EDITORIALE
EDITORIALE
di Alberto Cerise
Assessore al Territorio Ambiente e Opere Pubbliche
La montagna per secoli è stata relegata a luogo di arretratezza, dell’estrema periferia, del mondo rimasto fuori dal tempo. Ma gli strumenti che le nuove tecnologie ci offrono potrebbero, oggi, cambiare questa condizione, e anche dove ciò non è ancora avvenuto. La velocità delle comunicazioni ha smantellato il tradizionale rapporto tra centro e periferia; la progressiva smaterializzazione dell’economia (i beni di maggior valore assoluto sono oggi quelli immateriali: la conoscenza, la ricerca, l’innovazione) ha diminuito l’handicap costituito dalla difficoltà fisica dei trasporti; la minor urbanizzazione del territorio - un tempo segno di debolezza - diventa un punto di forza nel confronto con la congestione delle aree urbane. Nascono così per il nostro territorio nuove opportunità, che potrebbero essere la chiave per sviluppare avanzate e moderne formule economiche e per una maggiore qualità di vita dei suoi abitanti.
È importante quindi iniziare a guardare in modo diverso il futuro e ciò che esso ci offre, in una visione svincolata dai condizionamenti cui siamo stati storicamente sottoposti nel nostro territorio di margine; è importante aprire i confini del nostro piccolo mondo e, pur ancorati saldamente col cuore alla nostra Petite Patrie, gettare lo sguardo oltre le montagne che hanno segnato per tanto tempo il limite del nostro orizzonte per confrontarci con una nuova immagine di noi stessi: un’immagine che potrebbe farci scoprire di essere più forti di quanto noi stessi non supponiamo, se ci rendiamo capaci di valorizzare appunto le nuove chance che ci si presentano.
La crescita del settore dei servizi, che nella nostra regione ha assunto un valore sempre maggiore nel tempo, è un buon indice del potenziale esistente; dobbiamo però essere consapevoli che questo patrimonio deve diventare offerta di capacità e di impresa anche fuori dal nostro confine, i cui limiti territoriali e demografici non permetterebbero un pieno sviluppo delle potenzialità e un ritorno remunerativo delle eccellenze raggiunte.
Occorre cioè che tutto il nostro territorio, in maniera omogenea e sfruttando il vantaggio della propria dimensione, diventi campo di sperimentazione innovativa, capace di esportare poi le proprie realizzazioni sotto forma di know-how verso le realtà più complesse.
In questa direzione molto importante potrebbe essere il ruolo dei giovani che affrontano l’università o che si accingono ad effettuare esperienze professionali all’estero. La spinta verso la conoscenza e il rapporto con realtà di altri paesi, possono essere altamente formativi e permettere a questi giovani di riversare quanto hanno maturato, per la crescita della nostra Valle, nel momento in cui scegliessero di stabilizzarsi qui.
 
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