AMBIENTE
Conclusa la prima campagna transfrontaliera di monitoraggio dell'inquinamento atmosferico nell'Espace Mont-Blanc. Ecco i risultati.
ESPACE MONT BLANC E INQUINAMENTO
di Giovanni Agnesod
Concentrazioni di NO2 rilevate nei vari siti di misura durante la campagna di monitoraggio.Quale è l'impatto dei grandi volumi di traffico che attraversano la catena alpina in un ambiente il cui valore naturalistico, estetico, simbolico è da tutti riconosciuto?
La Conferenza Transfrontaliera dell'Espace Mont-Blanc, fin dal 1995, ha cercato di dare una risposta a questa domanda attraverso l'avvio di studi che permettessero di valutare il carico di traffico e di conoscere l'impatto che esso produce sulla qualità dell'aria. In questo contesto si è realizzata nel periodo giugno '97 - aprile '98 una campagna comune delle reti di monitoraggio di Savoia e Alta Savoia (Air des deux Savoies), Vallese (RESIVAL) e, per la parte valdostana, dall'Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente (ARPA). A campagna conclusa, presentiamo il bilancio, i risultati e le prospettive di questa prima esperienza transfrontaliera di monitoraggio.
Meritano un cenno le difficoltà che si sono dovute affrontare e superare: in primo luogo, coordinare l'attività di 3 sistemi operanti in tre stati diversi. In secondo luogo, far fronte alle specifiche esigenze di un monitoraggio della qualità dell'aria in zone in cui la pressione antropica è ben diversa da quella dei centri urbani, normalmente oggetto di questo tipo di indagini.
Questi problemi hanno richiesto una particolare attenzione nella fase di progettazione della campagna. È stato necessario concordare periodi di misura uguali e una scelta di siti di monitoraggio confrontabili nei tre paesi, che fosse rappresentativa di alcune condizioni tipo. Trattandosi di valutare prioritariamente l'impatto del traffico, l'attenzione è stata rivolta innanzitutto al binomio condizioni di prossimità alla strada/zone di montagna. L'esigenza poi di avere dei termini di riferimento con una realtà urbana ha richiesto di prendere in conto anche siti di monitoraggio rappresentativi di tali condizioni: i centri urbani prossimi all'area dell'Espace Mont-Blanc. Anche gli strumenti e i metodi di misura sono stati oggetto di confronto preliminare tra le tre reti coinvolte. I punti di misura in prossimità di assi stradali a traffico intenso sono stati scelti sul versante valdostano in località La Saxe di Coumayeur, in Svizzera a Martigny, presso l'autostrada Sion-Lausanne, e in Francia a Les Houches nei pressi della Autoroute Bianche. Per i siti di montagna si sono considerati dati provenienti da Les Giettes e La Thuile (colle San Carlo). Le aree urbane monitorate sono invece Aosta, Sion e Chamonix. In molti di questi siti era già attiva una stazione di monitoraggio in continuo della qualità dell'aria. I siti di prossimità alle vie di traffico ne erano invece sprovvisti: in questi casi è stato necessario il ricorso a laboratori mobili. L'utilizzazione di laboratori mobili ha posto il problema della continuità del monitoraggio. Non essendo possibile mantenere in attività su uno stesso sito per tutto l'anno una stazione mobile, si è scelto di adottare un metodo di monitoraggio per campionamento: sei settimane nel corso dell'anno ripartite a intervalli regolari, una ogni due mesi. Questo metodo, già sperimentato dalla rete di monitoraggio del Canton Vallese, si è dimostrato in grado di fornire delle valutazioni medie nell'arco di un anno approssimate entro il 10% ai valori medi ottenibili con il ben più oneroso monitoraggio in continuo.

GLI INQUINANTI MONITORATI
Concentrazioni di Ozono: andamento giornaliero medio rilevato durante l'intero periodo della campagna di monitoraggio.L'attenzione è stata rivolta verso i macroinquinanti: sostanze presenti in maggiore concentrazione e in modo più diffuso in atmosfera, e abitualmente oggetto di misura.

I RISULTATI
· L'insieme dei dati acquisiti durante la campagna permette di trarre alcune interessanti indicazioni.
Le zone di prossimità sono poco affette dagli inquinanti caratteristici delle aree urbane, per il riscaldamento o per le caratteristiche del traffico: SO2 e CO. A maggior ragione, questi inquinanti sono quasi assenti dalle zone di montagna.
Al contrario, gli ossidi d'azoto raggiungono, nei siti di prossimità, valori comparabili, e talvolta superiori (NO), a quelli caratteristici dell'aria delle aree urbane. Nelle zone di montagna le concentrazioni di ossidi di azoto sono molto modeste. NO, direttamente legato alle emissioni, ha valori al limite della rilevabilità strumentale.
L'ozono raggiunge livelli elevati nei siti di montagna, nei quali è presente in concentrazioni importanti, contrariamente ai siti urbani e di prossimità, anche nei periodi invernali e autunnali, a minore soleggiamento. La curva dell'andamento giornaliero medio di questo inquinante nei vari siti di monitoraggio italo-svizzeri mostra un chiaro distacco tra i due siti di altitudine, con concentrazioni più elevate, rispetto a tutte le altre località. Questo fatto, a prima vista così sorprendente, diventa comprensibile considerando che i medesimi inquinanti che portano alla formazione dell'ozono nella bassa atmosfera, in particolare NO, sono a loro volta in grado di reagire e distruggere l'ozono medesimo. Le masse d'aria provenienti dalle zone più inquinate trasportano l'ozono qui prodotto nelle zone remote, nelle quali l'assenza di inquinamento da NO ne permette l'accumulo.
È importante sottolineare che l'ozono di cui stiamo parlando è il dannoso ozono della bassa atmosfera, e non l'ozono stratosferico che protegge la Terra da un eccessivo irraggiamento ultravioletto. Si tratta dell'identica sostanza, che svolge un ruolo diverso a seconda della posizione in cui si trova nell'atmosfera; non vi è comunicazione né scambio tra i due comparti.
Un'ultima indicazione che i dati della campagna hanno fornito è l'andamento tendenzialmente omogeneo dell'inquinamento al di qua e al di là delle Alpi, soprattutto per quanto riguarda gli inquinanti oggi più problematici come NO2 e 03. Questo fatto mette in evidenza come le tematiche dell'inquinamento debbano ormai essere affrontate su scala globale.

LE PROSPETTIVE
Tale consapevolezza ha determinato la Conferenza Transfrontaliera Mont-Blanc a proseguire questa esperienza ampliandone il campo di indagine. E' stato affidato un mandato all'ARPA Valle d'Aosta e alle corrispondenti strutture savoiarde e vallesane per predispone uno studio sulle caratteristiche e le dinamiche dell'inquinamento atmosferico in questa area. Esso, oggetto di un progetto di candidatura Interreg, sarà incentrato soprattutto sui microinquinanti e sulle caratteristiche dell'irraggiamento solare (radiazione ultravioletta) che, oltre a nuocere direttamente alle persone, predispone alla formazione di ozono.

   
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