Le prospettive per l’Espace Mont-Blanc nella futura programmazione dei fondi europei.
POLITICA DI COESIONE 2014-2020
di GIANLUCA TRIPODI
Ufficio di rappresentanza a Bruxelles - Cooperazione Territoriale, Vice Presidente di Fondazione Montagna sicura
Il 6 ottobre 2011, la Commissione europea (Ce) ha adottato una prima proposta di pacchetto legislativo sulla politica di coesione dell’Unione europea per il periodo 2014-2020. Oltre ad un principio generale di semplificazione, occorre richiamare preliminarmente l’attenzione sui principi fondamentali rilevanti per la predisposizione dei programmi quali, ad esempio, partenariato e governance multilivello, pari opportunità e non discriminazione, sviluppo sostenibile. Questi principi rappresentano il minimo comun denominatore di un sistema concepito per garantire un rafforzamento della programmazione strategica. Questo potrà essere conseguito anche grazie alla cosiddetta “concentrazione tematica” fondata sulla strategia Europa 2020 ovvero “trasformare l’UE in un’economia intelligente, sostenibile e inclusiva caratterizzata da alti livelli di occupazione, produttività e coesione sociale”. Per raggiungere tale finalità, sarà richiesto agli Stati membri, quindi ai Programmi e ai progetti, una maggiore attenzione ai risultati e misurazione dell’efficacia delle politiche prevedendo, fra l’altro ma non solo, l’introduzione di specifiche condizionalità a più livelli e nelle diverse fasi di attuazione della politica di coesione, contemperate da un sistema di incentivazione/premialità.
In attesa della stesura definitiva, rilevante per le strategie dell’Espace Mont-Blanc, risulta oggi, rispetto alle numerose modifiche apportate alle modalità di progettazione e attuazione della politica di coesione, il sostegno alla programmazione integrata. La Commissione propone infatti l’introduzione di nuovi strumenti di integrazione che possono essere usati per l’implementazione di strategie territoriali sul campo, si tratta dello sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLDP) e degli investimenti territoriali integrati (ITI).
Nei contesti transfrontalieri, il raggiungimento di tali obiettivi comporta necessariamente un superamento dei tradizionali confini amministrativi e richiede una maggiore volontà da livelli di governo differenti di cooperare e coordinare azioni allo scopo di raggiungere le fi nalità condivise. In questa direzione, il Programma Italia-Francia Alcotra 2007/2013, unitamente al Programma Italia-Svizzera 2007/2013, è stato il più innovatore, in quanto ha saputo introdurre già in questa fase modalità di attuazione (PIT e progetti strategici) oggi recepite a livello europeo. L’intento dei promotori dei PIT era proprio di raggiungere una maggiore efficacia degli interventi attraverso la concentrazione di risorse su territori omogenei, verosimilmente già dotati di una propria strategia e di risorse finanziarie destinate a tale fine, federando gli interventi intorno ad un’unica ”idea forza”. Si tratta oggi di capire se, e come, questa sperimentazione abbia soddisfatto le attese, quali siano i punti di attenzione e la possibile parabola di sviluppo futuro, anche in termini di riproposizione dei modelli. Occorre ricordare che l’Espace Mont-Blanc è stato, in assoluto, il primo PIT programmato ciò a testimonianza di una governance che ha saputo mediare fra le esigenze di tutti i soggetti coinvolti nel processo di costruzione, anche grazie al coordinamento tecnico ed amministrativo del Programma oggi in capo all’Ufficio di rappresentanza a Bruxelles – Cooperazione territoriale della Presidenza della Regione.
Secondo un primo giudizio del valutatore indipendente del Programma Italia-Francia Alcotra 2007/2013, il PIT EMB è oggi il più performante, in quanto ha saputo rafforzare il livello di cooperazione fra i soggetti coinvolti e il più innovativo grazie alla sperimentazione di servizi destinati ai territori. Questi possono rappresentare, infatti, un elemento di mobilizzazione degli attori e di sensibilizzazione della popolazione quali motori del cambiamento. Ricercando la sostenibilità degli interventi, non solo come “obbligo normativo” ma come implicita finalità dei progetti, l’Espace Mont-Blanc si sta poi già concentrando non solo sui risultati conseguiti ma, soprattutto, sulle esternalità positive che questi potranno generare in futuro. Fra i “servizi”, risulta di particolare importanza l’Osservatorio del Monte Bianco, il quale, unitamente al Plan de gestion du Massif ed allo Schema di sviluppo sostenibile, rappresenta lo strumento imprescindibile per una corretta futura pianificazione e programmazione delle politiche di sviluppo locali, non solo quindi inteso come strumento di monitoraggio - attraverso l’elaborazione di 31 indicatori strategici ambientali, sociali ed economici - ma anche di interpretazione del contesto territoriale in un’ottica di supporto alla pianificaLa liaison tra Punta Helbronner e l’Aiguille du Midi, con lo sfondo del Dente del Gigante.zione condivisa ed allo sviluppo di progettualità maggiormente integrate, a beneficio quindi delle collettività, dei professionisti, delle associazioni per supportarli all’attivazione delle politiche di rete. È da questa logica di integrazione fra strumenti, dai principali risultati concreti del laboratorio sperimentale “PIT Espace Mont-Blanc”, nonché dalle reti create che occorre partire per delineare gli scenari futuri e, quindi, pianificare i prossimi sviluppi, anche in relazione agli strumenti finanziari messi a disposizione dell’Espace Mont-Blanc da parte dell’Unione europea e dei principali finanziatori. Per quanto riguarda il Programma Italia-Francia Alcotra, è prematuro fare oggi previsioni circa i futuri strumenti delle politiche di sviluppo transfrontaliere, tuttavia visti i risultati conseguiti dal PIT EMB e il rafforzamento dell’integrazione strategica è ipotizzabile una riproposizione dello strumento, che dovrà essere ripensato anche in relazione alla concentrazione tematica e al principio di semplificazione. Infatti, se lo sviluppo sostenibile è chiaramente iscritto quale missione dell’Espace Mont-Blanc (crescita sostenibile), dei passi avanti devono essere fatti per valorizzare il potenziale di innovazione attraverso il coinvolgimento del settore privato (crescita intelligente), potenziando laboratori di innovazione e di rete esistenti, nonché l’inclusività attraverso il miglioramento dell’erogazione di servizi di prossimità. In attesa del posizionamento dei singoli Programmi, occorre oggi ragionare sia in termini strategici, ovvero rilevanza della strategia rispetto a Europa 2020, sia di diffusione dei risultati in un’ottica di appropriazione da parte della comunità.
 

   
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