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Agricoltura e turismo: un convegno a La Salle

L’Osservatorio sul sistema montagna “Laurent Ferretti” della Fondazione Courmayeur, in collaborazione con l’Institut agricole régional ha presentato, venerdì 18 gennaio 2008 presso il Mont Blanc Hotel Village di La Salle, l’incontro dibattito Agricoltura e turismo: quali le possibili integrazioni?.

Le strategie per fare interagire al meglio l’agricoltura e il turismo sono state l’oggetto dell’incontro dibattito, occasione per parlare di passi concreti da compiere perché questi due mondi dialoghino in modo costruttivo. Da tempo si dice che cura del territorio e prodotti tipici siano elementi essenziali per l’offerta turistica. Partendo da questo assunto l’Osservatorio sul sistema montagna “Laurent Ferretti” della Fondazione Courmayeur, in collaborazione con l’Institut agricole régional ha presentato la ricerca “L’integrazione tra l’agricoltura e gli altri settori dell’economia di montagna nella Comunità montana Valdigne Mont Blanc” realizzata da Hervé Lale Murix. Sei mesi di lavoro per esplorare la realtà della Valdigne, per analizzare le azioni da attuare, per rafforzare il percorso virtuoso tra agricoltura di montagna e gli altri settori economici. Sulla base dell’insieme dei fattori territoriali analizzati, sono emerse alcune criticità settoriali per risolvere le quali potranno essere sviluppate alcune ipotesi operative. Di seguito vengono illustrati i due ambiti di azione.

Azioni rivolte alle aziende agricole

• Diversificare le produzioni attraverso l’introduzione di colture ad elevato valore aggiunto: piccoli frutti, erbe officinali, prodotti ortofrutticoli, allevamento di selvaggina; in tal modo si potrebbe favorire il tessuto agricolo locale, favorendo anche il recupero di aree marginali.
• Integrare verticalmente la filiera offrendo al mercato prodotti trasformati con maggior valore aggiunto.
• Orientare l’azienda agricola verso i settori secondari e terziari attraverso la creazione di offerta turistica o prestazione di servizi.
• Favorire la cooperazione tra aziende al fine di ridurre i costi di gestione, di ottimizzare gli investimenti e di valorizzare le produzioni.

Azioni rivolte al rafforzamento delle politiche distributive proprie delle aziende agricole

• Sperimentazione relativa all’adozione di contratti di fornitura con aziende turistiche e commerciali di varia dimensione e di interesse locale, per programmare le produzioni specialmente se ortofrutticole.
• Creazione di soggetti in grado di offrire i prodotti locali in modo organico, raggruppandoli in un paniere completo, in un’ottica di servizio alle imprese commerciali e della ristorazione.

Per il settore turistico è risultata strategica un’azione di formazione e di aggiornamento degli addetti al settore, in coordinamento con le azioni già in atto, soprattutto nelle strutture ad elevato turnover delle maestranze.
La ricerca si conclude rilevando che queste iniziative dovrebbero permettere di creare sinergie positive fra i differenti settori economici, garantendo un’offerta turistica di qualità, caratterizzata territorialmente, capace a sua volta di generare una domanda crescente di prodotti del territorio.

