FUMO: NO NEI PARCHI PUBBLICI, SINDACI AVANTI ADAGIO/ANSA

A VERONA LA PRIMA MULTA NEL 2007, A MILANO VIA A SPERIMENTAZIONI
18:50 - 18/08/2009 


(ANSA) - ROMA, 18 AGO - La decisione del piccolo comune di Capoliveri, sull'isola d'Elba, di multare i minori di 16 anni sorpresi in luogo pubblico in possesso di sigarette si inquadra in una logica di divieti già sperimentata nel corso degli ultimi anni in alcune città italiane. In questo senso il primato spetta a un cittadino rumeno di 54 anni, che per primo nel nostro Paese è stato punito a Verona, a luglio dello scorso anno, con una multa di 50 euro per essere stato 'colto in flagrante' mentre fumava una sigaretta in un parco cittadino.

Quindi, seppur oggetto di lunghe e accese discussioni, il 'no' al fumo in luoghi pubblici, come possono esserlo i parchi cittadini, non è una novità nell'ambito delle città e cittadine italiane, anche se finora i casi di divieto a livello nazionale sono ancora decisamente pochi. Come già accennato, il primo a pensare ad un provvedimento del genere è stato il sindaco di Verona Flavio Tosi, il quale, con un'ordinanza del 27 novembre 2007, ha sancito il divieto fissando una multa compresa tra i 25 e i 500 euro, nella quale poi è incappato il cittadino rumeno sorpreso a fumare tra gli scivoli e le altalene del quartiere Golosine. "E' un divieto senza se e senza ma - spiegava Tosi - perché bisogna proteggere i bambini dal fumo passivo almeno negli spazi comunali loro dedicati, senza - precisava - condizionare il divieto a una difficile quanto opinabile distanza dal fumatore".

Nel tempo l'esempio del sindaco scaligero è stato seguito dalle amministrazioni di Bolzano e Napoli. Quest'ultima, con un provvedimento che risale al 18 novembre 2007, ha ampliato il divieto di fumo ai luoghi all'aperto, quindi anche parchi comunali, in presenza di lattanti e bambini fino a 12 anni, nonché di donne in stato di gravidanza. In quel caso, ricordava l'assessore alla Sanità del Comune di Napoli Rino Nasti, "la norma si prefigge lo scopo di migliorare la vivibilità nei parchi, garantendo una convivenza più piacevole, di fatto mettendo Napoli nella condizione di incamminarsi per andare oltre la legge Sirchia del 2003". Un esempio che timidamente potrebbe avere seguito anche a Milano, su proposta dell'assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna, anche se, ha premesso il sindaco Letizia Moratti, "si potrebbe partire con una sperimentazione nelle aree dedicate ai bambini nei parchi - spiegava il 20 maggio scorso - e comunque in quelle aree in cui siamo in grado di garantire un controllo, per evitare di lanciare un annuncio positivo al quale poi faccia seguito un controllo effettivo".

L'idea della tolleranza zero per il fumo nei parchi o più in generale nelle aree verdi delle città ha preso le mosse ormai più di due anni fa nel Parlamento europeo su iniziativa del popolare tedesco Karl Heinz Florenz, che riuscì a mettere ai voti il 24 ottobre 2007 una sua relazione, incassando una maggioranza schiacciante di 561 voti a favore, a fronte di soli 63 contro. L'obiettivo del provvedimento, chiarì Florenz, era però quello di imporre un divieto di fumo totale anche in tutti i luoghi di lavoro chiusi, inclusi i ristoranti, nonché in tutte le istituzioni pubbliche e sui mezzi di trasporto pubblico dell'Ue entro 2 anni.

Ormai da anni nel nostro Paese è in vigore il divieto assoluto di fumo in ospedali, scuole, autobus e metropolitane, sale di attesa delle stazioni, treni, cinema, teatri, musei e biblioteche. In Europa i Paesi pionieri delle leggi antifumo sono state l'Irlanda e la Norvegia. Ancora prima negli Usa, soprattutto in California e a New York, città nella quale, era il 1981, un progetto pilota prese le mosse a Bryant Park, uno dei giardini più frequentati della Grande Mela, dove il 18 giugno di quell'anno l'Amministrazione del Parco avvisò i cittadini che quell'area verde era diventata 'no smoking'. (ANSA).


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