BIODIVERSITÀ
Su un territorio che è poco più dell'1% di quello nazionale, si trova quasi il 40% dell'intera flora italiana.
RICCHEZZA DELLA FLORA VALDOSTANA
di Maurizio Bovio
La Campanula di Allioni (Campanula alpestris), rara endemita esclusiva delle Alpi occidentali, in Valle d'Aosta è ai limiti settentrionali della sua diffusione.La flora della Valle d'Aosta è valutabile intorno alle 2000 specie sulle circa 5600 descritte per l'Italia.; ciò evidenzia una biodiversità particolarmente elevata, ancor più sorprendente se pensiamo all'altitudine media della regione valdostana, in buona parte estesa al di sopra del limite raggiungibile da un gran numero di specie vegetali.
Questa stima è calcolata sulla sola flora vascolare, comprendente i gruppi vegetali più evoluti quali Pteridofite, Gimnosperme e Angiosperme. Cifre ben maggiori si raggiungerebbero considerando anche i vegetali inferiori (Muschi, Funghi, Licheni, Alghe) sulla cui situazione le conoscenze sono ancora in buona parte frammentarie.

UN PO' DI STORIA
La particolare ricchezza della flora valdostana ha attirato fin dal lontano passato l'attenzione di botanici italiani e stranieri; già nell'800 erano numerosi gli studiosi e i semplici appassionati che percorrevano la regione alla ricerca dei suoi tesori naturali.
Per veder nascere un interesse anche presso i locali bisogna attendere la metà dello stesso secolo. Il canonico Georges Carrel (1800-1870) fu forse il primo a manifestare il bisogno di realizzare una sintesi della flora valdostana sulla base dei già ricchi dati floristici sparsi in una miriade di pubblicazioni o ricavabili dai campioni raccolti nella regione e conservati in numerosi erbari italiani ed europei. Carrel lamentava anche la carenza di studiosi locali e, proprio per questo, nel 1858 fondò ad Aosta una società di Storia naturale, che nel 1884 prese il nome di Société de la Flore Valdôtaine, con lo scopo di riunire gli appassionati dell'epoca e organizzare sistematicamente lo studio della flora locale. Purtroppo, sia Carrel sia il suo successore Edouard Bérard (1825-1889) morirono senza veder realizzato tale sogno, che rimase solo a livello di bozza di studio.
Alla fine del secolo, nel 1896, giunse dal Veneto il professor Lino Vaccari (1873-1951), incaricato del corso di scienze naturali presso il liceo di Aosta. Questi riprese in mano l'antico progetto e iniziò un'intensissima attività di esplorazione del territorio, senza trascurare una capillare analisi della bibliografia e le ricerche presso i principali erbari universitari che conservavano collezioni compiute nella regione. Nel primo decennio del '900, Vaccari arrivò così alla pubblicazione del primo volume del Catalogo della flora valdostana, in cui venivano descritte più della metà delle famiglie di flora vascolare presenti nella regione, con la precisa indicazione della distribuzione di circa 1300 specie. Purtroppo Vaccari non pubblicò mai il secondo e conclusivo volume e il lavoro rimase incompiuto. Solo nel 1988 i collaboratori del professor Bruno Peyronel (1919-1982), docente dell'Università di Torino, riunirono in volume i dati relativi alle famiglie mancanti, traendoli dal ricchissimo erbario valdostano di Vaccari (si parla di circa 40.000 campioni!), conservato presso l'Università di Firenze.
La Valeriana tuberosa è una delle numerose specie di origine mediterranea presenti nel cuore della Valle d'Aosta.Purtroppo, le ricerche di Vaccari, pur fondamentali, sono ormai datate, mentre soprattutto negli ultimi decenni si sono moltiplicati gli studi, le raccolte e le pubblicazioni, tanto che la bibliografia flloristica valdostana, attenendosi alle sole pubblicazioni scientifiche (articoli e brevi note), secondo le più recenti stime ha oggi una consistenza di oltre 600 titoli. Inoltre, anche escludendo l'erbario di Vaccari, i campioni conservati negli erbari ammontano a molte migliaia; tra questi emergono, per la ricchezza delle collezioni valdostane, quelli delle università di Torino, Firenze e Ginevra (un numero minore ma già apprezzabile di campioni è conservato anche presso il Museo regionale di Scienze Naturali di Saint-Pierre e presso alcuni giardini alpini valdostani, tra cui Paradisia).
L'antica esigenza di una sintesi, manifestata da Carrel, è quindi ritornata alla ribalta, soprattutto in un momento storico in cui emerge l'importanza del concetto di biodiversità e la necessità di valutarla rigorosamente ai fini gestionali e di valorizzazione.
L'occasione per riunire le conoscenze sulla flora valdostana e per determinarne con precisione la ricchezza e la distribuzione, si è presentata con un Progetto Interreg II che ha avuto tra i suoi principali obiettivi la realizzazione di una banca dati floristica informatizzata regionale. In particolare, lo strumento informatico è stato considerato per l'enorme salto di qualità che comporta, in grado di aprire allo studio della flora orizzonti impensabili nelle epoche passate, grazie alla possibilità di archiviare, consultare ed elaborare rapidamente grandi quantità di dati.