Per quanto riguarda la giornata di studi “Il turismo rurale è una tipologia di offerta che nasce dalla sinergia tra il settore agricolo e quello turistico grazie alla diversificazione delle produzioni, la loro adeguata valorizzazione e distribuzione sul territorio, l’organizzazione di eventi enogastronomici”, premette il presidente della Fondazione Lodovico Passerin d’Entrèves. La parola d’ordine è quindi lavorare sulla commercializzazione “creare soggetti – spiega Hervé Lale Murix, che ha realizzato la ricerca – in grado di offrire i prodotti in modo organico e sperimentare contratti preventivi di fornitura con aziende turistiche per programmare le produzioni, soprattutto se ortofrutticole”. Corrado Adamo del servizio sviluppo delle produzioni agroalimentari della Regione ha usato l’espressione “prodotto a chilometro zero”, ovvero consumato a poca distanza da dove viene coltivato, senza la necessità di lunghi viaggi. “La ricerca – ha spiegato Giuseppe Nebbia, presidente dell’Osserva-torio sul sistema montagna “Laurent Ferretti” – vuole promuovere una visione più dinamica degli aspetti reciprocamente promozionali delle attività agricole e di quelle turistiche. La scelta della Valdigne come luogo della ricerca discende da scelte di carattere principalmente operativo. Tuttavia il metodo adottato può essere utilizzato egualmente nel caso di altra comunità. Tutto quanto contiene il territorio deve essere utilizzato per variegare l’offerta turistica e l’agricoltura è un condensato di territorio”.
L’Assessore regionale al Turismo, Ennio Pastoret, partendo da alcune riflessioni maturate dalla lettura della ricerca asserisce “Il territorio è l’elemento base che l’agricoltura ed il turismo hanno in comune”. Lo sviluppo del settore turistico in Valle d’Aosta passa dunque attraverso una sorta di alleanza con l’agricoltura. “Il mantenimento del territorio – ha spiegato ancora Pastoret – e i prodotti agroalimentari che se ne traggono legano in maniera inscindibile i due settori vitali dell’economia valdostana”. L’assessore ha poi parlato del marchio di qualità “Saveurs du Val d’Aoste” recentemente disciplinato e deliberato dalla giunta regionale: “bisogna valorizzare la nostra specificità e la produzione tipica, perché se tutto è omologabile vince chi fa i prezzi più bassi”. Per l’Assessore all’Agricoltura, Giuseppe Isabellon, “il nostro impegno è nel legare sempre più l’agricoltura al turismo. La nuova legge sugli agriturismi mira a valorizzare gli aspetti legati all’attività agricola tradizionale delle aziende rurali valdostane. Al di là della sua importante funzione economica l’agricoltura contribuisce al mantenimento dell’ambiente, rappresenta un complemento sempre più indispensabile all’offerta turistica e, non ultimo, è un baluardo del mantenimento dell’identità e dell’autenticità della Comunità”. “Il turista attuale – prosegue l’Assessore Isabellon – cerca autenticità, ritmi lenti, contatto con il territorio, relazioni interpersonali: sono tutti elementi difficili da trovare nel contesto cittadino. Per questo la ricerca di questi aspetti passa sempre più spesso da un contatto con il mondo agricolo. I turisti sono interessati al gusto, all’enogastro-nomia, allo scoprire i luoghi di produzione, a visitare cantine e alpeggi, a partecipare a fiere e sagre, a portare a casa come ricordo vini e formaggi da degustare e da fare degustare agli amici in città come prolungamento delle vacanze”. Il nostro Assessorato è molto coinvolto in questo senso: eventi quali la Désarpa, l’Expo vini, il Marché au Fort richiamano un numero sempre crescente di turisti. La Route des vins e le Itinéraires des fromages si stanno organizzando per diventare parte integrante dell’offerta turistica della nostra Regione e gli agriturismi sono scelti sempre più per l’opportunità di una vacanza a contatto con la vita rurale. I vantaggi per il settore sono molteplici. Però occorre anche mettere in guardia da alcuni possibili rischi, come la spettacolarizzazione e la banalizzazione di tale offerta”. Per dirla con le parole di Gilberto Roulet, presidente della Comunità montagna Valdigne Mont Blanc, “l’agricolutura è turismo”.

