Fadoi, Case comunità non risolutive e manca link con ospedali

Dentali,riforma disegna strutture ma non definisce chi vi lavora
10:14 - 11/05/2024 


(v. 'Ogni anno 2 milioni ...', delle 10.01) (ANSA) - ROMA, 11 MAG - La riforma della sanità territoriale, con i previsti ospedali e Case di comunità, difficilmente riuscirà a risolvere il problema dei ricoveri impropri: mancano disposizioni su chi debba lavorarci e in quale rapporto con l'ospedale. Queste strutture, infatti, per il 38,7% dei medici internisti ospedalieri non riusciranno ad evitare il ripetersi di ricoveri ed accessi impropri ai pronto soccorso, mentre per il 29,4% potranno influire positivamente ma a patto che la riforma venga modificata. Lo evidenzia l'indagine promossa dalla Fadoi (Federazione dei medici internisti ospedalieri) su un campione rappresentativo di tutte le Regioni. La riforma della sanità territoriale è appunto centrata sui maxi ambulatori aperti sette giorni su sette, ossia le case di comunità e gli ospedali sempre di comunità che dovrebbero accudire i pazienti che possono essere dimessi ma non sono in grado di tornare a casa propria. Per il 42,1% degli internisti ospedalieri occorre prima di tutto un provvedimento, ancora mancante, che fornisca indicazioni precise su quali professionisti del territorio e con quale modalità debbano lavorare nelle nuove strutture, mentre per il 27,9% occorrono regole che disegnino il rapporto tra queste strutture e l'ospedale. Per un altro 20,5% servono piattaforme informatiche comuni tra ospedale e strutture del territorio, perché anche qualora i medici schierati in queste ultime aggiornassero il fascicolo sanitario elettronico, oggi in molti casi i sistemi informatici delle varie strutture sanitarie, anche di una stessa regione, non comunicano tra loro. Solo per il 9,5% servirebbero invece finanziamenti specifici per il personale delle strutture territoriali. "L'indagine dimostra numeri alla mano lo scollamento pressoché totale tra ospedale e territorio. Anacronistico in un Paese che invecchiando vede aumentare il numero di pazienti cronici con poli-patologie che richiedono una presa in carico globale, che ricomprenda sia la fase che precede il ricovero sia quella seguente", afferma il presidente Fadoi, Francesco Dentali. "Purtroppo, come segnalano a larga maggioranza i nostri medici, questa frattura non sarà ricucita dalla riforma della sanità territoriale finanziata con i soldi del Pnrr, che ha disegnato le mura delle nuove strutture, senza definire chi ci lavora e come si rapportino con l'ospedale". (ANSA).


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