Evançon
QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI
di DANIELA GERBAZ E SARA ISABEL
Dirigente della sezione acque dell’ARPA, collaboratrice della sezione acque dell’ARPA

Figura 1: prelievo di acqueLa comunità montana dell’Evançon si estende su un vasto territorio ricco di laghi naturali e solcato da corsi d’acqua di rilevanza regionale quali il torrente Evançon, che dà il nome alla comunità, il torrente Chalamy e il tratto di Dora Baltea compreso tra i comuni di Montjovet e Verrès.
Comunemente, parlando di monitoraggio dei corsi d’acqua, si pensa al prelievo di un campione di acqua da sottoporre ad analisi chimico-microbiologiche (figura 1): in realtà, se si vuole veramente conoscere lo stato di qualità di fiumi e torrenti, questo non è sufficiente, occorre prendere in considerazione anche lo stato delle comunità di organismi che li popolano e che sono gli unici in grado di registrare, in continuo, eventuali alterazioni dell’ecosistema in cui vivono. Alla fine degli anni novanta il decreto legislativo 1521 introduce, per la prima volta, l’applicazione di un indice biologico, l’Indice Biotico Esteso o IBE (figura 2), per la valutazione dello stato di qualità dei corpi idrici, a integrazione dei metodi analitici tradizionali.
Tale indice è basato sullo studio di un gruppo di organismi, detti macroinvertebrati, costituito principalmente da larve di insetti, che colonizzano l’alveo dei corsi d’acqua nascondendosi tra ciottoli, ghiaia e sabbia o aderendo con apposite strutture a massi e rocce. I macroinvertebrati presentano una diversa sensibilità agli impatti provocati dall’attività umana: non solo nei confronti dei classici inquinanti, ma anche delle alterazioni di tipo fisico come le variazioni di portata improvvise, a valle delle centrali idroelettriche, o delle sistemazioni idrauliche quali rettificazioni del corso d’acqua, costruzione di difese spondali o plateazione degli alvei.
Il riscontro di comunità, composte da organismi più o meno sensibili a questi fattori, permette di classificare lo stato biologico del corso d’acqua in cinque classi di qualità. Lo stato complessivo è definito da un indice che tiene conto sia degli aspetti biologici (IBE) che chimico-microbiologici e che definisce lo Stato Ecologico del Corso d’Acqua (indice SECA).

Il sistema di monitoraggio

ARPA Valle d’Aosta, in ottemperanza alla normativa sulle acque e in accordo con gli assessorati regionali competenti, ha definito, a partire dal 1999, una rete di monitoraggio costituita da 38 stazioni di campionamento, dislocate lungo il corso della Dora Baltea e dei suoi principali affluenti. Le frequenze di campionamento, più elevate nella fase conoscitiva iniziale, successivamente sono diventate bimestrali per le indagini chimico-microbiologiche e semestrali per quelle biologiche.
Per una immediata comprensione dei risultati del monitoraggio, la normativa prevede una restituzione cartografica dei dati analitici in cui la classe di qualità, riscontrata in una determinata stazione, viene estesa a tutto il tratto a monte, colorato convenzionalmente in funzione dello stato di qualità.
A titolo esemplificativo si riporta la carta di qualità relativa all’anno 2009, esaminando nel dettaglio i risultati relativi al torrente Evançon e alla Dora Baltea (figura 3).

Risultati del monitoraggio

Torrente Evançon
Lungo i 31 km del torrente Evançon sono state individuate 3 stazioni di prelievo nei comuni di:
• Ayas, fraz. Corbet, ponte strada regionale per Antagnod;
• Brusson, ponte in località Arcesaz;
• Verrès, alla foce.

Figura 2: prelievo per la determinazione dell'IBEI dati raccolti in più di dieci anni di monitoraggio evidenziano chiaramente l’impatto sul corso d’acqua determinato dalle attività antropiche, che si sono evolute nel corso degli anni passando da attività legate principalmente a lavori agricoli e pastorizia ad altre a vocazione prettamente turistica.
Il riscontro, in tutti e tre i siti di monitoraggio, di concentrazioni elevate indicatori microbiologici di carico organico proveniente dai reflui fognari, sottolinea le difficoltà di gestione di un sistema di depurazione adeguato anche nei periodi di maggior afflusso turistico.
La presenza di importanti derivazioni ad uso idroelettrico determina una diminuzione delle portate in alveo contribuendo a limitare i meccanismi di auto depurazione ti pici dei corsi d’acqua naturali e riducendo la disponibilità di habitat idonei alla vita degli organismi acquatici. Le fluttuazioni di portata giornaliere, particolarmente evidenti a valle della centrale idroelettrica di Verrès, impediscono l’insediamento stabile delle comunità biologiche, in particolare dei macroinvertebrati, allagando e prosciugando alternativamente i microhabitat disponibili.
Gli impatti più evidenti si regist rano nei tratti di monte e di valle del torrente nei quali la classe di qualità, particolarmente instabile nel corso degli anni, oscilla tra lo stato sufficiente e buono, mentre il tratto intermedio risulta costantemente in stato di qualità buono. Molto probabilmente hanno un ruolo determinante sul risultato gli interventi di sistemazione degli alvei, particolarmente evidenti nel tratto di monte in corrispondenza delle località turistiche in cui il corso d’acqua scorre proprio all’interno del paese.

Dora Baltea
Nel tratto di Dora Baltea, compreso nel territorio della comunità montana dell’Evançon, sono localizzate due stazioni di monitoraggio:
• Montjovet, ponte di legno al Borgo (monte centrale);
•Verrès, ponte per Fleuran.

