Evançon
L’intervista al presidente della Comunità Montana Evançon Elso Gerandin introduce questo numero monografico dedicato alla comunità della Val d’Ayas e del Parco del Mont Avic.
INTRODUZIONE
intervista a cura di STEFANIA LUSITO

La Comunità Montana di cui è Presidente comprende Comuni con peculiarità molto diverse tra loro. Quali ritiene siano i punti di forza dal punto di vista ambientale del territorio interessato (ad esempio presenza di zone umide o protette, località turistiche di pregio ambientale, attività produttive integrate nel paesaggio, trasporti efficienti, mobilità dolce, miniere, ecc.)?
Il territorio della Comunità montana Evançon è variegato dal punto di vista ambientale e molto interessante dal punto di vista turistico. Tra i punti di forza vi sono sicuramente le tante bellezze naturali presenti sul territorio, quali per esempio i numerosi laghi protetti, tra cui spicca il lago di Villa, le miniere d’oro di Challand- Saint-Anselme e di Brusson e il parco naturale del Mont Avic. In particolare, il Parco del Mont Avic è caratterizzato da aspetti paesaggistici estremamente suggestivi e da ambienti quasi del tutto estranei all'attività dell'uomo.
Più in generale, la tutela paesaggistica estesa ad un’ampia porzione del territorio della Comunità montana ha garantito, a mio parere, il giusto compromesso fra difesa dell’ambiente ed esigenze della cittadinanza.
Quali sono stati invece in questi anni i problemi di carattere ambientale che si sono presentati (gestione dei rifiuti, impatto del turismo sull’uso del territorio, tutela delle acque, depurazione, ecc.)?
La diversità morfologica, territoriale e organizzativa dei Comuni appartenenti alla Comunità montana Evançon comporta una ricerca di soluzioni diversificate a problemi collettivi. Per questo motivo si è reso necessario ragionare a livello sovra-comunale, portando al centro dell’attenzione le esigenze organizzative e gestionali dei servizi, con particolare interesse al rispetto delle regole e al costo dei servizi.
In questo senso, rispetto alla gestione dei rifiuti e del servizio idrico, sono stati creati i Sub-ATO, cioè ambiti territoriali ottimali per realizzare un sistema integrato e unitario.
In particolare, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, questo ha significato l’introduzione di tre sistemi diversi: il “porta a porta” per i cinque Comuni del fondo valle, il “metodo tradizionale” per i tre comuni del centro valle e un sistema di “moloc interrati” per il comune di Ayas. I primi risultati sono confortanti: la raccolta differenziata è cresciuta dell’8%, attestandosi ben oltre il 40%. Questo dopo soli cinque mesi dall’introduzione dei diversi sistemi di raccolta differenziata.
Rispetto, invece, al servizio idrico (che comprende l’intero ciclo dell’acqua, dalla captazione alle reti di distribuzione sino alla depurazione) è stata introdotta la tariffa che, al contrario della tassa, ha come obiettivo quello di far pagare agli utenti esattamente quanto usufruiscono del servizio. Vorrei, infine, sottolineare che in futuro le risorse per interventi sulle reti e sugli impianti di depurazione saranno trasferite ai soli Sub-ATO che si occuperanno anche della qualità dell’acqua, degli scarichi e della depurazione.

I dati essenziali della ComunitàIl territorio di montagna in cui viviamo richiede una pianificazione territoriale che prevede un’attenta gestione dei rischi naturali (valanghe, frane, inondazioni). Quali sono stati i principali interventi nel territorio in questa direzione (ad esempio consolidamento di versanti, di sponde fluviali, paravalanghe, ecc.)?
La Comunità montana Evançon negli anni ha provveduto a un’attiva opera di prevenzione e pianificazione dei rischi naturali. La nostra realtà è stata meno colpita rispetto ad altre dalla tragica alluvione del 2000; ciò nonostante, a carattere preventivo, sono state fatte importanti opere di regimazione e contenimento delle piene per i Comuni del fondovalle. Importantissimi, poi, sono i lavori che annualmente vengono programmati per il consolidamento dei versanti a rischio. Determinante, inoltre, è l’attenzione che le singole amministrazioni pongono nel prevenire e intervenire rapidamente in caso di dissesti.
Vorrei, infine, sottolineare l’importanza, nelle nostre località sciistiche, del lavoro delle commissioni locali valanghe e dei gestori impianti a fune rispetto a una corretta informazione e prevenzione rispetto al pericolo valanghe.
Il territorio della Comunità montana Evançon comprende porzioni di territorio di alta quota e di elevata naturalità e altre di fondovalle, anche densamente popolate e urbanizzate: quali problematiche diverse entrano in gioco?
La diversità morfologica e territoriale della Comunità montana implica difficoltà sostanziali nel garantire i servizi alla persona, in particolare per quelle fasce di popolazione che dipendono maggiormente dai servizi pubblici, quali bambini e anziani. Per queste categorie di soggetti è necessario offrire un sistema di trasporti continuo ed efficace in modo da mantenere vivi territori scarsamente abitati. Ritengo importante in questo senso consolidare i presidi scolastici di montagna, come quello presente in Val d’Ayas.

Cosa vede nel futuro della Comunità montana in termini di sviluppo (sostenibilità ambientale, potenziamento di agricoltura/ turismo/attività produttive) e di gestione del territorio?
La Comunità montana potrà avere un ruolo determinante nella programmazione dello sviluppo del territorio esclusivamente se saprà far convergere idee e progetti di valenza sovracomunale. Nel contesto attuale le risorse economiche a disposizione stanno diminuendo ed emerge quindi sempre più chiaramente la necessità di progettare assieme per spendere meno e meglio. Politiche di sviluppo individuali (come singolo Comune) presuppongono, invece, ingenti risorse e coinvolgono limitate porzioni di territorio e popolazione. Rispetto alla tutela ambientale, ho sempre creduto che esista un nesso strettissimo tra la conservazione e salvaguardia del territorio e lo sviluppo turistico. In quest’ottica è necessario che la politica agricola abbia un adeguato riconoscimento ed ampie possibilità di sviluppo. Sul nostro territorio, per esempio, è importante la presenza dei due caseifici ad Arnad e Brusson.

Cosa vuol dire per lei essere Presidente della Comunità montana?
Penso che il Presidente della Comunità montana debba avere un ruolo di raccordo tra i Comuni, con particolare attenzione per l’autonomia delle singole amministrazioni e per chi le rappresenta. Essere Presidente significa mantenersi costantemente in contatto con gli amministratori locali per confrontarsi rispetto alle problematiche e alle soluzioni, ponendo sempre il cittadino al centro della riflessione. In un contesto in cui la parola d’ordine deve essere “gestione associata”, il ruolo delle Comunità montane può diventare determinante, se saprà dimostrare la capacità di gestire i servizi con la stessa qualità ed efficienza, ma spendendo meno. Negli anni la Pubblica amministrazione è profondamente cambiata e cambierà ancora, l’importante è condividere con i cittadini e con tutti gli attori coinvolti questo cambiamento.

   
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