Aoste, le 29 février 2004
Allocution de M. Diego Empereur
Président du Consortium des Collectivités locales de la Vallée d’Aoste
Messieurs les Présidents
Autorités
Mesdames et Messieurs
Les anniversaires des chartes d’Autonomie qu’on célèbre aujourd’hui coïncident, d’une façon significative, avec la fête de la Vallée d’Aoste. C’est-à-dire que les dates importantes liées aux instruments qui configurent le système institutionnel valdôtain trouvent leur correspondance dans la fête de notre communauté. Cela, par ailleurs, souligne l’impossibilité de séparer, chez nous, l’identité des institutions ; élément qui nous caractérise historiquement.
Il est également significatif que ce soit le représentant des collectivités locales – qui de la chaîne du système institutionnel valdotain sont les anneaux indispensables – à ouvrir les allocutions de cette précieuse occasion annuelle de réflexion quant à l’actualité et à la solidité de notre Autonomie, de ses raisons d’être et, surtout, de l’emploi que nous en faisons.
Ce sont, en effet, les collectivités locales les institutions en première ligne dans la vie de notre communauté, ainsi que dans la concrète réalisation de l’Autonomie. A cet échelon on forme et on alimente le sens d’appartenance et l’identité. C’est là qu’il faut faire face, avant tout, aux changements imposés, toujours plus rapidement, par le temps.
C’est au niveau des Communes qu’on réalise également l’intégration des peuples, jusqu’à permettre l’exercice de droits primaires de participation, même à ceux qui n’appartiennent pas à la communauté régionale ou étatique. Il est suffisant, à ce sujet, de penser au droit de vote accordé aux citoyens de l’Union Européenne.
C’est encore là qu’on perçoit, quotidiennement, le rapport entre Autonomie et responsabilité.
Responsabilità, in particolare, di alimentare l’attaccamento della nostra gente alle proprie istituzioni, di consolidarne quindi l’identità, mediante il buon esercizio delle funzioni che consistono, in gran parte, nell’erogazione di servizi essenziali.
E’ dal primo contatto con l’amministrazione, attraverso la fruizione dei servizi che il cittadino percepisce il valore dell’Autonomia, intesa come prerogativa volta al conseguimento di soluzioni più adeguate alle particolari condizioni della comunità di cui è esso membro.
Enti locali e Regione sono dunque, di fronte al cittadino, solidalmente responsabili. I primi applicano infatti le regole emanate dalla seconda, nell’esercizio dell’Autonomia – quindi della potestà di darsi delle regole da sé - seguendo delle procedure di concertazione e di confronto tra le istituzioni.
L’esercizio dell’Autonomia in materia di enti locali, per la parte ordinamentale, e cioè di costruzione del sistema delle Autonomie in Valle d’Aosta, ha dimostrato di essere all’altezza delle prerogative riconosciute alla Regione con la legge costituzionale n. 2 del 1993, consolidando le ragioni di tale attribuzione. Oggi, i frutti di quel sistema di rapporti, così raffinato ed originale, vengono portati a contatto con i cittadini, sottoponendo quindi al loro giudizio l’esercizio dell’autogoverno in tale settore.
Si tratta infatti di mettere alla prova quella vera e propria “costituzione valdostana” delle Autonomie che è la legge regionale n. 54 del 1998, dandole completa attuazione plasmando il principio di sussidiarietà che ne costituisce il cardine, mediante la presa in carico da parte di Comuni e Comunità montane di nuove funzioni, attualmente ancora eserciate dall’Amministrazione regionale.
Lo svolgimento efficiente ed efficace di queste ultime e, quindi, la soddisfazione delle esigenze e delle aspettative dei cittadini, dipendono da un’adeguata quanto tempestiva individuazione e dal contestuale trasferimento delle risorse, umane ed economiche, necessarie a farvi fronte.
In tal modo, la nostra regione adempierà ancora una volta al compito di “laboratorio” assegnatole dalla storia, non solo per l’elaborazione di un’architettura istituzionale caratterizzata da meccanismi di formazione dei rispettivi interessi, fondati sulla concertazione e sul dialogo costante tra i diversi livelli di governo, ma altresì per l’applicazione di quei principi di moderna amministrazione tanto declamati altrove, ma poi così poco praticati.