IL PROGETTO INTERREG II SULLA BIODIVERSITÀ FLORISTICA
L'Androsace dei ghiacciai (Androsace alpina) è diffusa esclusivamente sulla catena alpina. Sono oltre un'ottantina le specie endemiche delle Alpi presenti in Valle d'Aosta.Svoltosi nel periodo 1998-2000, il Progetto Interreg II denominato "Progetto di Banca dati e di centro di documentazione per la gestione e la valorizzazione della biodiversità floristica nelle Alpi Occidentali del Nord", è nato dalla collaborazione tra l'Assessorato Agricoltura e Risorse Naturali della Regione Autonoma Valle d'Aosta e il Conservatorio botanico di Gap-Charance (Hautes-Alpes, Francia).
Il gruppo di lavoro valdostano (comprendente L. Cortese, S. Pellissier, S. Maffei, L. Poggio e M. Bovio) è stato composto in modo da coprire le necessarie competenze in campo geografico, informatico e botanico.
In particolare, le azioni svolte in Valle d'Aosta, possono essere così riassunte:
- realizzazione di un database relazionale per l'archiviazione e l'elaborazione dei dati sulla flora vascolare della Valle d'Aosta (Banca dati floristica della Valle d'Aosta);
- elaborazione di una metodologia per l'archiviazione dei dati tratti da fonti eterogenee (erbari, bibliografia e osservazioni di campagna);
- messa a punto di una metodologia standardizzata per la raccolta dei dati di campagna;
- inserimento nel database di una prima consistente mole di dati.
La realizzazione di una banca dati floristica informatizzata presenta indiscussi vantaggi; permette infatti di:
- riunire e uniformare i dati floristici eterogenei;
- approfondire le conoscenze floristiche, compiendo le ricerche con metodologie standardizzate e estese su tutto il territorio e non più a campione, come avveniva in genere nelle ricerche floristiche classiche;
- affrontare con basi documentarie adeguate, sia per la massa di dati riuniti sia per la loro standardizzazione, lavori di tipo checklist o di cartografia floristica;
- elaborare leggi sulla tutela ambientale basate su un repertorio di conoscenze organizzate relative allo status di ogni specie sul territorio (uso di criteri oggettivi e non più soggettivi per determinare le entità da tutelare);
- gestire il patrimonio ambientale attraverso un metodo razionale di identificazione delle porzioni di territorio di maggior valore biogeografico (analisi della biodiversità floristica) o di maggiore sensibilità, proteggendo dove c'è realmente bisogno.

