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Pm: 'indagini non cancellano crimini Israele'. Le triangolazioni per i fondi
18:39 - 27/12/2025 


(di Chiara Acampora) (ANSA) - ROMA, 27 DIC - "Noi ci sacrifichiamo con i soldi e il tempo, ma loro con il sangue". Le intercettazioni contenute nelle carte dell'inchiesta contro i presunti finanziatori di Hamas sembrano confermare la tesi di inquirenti e investigatori: quelle messe in piedi dagli indagati non erano associazioni caritatevoli per raccogliere fondi per la popolazione di Gaza ma contenitori in cui far confluire il denaro da girare all'organizzazione. Uno scenario che però, scrivono nel comunicato ufficiale il procuratore nazionale antiterrorismo Giovanni Melillo e il procuratore di Genova Nicola Piacente, "non può in alcun modo togliere rilievo ai crimini commessi ai danni della popolazione palestinese successivamente al 7 ottobre 2023 nel corso delle operazioni militari intraprese dal governo di Israele, per i quali si attende il giudizio da parte della Corte penale internazionale". L'intercettazione che chiama in causa i soldi è una conversazione registrata in auto poco più di un anno fa tra Awad Hannoun, il fratello del presidente dell'Associazione palestinesi in Italia Mohammed Hannoun, e un altro arrestato nel blitz, Ra'Ed Dawoud, noto come Abu Falastine. Parole ritenute significative dal gip Silvia Carpanini per "riconoscere l'esistenza di un rapporto diretto" tra l'organizzazione terroristica e "le sue articolazioni periferiche". Il fratello di Hannoun (che non compare nella lista degli arrestati) discuteva con Abu Falastine della nomina di Yahya Sinwar a capo di Hamas, dopo l'uccisione di Ismail Haniyeh. "Va bene... Loro senza di noi vanno avanti?" avrebbe affermato quest'ultimo facendo intendere che senza chi si occupa di reperire i finanziamenti all'estero il movimento avrebbe delle grosse difficoltà. E il fratello di Hannoun replica: "Noi... questo movimento è circolare...la nostra generazione si è sacrificata molto". Per gli inquirenti gli indagati, primo fra tutti Mohammad Hannoun, attraverso l'associazione benefica di solidarietà col popolo palestinese fondata a Genova nel 1994, l'analoga organizzazione di volontariato del 2003 e 'La Cupola d'Oro', "si occupavano della raccolta e dell'invio dei fondi ad esponenti di Hamas (in particolare ad Osama Alisawi, già ministro del governo di fatto di Hamas a Gaza che sollecitava tale attività e riceveva somme di denaro)" . Fiumi di denaro trasferiti con bonifici o altre modalità, direttamente o "indirettamente mediante operazioni di triangolazione con associazioni con sede in Turchia", a "Gaza, nei territori palestinesi o in Israele, dichiarate illegali dallo Stato di Israele perché appartenenti, controllate o comunque collegate" ad Hamas. "Pare possibile affermare - scrive la giudice - che almeno il 71% delle uscite" siano state "destinate ad associazioni o persone comunque riferibili all'organizzazione terroristica". Per gli inquirenti al vertice c'era "indiscutibilmente" Mohammad Hannoun. Per lui, secondo il giudice, sussisteva un "concreto e attualissimo pericolo di fuga, avendo egli da tempo manifestato il progetto di trasferirsi in Turchia e di aprire lì un ufficio dove spostare l'attività dell'associazione". Un "programma in fase di attuazione" tanto che - viene spiegato nell'ordinanza - aveva programmato la partenza per Istanbul oggi. Nella cartella di backup delle immagini contenute nel suo telefono cellulare sarebbero state trovate "numerose immagini, che denotano in modo inequivoco quanto meno la condivisione dell'ideologia di Hamas". Lo stesso Hannoun si sarebbe confrontato qualche mese con Abu Falastine su come 'ripulire' i computer. "Io sto pensando anche di rompere il pc dell'ufficio… Prendo uno nuovo e ci carico il file ma solo il nuovo file maker e basta, né conti né altre cose né nulla" avrebbe affermato quest'ultimo. "Gli indagati - sottolinea il gip -, consapevoli delle indagini in corso e di quanto compromettente potesse essere il materiale archiviato nei diversi dispositivi elettronici per ripulire i dispositivi stessi nascondevano il materiale presso soggetti meno coinvolti". Nei dialoghi emerge anche l'appoggio alle azioni terroristiche. Come quello intercettato di Khalil Abu Delah, legale rappresentante della 'Cupola d'oro', indagato anche lui: la strada del dialogo, dice, "è per i traditori". E aggiunge: "grazie a Dio che è nata" Hamas. (ANSA).


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