Il pomeriggio è proseguito con l’analisi del contesto valdostano con gli interventi di Corrado Adamo, del servizio sviluppo delle produzioni agroalimentari dell’Assessorato regionale all’Agricoltura e Risorse naturali, che ha presentato lo stato attuale delle produzioni agroalimentari in Valle d’Aosta. Dario Bonino e Vally Lettry, dell’Assessorato regionale al Turismo, Sport, Commercio e Trasporti, hanno esposto gli aspetti legati alla commercializzazione delle produzioni locali, con particolare riferimento al progetto “Saveurs du Val d’Aoste”. L’incontro è stato anche l’occasione per parlare di comunicazione e promozione dei prodotti enogastronomici valdostani con l’intervento di Enzio Sanguinetti, presidente dell’omonima agenzia che promuove diversi prodotti del terroir. La sessione è terminata con un focus sulla comunità montana Valdigne Mont Blanc e sull’area transfrontaliera intorno al Monte Bianco con l’intervento di Stefania Muti, coordinatrice dell’Espace Mont Blanc.
Nella seconda Sessione dell’Incontro sono state presentate alcune iniziative di successo relative all’integrazione tra agricoltura e turismo. Bruno Boveri, governatore di Slow food Italia e presidente regionale di Slow food Piemonte e Valle d’Aosta, ha parlato di attività svolte dall’omonima associazione in tema di valorizzazione delle produzioni tipiche. Hans J. Kienzl, direttore marketing del marchio Gallo rosso, associazione degli agricoltori e dei coltivatori diretti sud tirolesi che riunisce oltre 1000 masi in Alto Adige, ha presentato l’insieme delle attività svolte per promuovere e commercializzare il settore agrituristico Alto Atesino. La Sessione si è conclusa con la presentazione di due iniziative di successo presenti nell’area della Valdigne: Marcello Panizzi, commerciante e produttore di prodotti lattiero caseari, ha portato la sua testimonianza in tema di produzione e vendita di prodotti locali e Gianluca Telloli, enologo, ha presentato le iniziative in corso presso la Cave du vin blanc de Morgex et de La Salle.

La Tavola rotonda cui hanno partecipato Carlo Francesia, professore e ricercatore presso l’Institut agricole régional, Piero Roullet, albergatore, Giuseppe Nebbia, presidente dell’Osserva-torio sul sistema montagna “Laurent Ferretti” della Fondazione Courmayeur e Giuseppe Isabellon, Assessore all’Agricol-tura, ha concluso l’Incontro.
La Fondazione Courmayeur raccoglierà i risultati della ricerca e gli interventi emersi durante l’incontro-dibattito in una pubblicazione che sarà disponibile nei prossimi mesi.

Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito della Fondazione:
www.fondazionecourmayeur.it.


Neve, valanghe e suolo: i giovani e la ricerca in Valle d’Aosta

Sono state presentate martedì 1 aprile, ad Aosta nella sala del Palazzo Regionale, le tesi di laurea su neve, valanghe e suolo, attivate nell’ambito della convenzione tra l’Assessorato regionale del territorio e il Dipartimento di Valorizzzazione e Protezione delle Risorse Agroforestali (Divapra) e il Laboratorio neve e suoli alpini (Lnsa) della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino.

Tutti gli studi, come ha sottolineato Michele Freppaz, responsabile del Lnsa, hanno fornito nuovi importanti elementi conoscitivi. Nelle loro tesi Gianluca Filippa e Nathalie Durand hanno misurato le emissioni di anidride carbonica dal suolo durante l’inverno, stagione in cui si riteneva che l’attività biologica fosse quasi azzerata. I risultati indicano invece che le emissioni invernali sono il 20% di quelle annuali. Questo significa che i modelli attuali, che ignorano queste emissioni, sottostimano la produzione annua di CO2, uno dei gas responsabili dell’effetto serra.
Teodoro Bizzocchi e Massimo Dosio hanno studiato l’importan-za dello spessore del manto nevoso a varie quote sia per l’attività biologica delle piante (in termini di cessione di azoto inorganico al terreno) sia per l’attività isolante. Le misurazioni sono state effettuate, a cadenza giornaliera o bisettimanale, in quasi quaranta stazioni della Valle d’Aosta, grazie alla collaborazione del Corpo Forestale Valdostano. Per la vegetazione di alta quota la cessione dalla neve al terreno di quantità variabili tra 0.3 e 1.1 Kg di azoto per ettaro, è risultata importante.
Marco Bergero, Lorenzo Bertranda e Patrick Chasseur hanno studiato nuove tecniche di gestione del rischio valanghivo mediante individuazione delle potenziali aree di distacco. Analogamente Andrea Canova Calori ha condotto indagini sull’area di La Thuile in sinergia con il servizio Meteomont dell’Esercito. Interessante lo studio di Stéphanie Letey e Davide Viglietti sull’azione integrata tra opere strutturali in legno e la ricrescita del bosco nel contenimento delle valanghe. Sempre riguardo all’interazione tra bosco e valanghe, è emerso che ben il 6% di quelle censite nel catasto regionale si sono staccate in bosco (a torto ritenuto totalmente sicuro).

   
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