LA BANCA DATI FLORISTICA DELLA VALLE D'AOSTA
La Viscaria alpina (Lychnis alpina) è una delle numerose specie di origine artica spinte dalle glaciazioni fin nel cuore delle Alpi.La Banca dati è costituita da 3 archivi fondamentali. L'Archivio Entità contiene tutte le entità di flora vascolare trattate, di ciascuna delle quali vengono fornite le principali informazioni sulla nomenclatura, sistematiche, biologiche, ecologiche, corologiche, evenuale tutela a livello regionale e citazione in liste rosse o in convenzioni internazionali. L'Archivio Bibliografia contiene le schede bibliografiche relative alle pubblicazioni sulla flora valdostana. L'Archivio Segnalazioni raccoglie le segnalazioni floristiche; queste vengono inserite tramite una scheda strutturata in modo da permettere di registrare dati di qualunque origine (erbario, bibliografia, campagna).
Prima di essere archiviate, tutte le segnalazioni vengono vagliate e validate dai botanici del gruppo di lavoro, i quali valutano l'attendibilità delle segnalazioni compiute da altri e non verificabili su campioni.
Tra gli obiettivi della Banca dati vi è anche il monitoraggio delle entità floristiche di maggiore interesse della regione, selezionate secondo i seguenti criteri:
- specie citate nelle direttive e nelle convenzioni internazionali;
- specie protette dalla legislazione regionale;
- specie segnalate nelle liste rosse nazionale e regionale;
- specie endemiche alpiche;
- specie relitte (relitti artico-alpini, mediterranei e steppici, relitti terziari);
- altre specie di interesse corologico e/o ecologico a livello locale.
Le segnalazioni contenute nella Banca dati e le loro elaborazioni sintetiche possono essere cartografate per mezzo di applicativi G.I.S. (in particolare è stato utilizzato il programma MapInfo Professional 5.5). Come base cartografica è stata adottata la Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000 e 1:50.000.
Le carte che si possono ottenere sono fondamentalmente di tre tipi:
- carte di distribuzione a reticolo (tavolette UTM; quadranti del progetto di Cartografia Floristica Centro-Europea);
- carte di distribuzione per unità territoriali (Comuni; settori geografici della regione);
- carte di distribuzione per localizzazione puntiforme (espressa in coordinate UTM).
Allo stato attuale la Banca Dati Floristica della Valle d'Aosta include oltre 54.000 segnalazioni floristiche; di queste sono quasi 32.000 quelle raccolte personalmente dai botanici impegnati nel gruppo di lavoro. L'archivio bibliografico conta 645 titoli schedati, dei quali circa il 90% sono conservati in originale, estratto o fotocopia.
La banca dati è già stata utilizzata in occasione di collaborazioni a importanti progetti di sintesi nazionali e internazionali, fornendo in maniera rapida e agevole i dati richiesti.
Grazie alla possibilità di cartografare con precisione le stazioni delle specie rilevanti, la banca dati è inoltre un valido supporto nell'ambito della gestione del patrimonio ambientale, permettendo un metodo razionale e sistematico di identificazione delle porzioni di territorio di maggior valore biogeografico e/o di maggiore sensibilità in rapporto alla flora, indicando dove sono realmente necessari gli interventi di tutela.
In rapporto all'utilizzazione e alla divulgazione dei dati si pone ovviamente il problema di regolamentarne l'accesso ai potenziali utenti: si contrappongono infatti da un lato l'esigenza di divulgare le informazioni presso gli Enti e i professionisti coinvolti nella gestione territoriale, oltre che al pubblico interessato e, dall'altro, la necessità di filtrare le informazioni stesse per evitarne utilizzi impropri.
È ovvia la necessità che la Banca Dati Floristica rimanga uno strumento aperto a continui aggiornamenti e integrazioni e la sua vicenda non termini viceversa con la fine del Progetto Interreg II che ha portato alla sua creazione. Le ricerche di campagna dovranno proseguire senza trascurare le indagini d'erbario e bibliografiche e l'integrazione degli archivi con i nuovi lavori che verranno via via pubblicati.

Bibliografia
Bovio M., Maffei S., Pellissier S., Poggio L., 2000 - La Banca Dati Floristica della Valle d'Aosta. Rev. Valdôtaine Hist. Nat., 54: 11-36.
Bovio M., Poggio L., 1997 - Lo stato attuale delle conoscenze sulla flora vascolare in Valle d'Aosta: premessa necessaria per indirizzare le future ricerche e le azioni di tutela. In: Actes du deuxième colloque écologie et biogéographie alpines (botanique et zoologie), La Thuile (Italie), 6-11 septembre 1997. Rev. Valdôtaine Hist. Nat., 51 (suppl.): 81-90.
Bovio M., Poggio L., 2002 - Il progetto "Banca dati floristica della Valle d'Aosta". In: Conservazione della natura e Aree protette: dalla dimensione europea alle esperienze locali, Atti del Convegno, Aosta, 4-5 ottobre 2001.Tip. Valdostana, Aosta, p. 82-86.
Cortese L., 2000 - Progetto Interreg II n. 220 "Banca dati e centri di documentazione per la gestione e la valorizzazione della biodiversità floristica nelle Alpi Occidentali del Nord". Rev. Valdôtaine Hist. Nat., 54: 5-9.
Peyronel Br., Filipello S., Dal Vesco G., Camoletto R., Garbari F., 1988 - Catalogue des plantes récoltées par le professeur Lino Vaccari dans la Vallée d'Aoste. Librairie Valdôtaine, Aoste - p. XVII, 444.
Vaccari L., 1904-11 - Catalogue raisonné des plantes vasculaires de la Vallée d'Aoste. I: Thalamiflores et Calyciflores. Impr. Catholique, Aoste - p. VIII, 635.
Vaccari L., 1909 - I Canonici Giorgio Carrel ed Edoardo Bérard e la loro opera a favore della flora valdostana. Bull. Soc. Flore Valdôtaine, 5: 49-72.
   
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