Di un tale sistema, che rappresenta una conquista democratica, non possiamo permettere l’elusione od il misconoscimento da parte di nessuno, esigendo che venga invece rispettato non solo all’interno, ma anche e soprattutto nei rapporti con l’esterno, con particolare riferimento a quelli con lo Stato.
Le funzioni statali, altrove direttamente attribuite agli enti locali devono, per il nostro speciale ordinamento, transitare dalla Regione, che nel rispetto di quella che abbiamo chiamato la “costituzione valdostana delle autonomie”, determinerà chi dovrà farsene carico (Comunità montane o Comuni) in pieno concerto con i destinatari.
Le maggiori responsabilità conferite agli enti locali costituiscono l’occasione per far loro dimostrare la maturità che li contraddistingue e di cui hanno già saputo dare prova a seguito del sostanziale venir meno del sistema regionale di controllo sui loro atti.
Al controllo inteso come tutela di un ente che si assume superiore nei confronti di quelli ritenuti inferiori, sono succeduti, in un sistema che riconosce pari dignità alle istituzioni che lo compongono, la leale collaborazione ed il dialogo costante.
Questo costituisce un ulteriore contributo del nostro speciale ordinamento all’individuazione di modelli relazionali tra diversi livelli di governo, di cui in questo momento si percepisce più che mai la necessità, con particolare riferimento ai rapporti tra centri e periferie: Stato-Regioni, Europa-Regioni, Stati-Europa.
Proprio di questi tempi, infatti, in cui è dato assistere ad un’associazione così contraddittoria tra federalismo declamato e neo centralismo praticato, la Valle d’Aosta ha qualcosa da dire in merito al più grande processo di integrazione in atto, cioè quello europeo, indicando la via dell’effettiva leale cooperazione e della condivisione, in alternativa alla diffidenza ed al geloso e sterile arroccamento sulle proprie posizioni.
Le soluzioni richieste dai nuovi assetti istituzionali non possono consistere in riedizioni gattopardesche del passato, ma presuppongono uno sforzo di originalità che consenta di guardare in avanti, pur coscienti che ogni cambiamento attraversa delle inevitabili fasi di transizione ed assestamento.
Vanno quindi esplorate tutte le potenzialità che l’Autonomia ci offre al fine di affinare ulteriormente, laddove necessario, meccanismi che assicurino la massima trasparenza all’attività amministrativa, senza abdicare di fronte agli oneri che ci derivano dall’essere speciali.
Il taglio di abiti su misura per la nostra comunità costituisce la ragion d’essere dell’Autonomia, che va esercitata costantemente e coraggiosamente, con particolare riferimento ai settori strategici per la stessa sopravvivenza dell’identità della nostra regione.
E’ questo, ad esempio, il caso dell’istruzione, autentico pilastro di ogni società e fiore all’occhiello di quella valdostana, laddove, grazie all’uso intelligente delle nostre prerogative, si è riusciti a fare prima e meglio di altri.
Pour toutes ces raisons, nous avons le devoir de capitaliser des expériences consolidées, en travaillant à leur ultérieur développement et sans nous faire piéger par le chant des sirènes de l’homologation.
La responsabilité de gaspiller les conquêtes de nos pères, suite à un manque d’imagination, serait insoutenable, voire même intolérable.
On nous a remis l’Autonomie axée sur des solides raisons millénaires, qu’il nous revient de renouveler constamment, en y rajoutant les raisons emportées par l’évolution des temps. D’un coté, la cohésion sociale engendrée par l’exercice de l’autogouvernement (à même de faire reconnaître les citoyens dans leurs propres institutions) et, de l’autre, le prestige découlant de l’efficacité du modèle valdôtain.
Voilà le défi qui nous attend : élever notre Autonomie spéciale du rang d’intérêt exclusif des valdôtains, à celui de valeur partagée par tous ceux qui souhaitent se reconnaître dans un modèle qui, seulement dans une petite communauté aux prérogatives solides, il est possible d’élaborer.
Oeuvrons donc tous ! Oeuvrons afin que l’Autonomie et le Statut spécial deviennent comme le soleil, qui éclaircit nos vies, jour après jour, et par sa lumière nous montre le chemin à suivre.
Vive l’Autonomie !
Vive le Statut Spécial !
Vive la Vallée d’Aoste !
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