PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
IL METODO DI PROGRAMMAZIONE DEL PIANO

Rappresentazione grafica sintetica dei tre subscenari di contesto e dello scenario di Piano in rapporto alle variabili prese in considerazione per la loro definizione.La definizione della strategia di intervento del Piano è basata su un'analisi degli "stati" quantitativi e qualitativi del sistema idrico - allo stato attuale - e delle "pressioni" (le interferenze provocate dall'uomo) che causano tali stati, e sulle azioni che si possono intraprendere per migliorarne le condizioni - definite da tipologie di obiettivi migliorativi perseguibili, sia tecnicamente sia economicamente, entro i termini stabiliti (al 2008 e al 2016).
Lo studio di stati, pressioni e azioni e delle loro interazioni, è trattato nel Piano, come indicato dall'Agenzia Europea dell'Ambiente e coerentemente con quanto previsto dalla Direttiva 2000/60/CE, secondo uno schema operativo ormai abitualmente utilizzato, in cui le risposte ("azioni" o "misure") costituenti il pacchetto di intervento e che incidono sulle pressioni, si confrontano con "impatti" che rappresentano le variazioni positive o negative degli stati idrologico-ambientali quantitativi e qualitativi.

Ciò configura il Piano come un piano volto a ridurre gli impatti ambientali sul sistema idrico valdostano, conformemente ai principi della valutazione ambientale strategica (VAS) prevista dalla Direttiva 2001/42/CE.
Il Piano e il suo metodo di programmazione tengono inoltre conto di driving forces, forze trainanti prevalentemente esterne, che sono in fondo le vere determinanti delle pressioni e degli stati e che presentano proprie dinamiche specifiche: la popolazione e i suoi modi di utilizzare il territorio e percepire-vivere il rapporto con l'acqua e l'ambiente; le attività economiche - industria; la produzione di energia; l'agricoltura; i fenomeni naturali in evoluzione, infine, condizionati dalla presenza dell'uomo e rispetto ai quali il PTA identifica e promuove azioni di adattamento (le linee di azione).

Individuazione delle variabili dello scenario di riferimento. Lo sviluppo di ciascuno dei suddetti subscenari implica conseguenze sulla disponibilità idrica e sulla qualità delle acque, che possono essere definite in termini puramente orientativi.Per articolare adeguatamente gli obiettivi generali, pertanto, si è ipotizzata un'evoluzione delle condizioni socio-economiche regionali e la ripercussione di tale mutamento sulle risorse idriche.
Tale studio è stato condotto mediante la definizione di uno scenario di riferimento che ipotizza, in assenza di Piano, l'evoluzione delle pressioni sullo stato della risorsa acqua in Valle d'Aosta al 2016 (data di riferimento per la programmazione nazionale della qualità delle acque), a partire dallo stato attuale e mediante l'applicazione di alcune opzioni di fondo.

Lo scenario di riferimento si basa non solo su considerazioni relative all'aspetto qualitativo - quantitativo della tutela delle acque, ma anche su quelle inerenti alla valenza ecologico-culturale delle risorse idriche.

Dall'analisi delle interferenze fra driving forces sulla risorsa è stata individuata la driving force maggiormente coinvolta nel processo interferente, procedendo poi ad articolare lo scenario di riferimento nei 3 seguenti subscenari sviluppati a scala regionale e proiettati al 2016:

1. uno scenario tendenziale, da considerarsi come alternativa zero, che si proietta in un futuro in cui i trend demografici ed economici attuali si mantengono stabili e non si hanno innovazioni nella pianificazione territoriale;
2. uno scenario di sottoutilizzo della risorsa caratterizzato da sostanziale stazionarietà dello sviluppo e degli attuali livelli di tutela;
3. uno scenario di sfruttamento della risorsa in condizioni di massimo sviluppo prevedibile e di scarsa attenzione alla sostenibilità ambientale.
Nella tabella 1 sono evidenziate le variabili di interesse delle diverse opzioni considerate nella definizione dello scenario di riferimento e sono definiti gli indicatori di controllo della realizzazione delle previsioni.

Un ruscello a Champoluc (foto Maura Favre).Nella Relazione Generale, supponendo che non vengano attivate nuove azioni di depurazione delle acque e di riqualificazione fluviale, sono riportati i giudizi analitici riferiti alle conseguenze indotte sulla risorsa idrica regionale a seguito del realizzarsi di ciascun subscenario descritto.
Con riguardo all'andamento demografico, se nello scenario di massimo utilizzo è previsto un forte peggioramento, soprattutto dei parametri di qualità delle acque, nello scenario tendenziale il peggioramento è meno evidente, fino ad evolvere in una situazione pressoché invariata, nell'ipotesi di un sottoutilizzo della risorsa.
Lo stesso dicasi per il settore industriale, se non con lievi variazioni, mentre per il settore agricolo si osserva, nello scenario di massimo utilizzo, un netto peggioramento delle condizioni della matrice acqua, ma con particolare riguardo alla qualità dell'ecosistema fluviale e al deficit idrico. Un trend in miglioramento si avrebbe invece nello scenario tendenziale a causa della razionalizzazione degli usi conseguente agli interventi di miglioramento fondiario; un netto miglioramento è infine previsto per lo scenario di sottoutilizzo.

Un discorso a parte merita lo sviluppo del settore idroelettrico, per il quale sia lo scenario tendenziale sia quello di massimo utilizzo prevedono un significativo peggioramento della qualità biologica delle acque e della qualità ecosistemica, così come del deficit idrico. Lo scenario di sottoutilizzo non prevede, per contro, miglioramenti nella situazione rispetto alle condizioni attuali.

Turismo e tempo libero determinano effetti debolmente negativi sullo scenario tendenziale e su quello di massimo utilizzo. Nel caso del massimo utilizzo si segnala però un netto peggioramento della qualità dell'ecosistema.

Le politiche di gestione del rischio idrogeologico, infine, risultano essere molto significative per la loro influenza sulla qualità biologica delle acque e dell'ecosistema fluviale, con possibilità di passare da condizioni di forte peggioramento ad un netto miglioramento a seconda che ci si riferisca allo scenario di massimo utilizzo o a quello di sottoutilizzo. Scarsa è invece l'influenza sul deficit idrico.
Come prevedibile, dati i criteri adottati i tre scenari non disegnano quadri nettamente differenziati, ma evidenziano le driving forces più influenti sull'andamento delle condizioni della risorsa acqua (agricoltura, idroelettrico e politiche di gestione del rischio idrogeologico), facendo emergere, accanto alla necessità di salvaguardare e migliorare le condizioni generalmente buone della qualità delle acque, anche la necessità di perseguire, come ulteriore obiettivo, il raggiungimento di livelli di qualità globale dell'ecosistema fluviale in particolare.

Lo schema rappresentato nella figura 7 mette in evidenza le posizioni reciproche dei sub-scenari di contesto con lo scenario di piano.
   
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