La stazione di Montjovet, posta in un tratto sotteso da derivazione idroelettrica nel quale sono presenti gli scarichi di due depuratori, presenta valori elevati di E. coli, di fosforo totale e azoto ammoniacale che determinano a volte una diminuzione della classe di qualità da buona a sufficiente.
Nella stazione di Verrès, pur in presenza di pressioni analoghe, l’indice SECA esprime quasi sempre uno stato di qualità buono.

Torrente Chalamy
Nell’ambito del Piano di Tutela delle Acque2, il torrente Chalamy, che scorre nel suo tratto superiore all’interno del parco del Monte Avic, è uno dei corsi d’acqua designato e classificato quale richiedente protezione o miglioramento per essere idoneo alla vita dei pesci: la normativa prevede frequenze di monitoraggio trimestrali, particolari protocolli analitici e specifici valori imperativi da rispettare.
Tre sono le stazioni individuate:
• Champdepraz, ponte alpe la Servaz;
• Champdepraz, pont Blanchet;
• Champdepraz, ponte monte centrale.

Negli anni il torrente è sempre risultato idoneo e conforme a quanto previsto dal decreto legislativo 152. Per cause del tutto naturali, si osserva, in alcuni casi, il superamento del limite imperativo previsto per rame e nichel: la presenza di metalli è riconducibile, infatti, al particolare substrato geologico costituito prevalentemente da ofioliti e serpentiniti affioranti.

Monitoraggio acque lacustri

Figura 3: Comunità montana EvançonIl D.Lgs. 152/99, pensato per il controllo dei grandi laghi di pianura, definisce come significativi laghi aventi superficie dello specchio liquido pari o superiore a 0.5 Km2. In Valle d’Aosta, regione estremamente ricca di laghi alpini, situati a quote medio-elevate e generalmente di piccole dimensioni, il più grande lago naturale, il lago Verney, non arriva a 0.2 Km2 di superficie, pertanto non vi sono laghi definibili significativi ai sensi del decreto citato. Sul territorio valdostano sono stati, comunque, individuati 20 laghi, ritenuti significativi per particolarità ambientali, paesaggistiche o naturalistiche, che vengono monitorati per rilevare eventuali variazioni del loro stato di qualità, correlate alla fruizione turistica spesso elevata nella stagione estiva. Dei numerosi laghi presenti sul territorio della comunità montana dell’ Evançon, sono stati inclusi nella rete di monitoraggio il lago Battaglia e il lago di Villa, nella Val d’Ayas, e il lago Bianco nel bacino del torrente Chalamy.
Come per i corsi d’acqua, anche per i laghi il risultato analitico viene espresso da un indice denominato SEL, Stato Ecologico dei Laghi: nel corso degli anni i monitoraggi dei laghi Battaglia e Bianco hanno sempre evidenziato uno stato di qualità buono o elevato.
Un discorso a parte merita il lago di Villa, zona umida appartenente alla Rete ecologica europea Natura 2000 avente come obiettivo la conservazione della biodiversità sul territorio dell'Unione Europea. Significativa, ad esempio, è la presenza di una stazione di Nimphaea alba, unica su tutto il territorio valdostano. Il lago di Villa ha un bacino di alimentazione naturale molto ridotto e viene alimentato da acque di ruscellamento, dallo scioglimento del manto nevoso e, presumibilmente, da infiltrazioni sotterranee; non sono presenti immissari naturali3. È molto probabile che queste peculiarità contribuiscano, in determinati periodi dell’anno, ad un aumento della concentrazione di clorofilla “a” e alla conseguente diminuzione dell’indice SEL, normalmente buono, ad uno stato di qualità sufficiente.

Evoluzione normativa

La direttiva 2000/60/CE4 o direttiva quadro sulle acque introduce ulteriori aspetti innovativi nella valutazione dello stato di qualità dei corpi idrici superficiali ponendo al centro dell’attenzione le comunità vegetali e animali dell’ecosistema fiume: alghe microscopiche5, flora acquatica, macroinvertebrati bentonici e fauna ittica. Per la prima volta vengono presi in considerazione gli aspetti idromorfologici, che unitamente agli elementi chimico-fisici sono considerati a supporto degli elementi biologici.
Il recepimento della norma comunitaria, che ha portato ad un ampliamento della rete di monitoraggio regionale delle acque superficiali con l’individuazione di 209 stazioni di campionamento, se da un lato rappresenta una rilevante evoluzione del sistema di monitoraggio dall’altro determina un momento di discontinuità nella valutazione dei corpi idrici: a partire dal 2010, prima anno di applicazione a livello nazionale della direttiva acque, lo stato ecologico, derivato dai nuovi sistemi di classificazione, non avrà più la stessa valenza dell’indice SECA.


Note:

1 Decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152 “Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole”.
2 Strumento programmatico nel quale sono individuati gli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici e gli interventi volti a garantire il loro raggiungimento o mantenimento, nonché le misure di tutela qualitative e quantitative tra loro integrate e coordinate per bacino idrografico. Il piano è stato elaborato dalla Regione Valle d’Aosta, ai sensi dell’art. 44 del decreto legislativo n.152/99, e adottato con deliberazione del Consiglio regionale n. 1788/XII dell'8 febbraio 2006.
3 Atti del convegno “Conservazione della natura e aree protette: dalla dimensione europea alle esperienze locali” – Regione Autonoma Valle d’Aosta – Assessorato Agricoltura e Risorse Naturali – Dipartimento Risorse Naturali – Servizio Gestione Risorse Naturali – 4 e 5 ottobre 2001.
4 Direttiva 2000/60/CE del parlamento europeo e del consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque.
5 Diatomee.

   
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