IL SUOLO
Questo numero di Environnement è dedicato quasi interamente ad un elemento fondamentale del territorio: il suolo. Come viene affrontato l'argomento in Valle d'Aosta?
ARGOMENTO SUOLO
di Ermanno Zanini
Il pianoro di Pont (Valsavarenche) con lo sfondo della Becca di Monciair e dei Denti del Broglio.Nell'insieme delle tante parole che ricordano la montagna valdostana c'è il risultato di un equilibrio meraviglioso quanto precario perché continuamente soggetto alle emergenze ambientali del nostro secolo. Proprio la precarietà, la variabilità e il divenire del nostro ecosistema hanno portato il Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse Agroforestali dell'Università di Torino (DIVAPRA) a proporre il Laboratorio della Neve e dei Suoli Alpini (LNSA) a Gressoney-La-Trinité: un laboratorio per l'ambiente che vuole essere sia motore di una divulgazione scientifica ed ambientale corretta, rivolta al grande pubblico dei frequentatori della Valle d'Aosta, sia un centro di ricerca universitaria dedicato allo studio del pedo-ambiente montano.
Neve, aria, acqua, clima, foresta, suolo, informazione: queste le emergenze da affrontare nel paesaggio montano e questi quindi i temi affrontati. Quelli di un paesaggio usato oggi in Valle più dai cittadini mordi e fuggi del turismo domenicale che da chi vuol vivere la montagna anche per la sua ricca cultura e per il patrimonio di tradizioni che si mescolano incredibilmente, attingendo da radici antiche: una tendenza che vorremmo cercare di invertire anche con questa iniziativa.
Con la didattica e la divulgazione ambientale vorremmo far capire, con dei flash su alcuni casi particolari, quanto sia complesso il nostro ecosistema: sembra immutabile e invece tutto cambia in fretta. Tutto è ancora giovane o tale tende a rimanere a lungo sia sotto la spinta di immani forze endogene ed esogene sia sotto l'azione dei piccoli input localizzati, anche antropici. Di qui il fascino del nostro sistema ambientale e di quello montano in particolare.
Con la ricerca che, progressivamente, potrà valersi anche di un centro d'alta quota sul Monte Rosa al Col d'Olen, presso l'Istituto Angelo Mosso, si cercherà di approfondire la conoscenza di un dinamismo pedo-ambientale e pedo-climatico che, in Valle d'Aosta, non può essere avulso dalla successione degli eventi storici e dalla trasformazione naturale e antropica dell'ambiente. A questo scopo, nell'individuare come oggetto di ricerca un'area paesaggistica complessa, ma integrata nei suoi elementi, come la Valle d'Aosta, si vorrebbe riprendere l'idea settecentesca secondo la quale le grandi valli alpine - con il loro sbocco - sono delle unità territoriali organizzate, cioè delle regioni naturali, in cui lo sviluppo socio-economico dipende da un complesso di variabili che trovano origine dal particolare bilancio eco-sistemico nella transizione montagna-pianura. In tal senso l'asta fluviale della Dora Baltea (la celtica Douro ovvero acqua), dallo sbocco dei grandi passi alpini che portano all'area ginevrina (il celtico genev cioè porta) fino all'aprirsi verso il Canavese determina il contesto spaziale complessivo in cui evoluzione naturale ed antropizzazione si sono da millenni incontrate. Tutto è avvenuto e avviene in quest'area come passaggio di popoli e di energie di guerra o di pace. Un passaggio che però pesa su un territorio geologicamente contrastante, giovanile nelle forme spesso ancora attive, in cui i suoli legati alle vicende remote del glacialismo, alle frequenti alluvioni, all'agricoltura montana e alla riforestazione presentano impronte forti dell'energia che la Natura ha scatenato, ma anche della straordinaria energia che l'uomo ha aggiunto per le sue necessità.
Questo disegno trova concretezza nella collaborazione che ormai da sei anni si è sviluppata tra il DIVAPRA e vari Assessorati della Regione Autonoma Valle d'Aosta, in forme diverse, ma sempre di grande soddisfazione per la parte universitaria. I risultati sono stati corsi di perfezionamento, convenzioni di ricerca, borse di studio o di dottorato, progetti INTERREG II e IIIA su temi pedo-ambientali classici (cartografia dei suoli) o di assoluta novità (pedo-tecnologie per la depurazione delle acque reflue casearie o zootecniche; modellistica delle valanghe; nivologia applicata; ecc…) ovvero convenzioni per la didattica e la divulgazione scientifica in ambito INTERREG IIIA (Mostra sul Suolo e i Rischi naturali nel 2003 e sulla Neve e le Valanghe nel 2004 a Gressoney-St.-Jean). Impianti sperimentali, pubblicazioni scientifiche, tesi di Laurea e di Dottorato, Workshop, numerose visite di studiosi o tecnici italiani e stranieri testimoniano questi anni di ricerca così come le numerose cooperazioni internazionali nate con importanti Enti ed Istituti francesi e svizzeri.
Grazie a questa fattiva collaborazione si sono aperte numerose possibilità di comune lavoro anche con altre strutture, dall'Assessorato Regionale Territorio Ambiente e Opere Pubbliche, alla Società Monterosa, dalla Fondazione Montagna Sicura, all'Assessorato Regionale all'Istruzione e Cultura, alla Riserva Naturale del Mont Mars, al C.N.R., alla Comunità Montana Walser e per contiguità la Comunità Alta Valsesia.
Per questa ormai consolidata situazione anche l'offerta didattica dell'Università di Torino ha trovato spazi ottimali in Valle d'Aosta per portare gli studenti dei propri Corsi di Studio a contatto diretto con i problemi della Montagna Alpina.

   
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