanda. Alcuni materiali sono già ampiamente utilizzati nella loro forma riciclata. Più del 50% dell'alluminio utilizzato in Italia proviene dal riciclo e tutte le caffettiere sono fatte in questo modo. Una bella sfida si gioca invece con la carta. "Con la carta abbiamo sviluppato dei progetti dove cerchiamo di mettere insieme diversi materiali riciclati, in modo da abbellire il prodotto" spiega Marco Capellini, che si occupa di ecodesign nel suo studio romano: i lettori di Environnement hanno già conosciuto Capellini all'interno del numero 27 a proposito della cucina di cartone. "Abbiamo fatto sedie e poltrone in cartone e stiamo realizzando tricicli in cartone per adulti." Perché fare una cucina in cartone? "Per eventi temporanei in cui si richiede un utilizzo veloce del prodotto ed una vita breve" riponde il designer. "In questo modo progettiamo la durata di un prodotto. Se un oggetto mi serve per una settimana, lo faccio in maniera che ottimizzi l'impatto ambientale." D'altronde lo stile di vita è cambiato. Le case sono più piccole, le famiglie sono meno numerose. Si vive una vita frenetica con continui spostamenti. Così il famoso mito di una casa che dura decenni è un po' in disuso. E subentra quello di una casa leggera e poco costosa. Ecco che l'ecodesign porta con se tutta una nuova filosofia. "Al designer viene chiesto di dare diverse vite allo stesso oggetto" spiega il progettista Carmelo Di Bartolomeo e porta come esempio l'imballaggio di un frigorifero che in seconda battuta potrebbe diventare anche un armadio. Di Bartolomeo ha appena fatto una ricerca sul riciclaggio della carta cercando di aumentarne il valore creando dei matrimoni nobili, per esempio con l'elettronica. "Stiamo progettando una nuova generazione di imballaggi intelligenti per la grande distribuzione che domani non avrà più i codici a barre ma microchip a ponti radio."
L'ecodesign ha prodotto tante cose divertenti e un po' incredibili, come una barca tutta realizzata in plastica riciclata. Oppure la ricicletta, una bicicletta in alluminio riciclato. O la sedia in plastica riciclata che, progettata dall'architetto William K. Sawaya, verrà presentata a breve. "Scegliendo la plastica riciclata" commenta Sawaya "non si avverte quel senso di colpa che viene dall'uso di altra plastica, contribuendo ad inondarne il mondo".

Se lo scafo è ecosostenibile la barca è più leggera.
"Ancora Plastica" è la prima barca a vela in plastica riciclata; una monoposto in cui il materiale normalmente utilizzato per lo scafo è stato sostituito con un resina in Pet, ottenuta per via chimica dalle bottiglie di plastica della raccolta differenziata. Il modello della barca è un Optimist, ideato nel 1947 dal progettista Clark W. Mills su commissione dell'istituto di beneficenza "Optimist club of America" che voleva una barca leggera, sicura ed economica che i bambini potessero utilizzare per imparare a veleggiare. Della barca, con scafo normale, sono stati realizzati 500 mila esemplari. Quello speciale, il prototipo in materiale ecosostenibile, porta la firma di Corepla. È un ottimo esempio di riuso degli imballaggi e apre nuove strade nel campo del riciclo: il packaging usa e gett diventa un bene durevole. Dopo oltre 50 anni gli intenti di utilità sociale di Optimist si rinnovano quindi in un prodotto di design eco-solidale.
   
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